Lucca preme sull’acceleratore della ripresa. Il 2021 si chiude in positivo per il manifatturiero: “Ma non basta”

I risultati della rilevazione 2021 condotta dal centro studi di Confindustria Toscana nord segnalano un aumento della produttività

Sono positivi i risultati della rilevazione sul quarto trimestre 2021 condotta dal centro studi di Confindustria Toscana nord sulla produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato. In particolare Lucca con +7 di variazione tendenziale sullo stesso trimestre dell’anno precedente nel 2021 arriva addirittura a superare leggermente (+0,6%) i livelli produttivi del 2019.

Lucart Sace investimenti

La variazione tendenziale trimestrale (quarto trimestre 2021 sullo stesso periodo del 2020) è nettamente positiva, +9,7%, così come è positivo anche l’andamento congiunturale (quarto trimestre 2021 sul trimestre precedente) che si colloca a +1,4% dando il senso di un recupero nel corso dell’anno faticoso ma costante. Tuttavia il quadro generale dell’anno è in chiaroscuro. Il 2021 ha segnato nel complesso del territorio Lucca, Pistoia e Prato un balzo importante della produzione, ma il +7,1% rispetto al 2020 non è sufficiente a coprire la caduta di -11,1% segnata dal 2020 sul 2019. Il confronto 2021/2019 evidenzia infatti una quota significativa (-4,7%) ancora mancante per raggiungere i livelli produttivi pre-pandemia.

“Il 2021 si conferma come un anno di transizione, con una ripresa decisa ma non totale rispetto al terribile 2020 e con segnali controversi rispetto all’immediato futuro – dichiara il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Lucca ha recuperato le posizioni del 2019, mentre Pistoia e Prato faticano un po’ di più. Si registrano segnali positivi dal settore tessile, ma ciò che arresta la ripresa è da un’incertezza di fronte alle politiche internazionali, che riguardano i problemi di approvvigionamento delle fonti energetiche, che ha messo in difficoltà tutti i settori. In particolar modo risultano le più colpite le aziende energivore, come il settore cartario, il tessile, il fondiario e molte altre. Il 2022 si preannuncia un anno ancora da valutare e andrà fatto mese per mese, in cui si presentano alcune problematiche e molte aziende sono costrette a produrre senza margini di guadagno. Contemporaneamente si evidenziano anche le molte opportunità a disposizione: le difficoltà di movimento hanno riscoperto delle filiere corte, i temi ambientali e la sostenibilità. L’Italia è pronta per un nuovo decollo che la vedrà traghettare verso il futuro grazie anche ai fondi messi a disposizione del Pnrr, fondi che andranno necessariamente spesi per le grandi infrastrutture, da molto tempo promesse e mai realizzate, per colpa, qualche volta, di un’amministrazione politica non all’altezza. Le infrastrutture sono un aspetto cruciale per il nostro settore industriale e riguardano gli assi viari, il raddoppio ferroviario nel tratto Lucca-Pistoia, l’inserimento della banda larga e internet veloce. Il Pnrr si presenta per noi, come un’opportunità irripetibile, perché adesso i fondi ci sono, occorre solamente organizzarci per accedervi, per non perdere una grandissima occasione”.

“Lucca ha recuperato quanto perduto nel 2020 e questo è un dato positivo che può essere generalizzato in tutti i settori – dice il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. La chimica plastica ha buoni numeri e anche il settore macchine e metallurgia, in cui la città è diventata un vero e proprio punto di riferimento globale nelle macchine della carta. Il settore cartario purtroppo non ha recuperato i livelli pre pandemia. Il buon risultato di Lucca, rispetto a Pistoia e Prato è che il Covid non ha avuto effetti dirompenti, i settori hanno tenuto nonostante la pandemia e questo è dovuto ai numerosi codici Ateco individuati e Lucca ne ha una presenza nutrita. La pandemia comunque si porta dietro alcune dinamiche economiche che non possono essere ignorate, come l’innalzamento dei costi delle materie prime e l’aumento dei costi energetici che sta spingendo su tutti i settori. Il Pnrr sarà una vera e propria trasformazione per poter avanzare processi di decarbonizzazione ed sarà un’opportunità da prendere al volo. Lo stesso territoro è molto legato alla decarbonizzazione dimostrando negli anni una elevata sensibilità sull’efficentamento energetico. Il Pnrr cosa porterà a Lucca? Darà l’opportunità di realizzare molte infrastrutture necessarie a far si che le nostre aziende abbiano un sostegno per incrementare la velocità nei trasporti. Importante anche la riqualificazione delle aree urbane, un territorio efficiente fa bene anche alle industrie presenti. Il problema degli investimenti del Pnrr è quello di mettere a terra le opere e alla molta burocrazia che ci sta dietro”.

