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Calendario venatorio, ancora nessuna risposta da Ispra

Saranno 15 in meno rispetto a quanto stabilito dalla Regione Toscana le giornate del calendario venatorio nel 2019. Questo il responso che emerge dalla sentenza del Consiglio di stato pubblicata lo scorso 17 settembre e che ribalta quanto aveva espresso in primo grado il Tar della Toscana a seguito del ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste. La Regione ha richiesto d’urgenza un parere aggiuntivo all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), rispetto alla possibilità di reintegrare con un nuovo atto le tempistiche decurtate dal provvedimento giudiziario. Un parere che però sta tardando ad arrivare lasciando con le mani legate l’organo di governo regionale.

“Ad oggi purtroppo – commenta l’assessore Marco Remaschi – nonostante sia trascorso quasi un mese dalla richiesta, non abbiamo ancora avuto risposta dall’Istituto del ministero dell’ambiente tenuto a fornire i pareri rispetto ai calendari venatori regionali, obbligatori per legge. In assenza di tale parere infatti non è possibile per la Regione l’approvazione, in tempi utili per mettere in campo azioni correttive, di atti che possano in qualche modo ripristinare il calendario venatorio originario, poiché tali atti risulterebbero illegittimi con gravi conseguenze anche dal punto di vista penale”.
“Il nostro calendario – conclude Remaschi – è redatto secondo i più aggiornati dati scientifici disponibili a livello europeo e per questo riteniamo, come confermato anche dal primo pronunciamento del Tar, che quanto previsto consentisse una gestione venatoria sostenibile di tutte le specie cacciabili, comprese quelle oggi oggetto di chiusura anticipata. Riteniamo quindi che quanto ordinato dal Consiglio di Stato sia una limitazione dei diritti legittimi dei cacciatori, verso i quali manifestiamo la nostra solidarietà, ribadendo che la responsabilità di quanto sta avvenendo è da attribuire unicamente all’autorità giudiziaria verso la quale, in queste condizioni, non abbiamo alcuna possibilità di intervento”.
Alla luce della nuova sentenza risulta quindi che la stagione venatoria si chiuderà giovedì (17 gennaio) per quanto riguarda la caccia a cornacchia grigia, ghiandaia, gazza, alzavola, marzaiola, germano reale e colombaccio. Mentre è già chiusa la caccia al merlo e alla beccaccia.

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