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In rampa di lancio l’agenzia regionale per il lavoro

È pronta a nascere l’agenzia regionale per il lavoro che, nelle intenzioni della giunta, coordinerà l’attività dei centri per l’impiego ramificati sul territorio. In questo nuovo ente saranno trasferiti entro fine giugno i 417 dipendenti delle Province e della Città metropolitana che in quei centri oggi lavorano ma che da gennaio sono comunque già in prestito alla Regione. Un centinaio di lavoratori a tempo determinato potranno essere stabilizzati se in possesso dei requisiti entro un anno. La neonata agenzia subentrerà a titolo gratuito anche nelle quote della Fil, la società in house della provincia di Prato che gestisce il centro per l’impiego del territorio laniero. Il nuovo modello toscano dei servizi per l’impiego è tutto racchiuso all’interno della proposta di legge che la giunta regionale ha appena approvato e che porta la firma dell’assessore al lavoro Cristina Grieco e di quello al personale e all’organizzazione Vittorio Bugli. L’atto passa ora all’esame del Consiglio regionale.

“Si chiamerà probabilmente Arti, agenzia regionale toscana per l’impiego – annuncia il presidente della Toscana Enrico Rossi – e costituisce un punto importante del rinnovo dell’assetto organizzativo della Regione”.
Un’agenzia per il lavoro era già prevista nel 2014. “La sua attuazione era stata sospesa in attesa del riordino delle competenze a livello nazionale e poi anche degli esiti del referendum – spiega l’assessore Grieco -. Ci sono voluti tre anni e due importanti accordi quadro tra Stato e Regioni. Ma quando, pochi mesi fa, il governo ha definito e stanziato risorse stabili per la copertura dei costi del personale (22 milioni e 400 mila euro per la Toscana) il progetto ha potuto rimettersi in moto”.
“Aver piena potestà per organizzare i centri dell’impiego, che già da qualche tempo non si occupano più solo di incrociare domanda e offerta, è però strategicamente importante – spiega Vittorio Bugli -. Svolgono infatti un ruolo fondamentale nella gestione di tutte le politiche del lavoro, quelle il cui coordinamento e programmazione spetta adesso alle Regioni. Si occupano di formazione e riqualificazione, orientano, valutano le singole competenze, definiscono profili e offrono consulenze. Non solo ai lavoratori ma anche a datori e imprese. Non in modo occasionale ma permanente. Un peso e un ruolo strategico, sottolineato dalla stessa Europa, che in futuro si vuole rafforzare e su cui la giunta toscana è già intervenuta attraverso un processo di riorganizzazione e potenziamento già in questa fase transitoria iniziata quando molte delle competenze provinciali due anni fa sono tornate in capo alla Regione”.
Nel dettaglio, il modello di governance scelto prevede il mantenimento in capo alla Regione della programmazione, del monitoraggio e delle analisi delle politiche del lavoro. Alla Regione anche la definizione degli interventi finanziati attraverso fondi comunitari, nazionali e regionali e delle linee di indirizzo e degli obiettivi della rete regionale dei centri per l’impiego, nonché degli standard di qualità dei servizi per il lavoro. Sarà sempre la Regione che si raccorderà, al riguardo, con l’Agenzia nazionale per l’occupazione. All’Agenzia regionale per il lavoro spetterà invece la gestione della rete regionale dei centri per l’impiego, delle misure di politica attiva e dei servizi erogati a cittadini e imprese, in coerenza con i livelli essenziali delle prestazioni stabiliti a livello nazionale e con gli standard qualitativi regionali.

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