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Ripresa economica, Bugli illustra il piano

La Regione Toscana imposta la programmazione economica sulla ripresa. È stato l’assessore regionale Vittorio Bugli a illustrare il documento di economia e finanza regionale per il 2017 e il programma regionale di sviluppo 2016-2020 nel corso della seduta della prima commissione (affari istituzionali, bilancio e programmazione) presieduta da Giacomo Bugliani (Pd). I documenti di programmazione economica saranno successivamente oggetto di esame e approvazione, entro il mese di settembre, da parte della commissione e del consiglio regionale, in vista dell’approvazione del bilancio regionale.

Il documento, ha spiegato l’assessore, prevede “la necessità di recuperare circa 200 milioni di euro sul nostro bilancio, in conseguenza degli accordi tra stato e regione e della manovra nazionale”. Cifra che al momento, “con 56 milioni già recuperati”, impone una manovra regionale “per il recupero dei circa 150 milioni restanti”. Il documento di economia e finanza, ha proseguito Bugli, “nella sua parte più programmatoria ricalca sostanzialmente il programma regionale di sviluppo, che analizza cosa è successo alla Toscana durante la lunga crisi iniziata nel 2008, ne rileva i punti di maggiore difficoltà insieme alle evidenze di una capacità di tenuta del sistema produttivo rispetto ad altre regioni: una riduzione del Pil minore rispetto al quadro nazionale, così come degli investimenti, una caduta dell’occupazione pure inferiore rispetto alle previsioni e alla media nazionale. Inferiore anche l’aumento della disoccupazione, che però ha raggiunto livelli preoccupati tra i giovani, con un terzo tra i 15 e i 24 anni disoccupato, 50 mila under 30 senza lavoro. Tra i punti di forza, l’andamento straordinariamente positivo rispetto al quadro nazione e talvolta anche europeo delle importazioni e la crescita del turismo. I colpi più duri li ha subiti l’industria e si sono accentuate le disparità territoriali, con un evidente ed accertata maggiore difficoltà della Toscana costiera”.
Di qui, gli interventi programmati. Nel momento attuale “sembrerebbe chiusa la lunga fase di recessione iniziata nel 2008”, ha detto ancora Bugli, ma la crescita “che ad oggi possiamo prevedere a livelli leggermente superiori rispetto alla media nazionale, non assicurerà la capacità di creare nuova occupazione. Quella occupazionale, dunque, resta la principale emergenza da affrontare nei prossimi anni”.
La strategia della regione, ha spiegato l’assessore, “punta a rilanciare gli investimenti, a favorire il processo di reindustrializzazione, a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani adeguatamente formati e a operare in modo differenziato nelle varie aree della Toscana per contrastare lo squilibrio determinatosi in questi anni”. Interventi da concretizzare “continuando a lavorare sulle eccellenze, individuando i soggetti più dinamici, in particolare quelli che hanno capacità di trascinare il contesto economico in cui operano”. Su un altro versante, “è nostro intendimento fronteggiare il disagio, anche per molti che pure non sono scesi sotto la soglia di povertà”. Per riuscire nell’intento, la regione si è data nove obiettivi, “sei dettati dall’Europa, tre più nostri”. I sei obiettivi ‘europei’: “Livello di occupazione pari al 75 per cento della popolazione tra i venti e i 64 anni; l’1,5 per cento del Pil reinvestito in ricerca e sviluppo; il raggiungimento di livelli relativi ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità energetica; tasso di abbandono scolastico al 13 per cento; il 30 per cento della popolazione tra i 30 e i 34 anni con istruzione universitaria; almeno 630mila persone in meno a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione”. I tre obiettivi ‘regionali’: “Favorire la reindustrializzazione, impedendo che si riduca il peso dell’industria sul Pil; ridurre le disparità territoriali; tutelate e difendere il territorio”.
In questo quadro di interventi, ha proseguito Bugli, la Toscana porta avanti il percorso “per ridimensionarsi rispetto all’Europa e al paese, costruendo una regione dell’Italia centrale con Umbria e Marche” e si impegna, al suo interno, “a una riorganizzazione amministrativa a seguito della soppressione delle province, con l’individuazione di zone-distretto”. Il programma regionale di sviluppo “sta diventando un po’ meno piano e un po’ più progetto: prevede 26 progetti regionali per 6,4 miliardi in cinque anni, progetti sui quali si può essere direttamente operativi”.  La manovra economica della Toscana, ha concluso Bugli, si inserisce “in un momento in cui si lavora a profonde riforme a livello nazionale, accanto alla riforma costituzionale, anche la riforma Madia” e anche per queste ragioni “è suscettibile di ulteriori adeguamenti e aggiornamenti”.

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