Sciopero farmacie comunali, adesione alta in Toscana

Gestori e dipendenti a un presidio partecipato davanti alla Cispel per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro

Oggi (30 maggio) in Toscana alta adesione allo sciopero regionale per le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie comunali (ex municipalizzate): si è svolto anche un partecipato presidio davanti alla sede Cispel di Firenze con tanti camici bianchi. L’iniziativa sta all’interno di una mobilitazione nazionale, lanciata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai da sette anni.

“Chi lavora nelle farmacie garantisce sempre più servizi sanitari senza avere da troppo tempo riconoscimento professionale ed economico. Dopo tutto il lavoro fatto per i cittadini in pandemia, dopo sette anni senza rinnovo del contratto, servono adeguamenti”, hanno detto i sindacati. In Toscana le farmacie comunali sono più di 200 per quasi 700 lavoratori. “Si tratta di un settore con lavoratori e lavoratrici di alto livello, da tempo vengono chieste loro ancora mansioni aggiuntive ad alta professionalità che però poi non è riconosciuta nel contratto. Oggi in Toscana è stata altissima l’adesione allo sciopero, siamo al cospetto di una risposta importante che non può non essere ascoltata dalle controparti”, ha spiegato Luisella Brotini di Filcams Cgil Toscana.

A Firenze su 60 farmacie comunali sono rimaste chiuse 55, quelle aperte erano quasi tutte di turno. “Il presidio in via Paisiello è stato molto partecipato, così come l’adesione allo sciopero è stata altissima, con punte del 100%, una situazione sicuramente figlia anche del fatto che nel fiorentino le farmacie sono sempre state sindacalizzate. Da Firenze e dalla Toscana parte un messaggio forte alle controparti in vista dell’incontro di domani col sindacato: la professionalità di queste lavoratrici e questi lavoratori deve essere valorizzata”, ha dichiarato Chiara Liberati di Filcams Cgil Firenze.

Alla base della protesta di oggi, hanno spiegato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, “l’indisponibilità dell’associazione datoriale Assofarm a definire un impianto normativo ed economico adeguato alle professionalità del comparto, che tanto ha dato nel corso della pandemia, anche a fronte delle modifiche legislative intervenute che hanno cambiato in maniera sostanziale il lavoro del farmacista. Salario, orario di lavoro, mercato del lavoro e professionalità sono gli argomenti sui quali le proposte dell’associazione datoriale appaiono pesantemente insufficienti. Inaccettabile la richiesta datoriale di aumentare a 40 ore effettive l’orario di lavoro, in un settore in cui tra l’altro lavora un’ampia maggioranza di donne. Insufficiente, infine, anche la proposta datoriale sul riconoscimento della professionalità, quantificata da Assofarm con un’indennità mensile di 20 euro lordi per i farmacisti che realizzino tutte le mansioni della farmacia dei servizi, di cui almeno 100 vaccinazioni l’anno”.

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