Esuberi alla Valmet, il 26 maggio il primo confronto con i sindacati. Sulla graticola anche gli impiegati
Bruno Casotti (Fim Cisl): “Non è possibile procedere a ritmo di ristrutturazioni, quando oltretutto non ci sono le premesse”
Un annuncio choc quello della proprietà di Valmet (ex Perini e ex Korber) di Mugnano che intende procedere a un nuovo taglio sugli organici – dopo la ristrutturazione su base volontaria di alcuni mesi fa – con l’annuncio di 20-22 licenziamenti. Dopo il sit-in di giovedì scorso ai cancelli dell’azienda dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, oggi c’è una data a cui si appellano le speranze, e soprattutto le azioni, dei tre sindacati.
“Siamo veramente indignati di quanto sta succedendo alla Valmet che getta di nuovo i lavoratori in un inaccettabile stato di incertezza – dichiara Bruno Casotti, segretario Fim Cisl – E tutto ciò senza un motivo vero visto che allo stabilimento di Mugnano sono entrati ordini per oltre 20 milioni di euro che coprono tutta la produzione del 2026. Il 26 maggio prossimo avremo il primo incontro in azienda, nel quale i vertici ufficializzeranno l’annuncio e da quel momento ci saranno 75 giorni per trovare la migliore via di uscita. Il nostro impegno in questo senso sarà totale per i nostri iscritti e per tutti i lavoratori”.
Dunque il 26 maggio la questione esuberi a Mugnano – iniziativa che la multinazionale finlandese ha intrapreso anche negli stabilimenti di Bologna, Milano e Gorizia – entrerà nel vivo.
“Il punto è che non è possibile procedere a ritmo di ristrutturazioni, quando oltretutto non ci sono le premesse – sottolinea Casotti di Fim Cisl – A questo punto diventa essenziale che l’azienda presenti il piano industriale per dare chiarezza e serenità ai lavoratori. Da questo non si può prescindere”.
Ancora non si sa la scure dei tagli dove cadrà, la preoccupazione è generale. Al punto che giovedì al sit-in c’erano anche molti impiegati.
“Purtroppo quando una multinazionale acquista uno stabilimento si deve capire qual è l’intento che la muove – è il commento di Giacomo Saisi, anche lui con Casotti e con Nicola Riva (Fiom Cgil) in prima linea in questa battaglia sindacale ancora piena di incognite – Far crescere lo stabilimento sul territorio oppure acquistare solo quote di mercato? In più un’azienda quotata in borsa come Valmet si muove anche nell’ottica di far salire il valore del titolo e la mossa purtroppo spesso è proprio quella del taglio sugli organici”.