Storie di emigrazione: Alfredo Giovannoni “fratello coraggio”

L’Associazione culturale Ambasciatori della fame, già da tempo, si interessa di restituire all’Italia la memoria dei suoi figli emigrati all’estero. Fra questo la storia di padre Alfredo Giovannoni.
Padre Alfredo Giovannoni, “Fratello Coraggio”, fu il primo sacerdote, il più amato, nello Utah.

Alfredo Giovannoni nacque, il 13 aprile del 1881, nella frazione di San Ginese di Compito, comune di Capannori, in provincia di Lucca. Fu ordinato sacerdote, nella diocesi di Lucca, il 23 ottobre del 1904. Fu vice-parroco in numerosi comuni della Lucchesaia. Nel 1911 si manifestò negli Stati Uniti, visto il crescente numero di emigranti, la necessità di sacerdoti italiani. E Padre Alfredo Giovannoni, che oltretutto aveva una sorella in America, offrì immediatamente la sua generosa disponibilità. All’inizio giunse nel Wisconsin e precisamente nella cittadina di Racine sulle rive del lago Michigan. Poi a a Beloit, sempre in Wisconsin, nella parrocchia di St.Paul’s Episcopal Church. Dopo un breve ritorno in Italia nel 1917 fu inviato alla Chiesa di Sant’Antonio di Helper, contea di Carbon, nello Utah.
In questo territorio rimarrà fino al 1930. Al suo arrivo, in questa terra bella ma ostica, fu accolto, primo sacerdote italiano, con grande entusiasmo dalla nostra comunità. Fece costruire chiese, mense per poveri, ricoveri per anziani, asili e scuole. In questo suolo abitato soprattutto da minatori lui rappresentò un faro di fede e di concreto aiuto. Dal 1918 ebbe anche la responsabilità religiosa di Prince sempre nello Utah. E anche qui la sua azione si fece sentire. Rese possibile grazie ai contributi dei fedeli la costruzione di una bellissima chiesa dedicata al vescovo Joseph S. Glass. Chiesa dove trovava alloggio chiunque ne avesse bisogno. Un giornale scrisse: “La chiesa è un monumento duraturo d’amore che sappiamo dovuto a Padre A. F. Giovannoni. Solo la sua grande fede, il suo ottimismo e il suo indomabile coraggio hanno reso possibile questo”. Negli anni ’20 la chiesa ospitò anche le Suore della Carità che vi aprirono la “Notre Dame School”. Nel 1925 Padre Alfredo fu nominato monsignore. Nel 1930 fu trasferito alla parrocchia di St. Patricks a Salt Lake City. Durante la seconda guerra mondiale il padre Giovannoni fu stato “cappellano” dei circa 10.000 prigionieri di guerra italiani in Utah dal 1943 al 1947. Di lui ancora oggi ricordano come seppe riunire nella fede e nell’amicizia italiani, sloveni, francesi, baschi, europei del nord e cattolici americani. Capitolo a parte il suo indissolubile legame con il mondo della miniera. Raggiunse i minatori in ogni luogo e celebrò messe all’interno delle miniere. Quando capitavano incidenti, purtroppo spessissimo, lui si precipitava anche all’interno delle gallerie e con la “sua” lampada per offrire il suo contributo religioso ed anche fisico. Un episodio, in particolare, lo fece amare ancora di più. Nel 1920 una signora corse da lui e gli disse: “Io non sono cattolica ma lassù sulle montagne un uomo morente ha chiesto la parola di Dio. Si chiama Pat Meehan è un minatore e vuole solo lei”. Quell’uomo malato e morente si trovava a duecento chilometri da Padre Giovannoni. Questo non scoraggiò il sacerdote. Per un tratto viaggiò in auto, poi dovette fare tutto il resto a piedi. Su sentieri impervi e pericolosi. Quando, distrutto dalla fatica, arrivò a East Carbon County il minatore che era ancora vivo gli sorrise e dopo poco, tra le braccia di Padre Giovannoni, serenamente morì. Da quel momento Padre Giovannoni divenne per tutti “Fratello coraggio”. Monsignor Alfredo Giovannoni morì il 5 ottobre del 1961.

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