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Oltre 3mila nelle carceri toscane, il numero dei detenuti torna a crescere

Il numero dei detenuti ha ripreso a crescere. La commissione regionale sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), ha infatti approvato a larga maggioranza la relazione annuale del garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone. Bilancio delle attività svolte, presentazione dei dati sulle carceri della regione, valutazione delle prospettive: la relazione presenta un quadro aggiornato dei problemi legati alla detenzione e alle condizioni degli istituti penitenziari.

Corleone parte dal patto per la riforma del carcere in Toscana, siglato nel dicembre scorso con il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone, al fine di migliorare la qualità delle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri, e arriva al momento di “grande crisi dell’amministrazione penitenziaria che stiamo vivendo”. Tratteggia, inoltre, anche i tanti aspetti critici emersi in questi mesi: “Purtroppo abbiamo dovuto subire la dura replica dei fatti. Il provveditore regionale Martone è stato chiamato a reggere anche il provveditorato della Campania, da sei mesi è più a Napoli che a Firenze. Poi c’è il problema della direzione di Sollicciano”.
“Il numero dei detenuti ha ripreso a salire in tutta Italia, dove si è quasi a 57mila detenuti, mentre in Toscana i posti regolamentari disponibili sono circa 2mila 800, rispetto alle presenze vicine alle 3mila 200 unità”. In Toscana “è molto alto il numero di stranieri, oltre mille e cinquecento”. Sulle condizioni degli istituti nella nostra regione: “Sollicciano, Pisa, San Gimignano, Livorno, soffrono di una condizione di invivibilità dettata dal sovraffollamento e dalle condizioni strutturali. Nel carcere di San Gimignano, ad esempio, l’acqua non è bevibile”. Altre strutture, spiega ancora Corleone, sono ancora in attesa di ristrutturazione.
La chiusura degli Opg, “finalmente realizzata”, apre ora il problema delle Rems, “quella di Volterra, già attiva, e la seconda che è stata destinata a Empoli, ma non sarà disponibile prima dei sei mesi”. Con l’aggravante “del carico in più che viene a pesare sulla Toscana, per via della mancanza di Rems nella regione Umbria”. C’è poi il tema della salute mentale in rapporto alla detenzione, già affrontato di recente dalla stessa commissione con l’audizione della responsabile per la Asl Toscana centro del servizio di salute in carcere Gemma Brandi, con l’attenzione sulle sezioni speciali in fase di costituzione. “La gestione di queste sezioni – dice oggi Corleone – dovrebbe essere completamente sanitaria e non penitenziaria, se si vuole garantire un trattamento terapeutico adeguato. E non bastano quelle previste a Sollicciano e Livorno, ne servirebbe almeno una terza in Toscana”. Per arrivare alle cure odontoiatriche, “che non possono essere riservate ai soli detenuti toscani, come prescrive una norma approvata nella nostra regione”. Sui tossicodipendenti, che “sfiorano il 30 per cento” dei detenuti nella nostra regione: “C’è soprattutto il problema del pagamento delle rette per l’inserimento in comunità per detenuti non toscani e soprattutto per quelli stranieri”.
La detenzione femminile, ha proseguito Corleone “rappresenta una piccola percentuale, il 4 per cento della popolazione detenuta, ma non può essere trascurata e considerata una semplice appendice del carcere maschile”.
Un elemento positivo che riguarda in parte anche la nostra città: “Vi sono ingenti fondi disponibili per la ristrutturazione delle carceri toscane – dice Corleone – perché è stata annullata la decisione di costruire un nuovo istituto a Lucca”.
Quello che Corleone richiede con chiarezza è una “interlocuzione indispensabile” tra istituzione penitenziaria e Regione e la disponibilità a “realizzare i molti cambiamenti che sono indispensabili. Il tema delle articolazioni psichiatriche in carcere è delicatissimo”, così come “l’articolazione delle Rems a seguito della chiusura degli Opg”. I problemi, avverte il garante, “se esplodono possono farlo in maniera grave, specialmente in relazione alla psichiatria, sia nelle Rems, che altrove. Fino ad ora siamo stati miracolati, cerchiamo di provvedere”.
Il quadro “dettagliato e molto puntuale rispetto ai bisogni e alle singole casistiche”, ha osservato il presidente Scaramelli, mette in rilievo le tante criticità. “C’è una problematica oggettiva molto complessa sulla salute mentale, tema al momento sottovalutato anche per le possibili ricadute sociali”.

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