“La produzione cartaria dell’area Lucca-Pistoia ha segnato nel quarto trimestre 2021 un lieve arretramento dell’ 1,2 per cento rispetto al trimestre precedente, che con più 6,7 per cento è stato il migliore dell’anno – precisa Tiziano Pieretti in veste di presidente della sezione Carta e cartotecnica -. In termini tendenziali, quarto trimestre 2021 su quarto trimestre 2020, il risultato è invece positivo, più 1 per cento. Il 2021 comunque non riesce a recuperare integralmente quanto perso nel 2020 e si posiziona a meno 6,1 per cento rispetto al 2019. A questi risultati non ottimali si unisce la preoccupazione per i costi energetici, fortemente impattanti su aziende energivore come sono le cartiere. È  fondamentale che da un lato il mercato recepisca tempestivamente l’aggravio dei costi di produzione consentendo un recupero della marginalità, dall’altro che a livello di politiche nazionali vengano adottate misure adeguate a far fronte a questa situazione. Misure che devono correre su un doppio binario: il sostegno immediato alle imprese energivore, ma – anche e soprattutto – interventi che abbiano carattere strutturale e che consentano di poter contare nel tempo su approvvigionamenti di gas ed energia elettrica a prezzi competitivi. Naturalmente gli interventi del Governo in questo tema sono importanti e fondamentali per il raggiungimento dei risultati. Vorrei soffermarmi infine, sul settore lapideo e sul settore nautico – conclude Pieretti –. Per il settore lapideo il -15 per cento registrato è dovuto a ordini che stentano a partire per molti problemi, come i costi di trasporto, ma si parla di ottime prospettive per il futuro. Per il settore nautico è fondamentale il porto di Viareggio, che attualmente ha problemi politici e molte aziende chiedono un commissario delle attività portuali per risolvere l’attuale stallo”.

Rimangono fra le tre province le forti differenziazioni che si sono manifestate in tutto il periodo della pandemia: Lucca nel 2021 arriva addirittura a superare leggermente (+0,6%) i livelli produttivi del 2019, trascinata soprattutto da chimica-plastica-farmaceutica e in minor misura dall’alimentare e dalla produzione di macchine. Pistoia contiene la perdita a -5,3%, contando sulle buone prestazioni della meccanica e, secondariamente, di chimica e plastica, mentre settori come la carta e la moda (tessile e calzaturiero) presentano segni nettamente negativi; gli stessi segni, peraltro, che portano Prato – dove le principali voci della produzione attengono al settore moda – a dover recuperare sul 2019 ancora 13 punti percentuali.

Importanti anche, nell’ambito della rilevazione effettuata dal centro studi di Confindustria Toscana Nord, i dati che emergono dalle risposte sugli ordinativi e sulle previsioni per i primi mesi del 2022. Il saldo fra le percentuali di risposte ‘aumento’ e ‘diminuzione’ della produzione date dalle aziende segna un buon +19, confermato dal +8% degli ordinativi raccolti nel quarto trimestre 2021 rispetto allo stesso trimestre del 2020. Un dato, questo, che fra i trimestri del 2021 è superato solo da quello del secondo (+10,5%), la cui entità è ben comprensibile considerando che il termine di confronto, il secondo trimestre 2020, era stato segnato dalle chiusure e dai più consistenti effetti diretti e indiretti della pandemia. Fra i macrosettori è la moda a indicare la percentuale più elevata di ordinativi, +14% rispetto al quarto trimestre 2020, seguita a ruota da chimica-plastica-farmaceutica con +13% e dalla metalmeccanica con +8,5%.

