Pro-Gest annuncia la chiusura della Cartiera Tolentino: dipendenti in ferie, quindi in cassa integrazione

Il caro energia fa calare la scure anche sull'industria. Preoccupazione dalla Regione che vigila sulla vertenza

Il gruppo Pro-Gest pronto a chiudere sei cartiere per il caro energia, fra queste anche la Cartiera Tolentino a San Gennaro. I dipendenti sarebbero prima collocati in ferie, quindi in cassa integrazione.

cartiera del tolentino

La preoccupazione è alta e anche la Regione si è subito attivata. Così i consiglieri regionali del Pd Valentina Mercanti, Marco Niccolai e Mario Puppa: “Stiamo seguendo con grande attenzione la situazione di crisi del gruppo cartario Pro-Gest e abbiamo chiesto al consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali, Valerio Fabiani, di monitorare da vicino la vicenda che riguarda il futuro dell’azienda nel territorio della piana lucchese-pesciatina. Fabiani ci ha riferito che ha già chiesto alla proprietà un incontro per avere chiarezza sulle prospettive del gruppo in Toscana, viste le varie vertenze che si sono sviluppate in questi mesi.  Siamo consapevoli delle enormi difficoltà dovute alla congiuntura economica relativa agli aumenti dei costi energetici e crediamo che bisognerà fare tutto il possibile per evitare che essi ricadano sul sistema produttivo locale e sui livelli occupazionali: in ogni caso serve chiarezza da parte della proprietà sulle prospettive degli stabilimenti toscani”

Di oggi, comunque, anche l’allarme lanciato da Assocarta.

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Anche Confindustria Toscana Nord aveva fatto sentire la sua voce sul tema.

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Di oggi anche un intervento dell’attivista di sinistra, Tommaso Panigada: “Lo dico da anni che il distretto cartario lucchese senza una rivoluzione tecnologica ed ambientale non ha futuro, un pensiero il mio che nasce dalla conoscenza della realtà produttiva e delle sue fragilità ma anche delle possibili alternative per evitare un destino segnato. Senza la consapevolezza del “limite” della piana e delle valli in cui sono ubicate le cartiere, della dipendenza da fuori per materie prime ed energia, conoscenza della fragilità del bene acqua la carta non si può fare e non andiamo da nessuna parte”.

“Nessuna cultura del lavoro e d’impresa basata sull’eccesso di stress della natura giunto al limite della rapina potra’ impedire che al variare delle condizioni internazionali di favore per i costi delle materie prime (fibra di cellulosa lignea e prodotti chimici) ed energia non salti il banco. La politica locale al di là delle chiacchiere e distintivo è stata ed è in larghissima parte al servizio o prona verso i desiderata di una borghesia imprenditoriale molto aggressiva e tecnicamente preparata ma sostanzialmente sorda e cieca. Adesso che sta per venir giù tutto e molta produzione rischia di fermarsi va ripensato l’intero ciclo produttivo, passare in tempi brevi ad una produzione da cellulosa di fibra e no lignea basata su di una agricoltura in zone umide rispettandone la natura e sostituendo altre culture improduttive ed idrovore, valorizzare un ciclo biologico che produca energia dalle biomasse, ridurre il consumo specifico dell’acqua per chili di carta prodotta, rivedere gli stili di vita e la modalità dei consumi. Piaccia o non piaccia quelli che sostengo le chiacchiere stanno a zero, i fatti si incaricheranno di smentirmi o meno, per ultimo non mi chiamo Cassandra ma Tommaso”.

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