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Piano anticorruzione, Bianchi (M5S) interroga la giunta regionale sull’adesione alle linee guida Anac

“La corruzione si porta via quasi dieci miliardi di euro pubblici ogni anno e anche la Toscana, pur essendo regione virtuosa, contribuisce a questo conto”. Così Gabriele Bianchi, consigliere regionale e capogruppo del Movimento Cinque Stelle in un post sul sito web del gruppo a commento di una sua interrogazione sul tema.
“Il piano anticorruzione è lo strumento preventivo principale per invertire la rotta – prosegue Bianchi – e la trasparenza ne è parte costitutiva spesso trascurata. Non a caso nel novembre scorso Anac ha fornito nuove linee guida per attuare la normativa di prevenzione della corruzione, fissando un elenco di documenti che le società e gli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, regioni incluse, devono pubblicare nella sezione amministrazione trasparente dei loro siti web. Avevano tempo fino al 31 gennaio e vogliamo sapere dalla giunta se la scadenza è stata rispettata”.

“Un recente report Ansa – aggiunge Bianchi – indica che i soggetti pubblici attivi in fatti di corruzione sono per il 34% manager o dirigenti o funzionari pubblici, 30 per cento semplici dipendenti pubblici e a seguire nel 10 per cento dei casi sindaci, nel 7 per cento medici del servizi sanitario e 7 per cento assessori. Anche per questo i settori più esposti alla commissione di reati in materia di corruzione sono gli appalti per le infrastrutture e l’ambito sanitario, seguito dal sistema dei controlli”.
“Solo la diffusione della cultura dell’anticorruzione, centrata sulla programmazione dell’attività e sul controllo di gestione può cambiare lo scenario in meglio e per questo abbiamo accolto con soddisfazione il riconoscimento espresso da figure di Anac e non solo verso il piano anticorruzione del consiglio regionale – sottolinea il consigliere regionale M5S – visto che questo documento è un’eccellenza, perché non farlo diventare un modello per tutta la realtà regionale?”:
“Dalle Asl alle tante partecipate – conclude Bianchi – passando per le Fondazioni e le agenzie, la costellazione di organismi ed enti che ruotano attorno alla Regione Toscana potrebbero trarre giovamento dal riconoscere un modello cui riferirsi in materia di pianificazione per l’anticorruzione. La pubblica amministrazione deve abbracciare con convinzione i modelli gestionali che ridefiniscono il servizio pubblico secondo i principi di pianificazione, responsabilizzazione, trasparenza e controllo. Le leggi esistono già da tempo, compito di chi governa attuarle nell’interesse collettivo”.

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