La produzione e l'export a Lucca

Per quanto riguarda l’export manifatturiero, i dati provinciali Istat del quarto trimestre 2021 non sono ancora disponibili e pertanto non è possibile avere un quadro complessivo dell’anno. Tuttavia i dati sui primi 9 mesi evidenziano rispetto allo stesso periodo del 2020 un buon incremento, +14,6%, che conduce a un sostanziale riallineamento (-0,9%) rispetto agli stessi mesi del 2019. A portare un segno positivo particolarmente netto sono, fra i settori a maggiore vocazione all’export, i mezzi di trasporto, l’alimentare, la plastica e i prodotti e le lavorazioni dei metalli; il settore moda, che da solo vale oltre un terzo del totale export dell’area, segna +11,1% per i primi tre trimestri del 2021 rispetto agli stessi del 2020, ma -13,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, sostanzialmente in linea con l’andamento della produzione.

La produzione e l'export a Lucca

I presidenti delle sezioni merceologiche

Marco Polli, sezione alimentari
“Nonostante resti positivo il confronto con il 2019 (+3,5%), nell’ultimo trimestre del 2021 il nostro comparto alimentare non è cresciuto e anzi nel confronto con l’incremento dell’1,7% per trimestre della media italiana del settore, nel suo complesso mostra una certa debolezza nello sviluppo dell’attività. La situazione inizia a essere preoccupante: l’industria alimentare è la prima che sarà chiamata a fare i conti con un’inflazione che fino a qui, anche grazie al senso di responsabilità delle imprese, ha permesso di contenere i prezzi della spesa, ma che non potrà essere a lungo sostenuta senza incidere sui prezzi al consumo. I rincari di energia elettrica e gas e i costi delle materie prime erodono le marginalità di impresa. Siamo consapevoli che la situazione che viviamo ogni giorno nei nostri stabilimenti è frutto di una situazione geopolitica di complicatissima gestione; ma rivendichiamo la centralità del nostro settore rispetto alla produzione industriale italiana.”

Tiziano Pieretti, sezione carta e cartotecnica
“La produzione cartaria dell’area Lucca-Pistoia ha segnato nel quarto trimestre 2021 un lieve arretramento (-1,2% ) rispetto al trimestre precedente, che con +6,7% è stato il migliore dell’anno. In termini tendenziali, quarto trimestre 2021 su quarto trimestre 2020, il risultato è invece positivo, +1%. Il 2021 comunque non riesce a recuperare integralmente quanto perso nel 2020 e si posiziona a -6,1% rispetto al 2019. A questi risultati non ottimali si unisce la preoccupazione per i costi energetici, fortemente impattanti su aziende energivore come sono le cartiere. E’ fondamentale che da un lato il mercato recepisca tempestivamente l’aggravio dei costi di produzione consentendo un recupero della marginalità, dall’altro che a livello di politiche nazionali vengano adottate misure adeguate a far fronte a questa situazione. Misure che devono correre su un doppio binario: il sostegno immediato alle imprese energivore, ma – anche e soprattutto – interventi che abbiano carattere strutturale e che consentano di poter contare nel tempo su approvvigionamenti di gas ed energia elettrica a prezzi competitivi.”

Deni Severini, sezione chimica, plastica e farmaceutica
“Il macrosettore plastica-chimica-farmaceutica si è trovato in un buon periodo specialmente nel nostro territorio. La plastica nelle sue molteplici e virtuose applicazioni si conferma un materiale straordinario e vivace nella richiesta. Nel 2021 la produzione anzi accentua la tendenza già evidenziata nel primo anno di pandemia: una domanda particolarmente elevata soprattutto per la plastica da confezionamento e imballaggio. La situazione sanitaria ha del resto da un lato richiesto misure igieniche particolarmente rigorose e dall’altro fatto crescere tipologie di consumi con protezioni per le quali gli imballaggi in plastica rimangono la soluzione più pratica e circolare. Anche nei settori chimico e farmaceutico si sono riscontrati risultati generalmente positivi; da qui il +15,8% della produzione del macrosettore nel 2021 rispetto al 2019. L’anno appena iniziato sarà verosimilmente di consolidamento, anche se gli alti costi in particolare gli energetici che stiamo subendo ci espongono a molte insidie compresa la concorrenza di paesi dove questo problema è meno rilevante. Le imprese intanto stanno portando avanti i loro programmi di sviluppo e innovazione, con un crescente ricorso a materiali alternativi fra i quali i riciclati da post consumo.”

