Precario e sottopagato, è il lavoro delle donne. Spi Cgil: “Disparità endemiche” foto

Sul problema si sono accesi i riflettori alla festa convegno LiberEtà a Massarosa

La Brilla, antico opificio nel comune di Massarosa, nella serata di ieri (20 settembre) è stata la sede della terza festa convegno di LiberEtà, il mensile dello Spi Cgil, organizzata dallo Spi Cgil Lucca.

Al centro della discussione le tematiche di genere, attraverso l’approfondimento di quattro macro-argomenti che toccano in modo trasversale tutta la società: il linguaggio, l’uguaglianza di genere, i lavori discriminanti e la medicina di genere. 

Per contribuire al dibattito, introdotto dalla responsabile del coordinamento Donne Spi Lucca Emanuela Bianchi e moderato dal segretario dello Spi Cgil Lucca Roberto Cortopassi, sono intervenuti numerosi ospiti, tra cui: la sindaca di Massarosa Simona Barsotti, assieme all’assessora al sociale Alberta Puccetti e alla responsabile delle pari opportunità Teresa Alice Checchi; la segretaria della Cgil Filcams Versilia Sonia Campeol; la consigliera provinciale con delega alle pari opportunità Teresa Leone; la segretaria nazionale medici e dirigenti servizio sanitario nazionale per la Fp Cgil Patrizia Fistersmaire; e la responsabile del coordinamento Donne Spi Cgil regionale Marisa Grilli.

“Nel corso degli interventi – spiega Spi Cgil -, si è parlato di come la disparità di genere sia ancora un fenomeno endemico, basato su un modello patriarcale portato avanti anche dal linguaggio che usiamo. Il nostro vocabolario si sta infatti dimostrando resistente ai cambiamenti contro il sessismo (modi di dire e mancanza di declinazioni al femminile per molte professioni), che dovrebbero favorire un cambiamento a livello sociale.  Le disparità di genere si notano particolarmente nell’ambito lavorativo, in cui è presente una forbice salariale tra uomini e donne, spesso soggette anche a forme di denigrazione delle loro competenze o di molestie sul posto di lavoro. La questione salariale è dovuta alle possibilità di fare carriera, limitate per il mondo femminile a causa del lavoro di cura della famiglia e della casa che, secondo un preconcetto ormai datato, ricade sulla donna”.

Il lavoro al femminile si presenta inoltre spesso come precario e povero, come spiegato dagli esempi forniti da Sonia Campeol, segretaria Filcams, una delle categorie con il più ampio tasso di occupazione al femminile. Una condizione dovuta frequentemente ai contratti in appalto che, secondo la logica del massimo risparmio, razionalizzano le risorse adoperando tagli al personale e/o all’orario di lavoro.
“Una serie di problemi che si stanno dimostrando al di fuori delle priorità della politica, anche se l’attuale crisi ha dimostrato di aver colpito maggiormente proprio le donne. Sarebbe invece necessario – sottolinea Spi Cgil – un impegno a livello strutturale per l’appianamento delle disparità di genere, che potrebbe però non essere sufficiente. Per superare queste problematiche infatti l’unica soluzione sembra essere quella di sensibilizzare i bambini fin da piccoli, sia in ambito familiare che in quello scolastico”.

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