Ance Toscana Nord (sezione edili)
“Aumentano le ore lavorate in edilizia nel periodo rilevato gennaio – novembre (dato casse edili): complessivamente +30,7% suddivise fra Lucca (+30,7%) Pistoia (+20%) e Prato (+45,2%); non uniforme la distanza dal periodo pre crisi, con forte differenziazione fra le tre province (recupera un 23,3% Lucca, un 32,7% Prato e solo un 6,9% Pistoia). Dal momento della rilevazione (novembre 2021) ad ora però nubi densissime si stanno addensando sul comparto: se l’edilizia privata è avvolta dalla nebbia della normativa su bonus e superbonus, l’edilizia pubblica si scontra con il drammatico problema del caro materiali. A questa difficoltà le stazioni appaltanti tardano ad adeguarsi, ed i progetti che vanno in gara o ci andranno nei prossimi mesi sono redatti sulla base di prezzari assai lontani dai correnti prezzi di mercato. Il rischio serio è che le imprese migliori non partecipino alle gare per l’ammodernamento delle infrastrutture del paese (il Pnrr destina circa 108 miliardi ad interventi di questo tipo), e che queste non vengano aggiudicate o, peggio, lo siano a chi pratica ribassi su prezzi già chiaramente incongrui. Non è bene per il settore edile e non lo è per l’Italia.”

Fabrizio Palla, sezione lapidei e varie
“Il settore lapideo ha continuato a soffrire anche nel 2021, come attestano i 15 punti percentuali che mancano alla produzione per recuperare i livelli del 2019. Un dato, questo, coerente con i risultati dell’export dei primi 9 mesi dell’anno scorso, a quota -11,5% rispetto allo stesso periodo dell’ultimo anno pre-covid. Le nostre imprese stanno vivendo una condizione paradossale: commesse e contratti ci sono, ma è il riavvio materiale delle opere che tarda a concretizzarsi, a causa delle code della pandemia e di fattori come il forte incremento dei costi dei trasporti. La spinta venuta dalla ripresa dell’edilizia italiana e quindi dalle forniture a raggio nazionale per le abitazioni private è stata ed è importante ma non può essere sufficiente a sopperire ai ritardi della ripartenza dei grandi cantieri internazionali. È probabile che questo stallo permanga ancora per qualche mese; contiamo che la vera ripresa per il nostro settore si collochi nella seconda metà del 2022. Nel frattempo è importante che il sistema bancario comprenda la situazione contingente e sostenga le aziende.”

Massimo Bellandi, sezione metalmeccanica
“Continua a mantenere buoni livelli produttivi l’industria metalmeccanica, che anche nel quarto trimestre 2021, come in tutti quelli dell’anno, esprime un +9,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il dato è la sintesi delle varie anime del settore (metallurgia, macchine ed elettromeccanica, mezzi di trasporto), tutte di segno positivo. Come i colleghi di altri settori, andiamo comunque ogni giorno in azienda consapevoli di essere partecipi di un momento di svolta, che ci potrà offrire grandi opportunità, soprattutto in termini di ricerca e sviluppo, ma che non è immune da rischi; mi riferisco, per esempio, a quanti di noi appartengono alla filiera dell’automotive. Rispetto a altri comparti soffriamo meno dell’aumento del costo dell’energia, che riusciamo a recuperare in parte con aumenti di listino per il momento accettati dal mercato. Ci preoccupa maggiormente la carenza di materie prime e componenti, che potrebbe determinare tempi di consegna lunghi ed incerti.”

Gabriele Chelini, sezione nautica
“Ci sono ottime aspettative per la produzione nei primi mesi dell’anno (+30%), per quanto un periodo così breve di osservazione sia relativamente indicativo per il comparto della nautica; con la lusinghiera raccolta ordini realizzata nell’ultimo trimestre del 2021 (+9,1%)  ci predisponiamo alla consegna delle nostre barche e ai saloni nautici del 2022. Con questi numeri, dovremo affrontare temi spinosi come quello del caro energia, della transizione ecologica e del connesso sviluppo tecnologico; già investiamo su materiali e carene plananti capaci che, con un adeguato sistema propulsivo, possono offrire prestazioni importanti con una sensibile diminuzione dei consumi di carburante. Avremo altre sfide da cogliere, come l’accelerazione dell’elettrico. Il nostro è un settore centrale per l’economia del territorio; ci rammarica quindi il fatto che le risorse del Pnrr per lo sviluppo portuale siano state allocate altrove, anche in luoghi a noi molto vicini.”

Giulio Lombardo, sezione servizi e terziario
“Il settore dei servizi dopo un parziale recupero è peggiorato a gennaio con il diffondersi della variante Omicron, quando la fiducia è scesa ai minimi in 12 mesi e l’indice Ihs Markit Pmi dell’attività terziaria italiana è sceso di oltre 4 punti. Forse la serie negativa non è ancora destinata a concludersi, visti i fondati timori delle imprese manifatturiere. Possiamo invece trarre buoni auspici dalle molteplici iniziative che la nostra sezione conduce a Lucca, Pistoia e Lucca, anche lavorando con gli altri gruppi: il forte impulso ricevuto dalla transizione digitale ha necessità di competenze e, per fortuna, viviamo in un territorio sensibile a queste istanze di innovazione avanzata. Osserviamo poi che il difficile momento ha offerto l’opportunità di un ripensamento del modello di servizio, e che le aziende che hanno saputo differenziarsi, intercettare nuove esigenze delle imprese e anche elevare il livello della consulenza e della professionalità, hanno comunque continuato ad avere un trend di crescita.”

Maurizio Sarti, sezione sistema moda
“I dati della produzione del settore moda nel 2021 fotografano una situazione ancora emergenziale. I condizionamenti del quadro sanitario si sono andati riducendo ma sono comunque rimasti pesanti. Il recupero della normalità potrebbe essere abbastanza vicino ma ancora in questo inizio del 2022 non c’è. La socialità non è ancora tornata ai livelli precedenti il covid e la mobilità delle persone non è pienamente ripristinata, soprattutto dai paesi asiatici: questo significa che né la domanda può ancora recuperare i livelli precedenti né attività promozionali preziose come le riavviate fiere in presenza possono manifestare tutto il loro potenziale. Nel complesso del territorio Lucca-Pistoia-Prato la moda deve ancora recuperare il 16,6% della produzione rispetto al 2019, con accentuazioni diverse per i vari comparti: -14% il tessile, -15,2% l’abbigliamento e maglieria, -28,3% le calzature. Le previsioni espresse dalle imprese per i primi mesi del 2022 sono generalmente positive, con punte proprio per le calzature, il comparto che ha più sofferto. La sfida vera è riuscire a mantenere una ragionevole marginalità nonostante i costi di energia e materie prime”.

Federico Albini, sezione trasporti e logistica
“Se si stima che in Italia circa il 70% delle merci viaggia su gomma, si comprende quanto l’incidenza delle spese di trasporto rischi di allargarsi a macchia d’olio, laddove (fonte Anita) il prezzo del gasolio per autotrazione è aumentato di circa il 22% rispetto ai primi mesi del 2021, arrivando a toccare la quota di 1,65 euro al litro. Gli altri mezzi di trasporto (navali, ferroviari e aerei), vanno, anche per ragioni ulteriori che in altre occasioni abbiamo denunciato – si va dal  costo dei noli alla carenza diffusa di container -, nello stesso senso di abnorme crescita. La speranza è che il mercato, impazzito, torni su livelli accettabili per raffreddare una spinta al rialzo deleteria per tutti. Nella enorme difficoltà del momento, ed alla luce del processo di transizione ecologica e digitale che sta vivendo il nostro Paese, cerchiamo di trovare economie nel sistema della logistica, che vogliamo portare a interagire e cooperare per ottimizzare tutto il processo della catena di trasporto e per sviluppare un sistema nuovo e collaborativo all’interno della filiera”.

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