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Sanità, Marchetti accusa: “Oltre 139 milioni di perdite per le Asl toscane”

“Sono pari a 139.428.568 le perdite d’esercizio con cui si chiudono i bilanci 2017 delle Aziende sanitarie toscane”. Con queste parole va all’attacco Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale.

“In particolare – prosegue Marchetti – il dato deriva dalla somma dei -24.355.049 milioni di perdita nella Asl Toscana Centro, dei -54.302.557 della Nord Ovest e dei -60.770.962 della Sud Est. A questi vanno poi aggiunti i -39.353.526 dell’Azienda ospedaliero universitaria pisana, l’ospedale Santa Chiara Cisanello insomma, e chissà quanti altri visto che la delibera di approvazione dei documenti contabili 2017 del sistema sanitario regionale, la 407 del 25 marzo scorso, è saltata a piedi pari nell’elenco di pubblicazione di tutti gli atti di quella seduta di giunta. Cioè proprio da 406 la banca dati salta a 408. Poco male: il dato resta contenuto nelle delibere e decisioni di corsa al ripiano. Le ho spulciate tutte”.
“Non mi date la delibera 407 con i bilanci? E io risalgo la corrente come i salmoni. Prendiamo infatti la delibera 408 dello stesso 25 marzo. E’ da lì – spiega Marchetti – che ho recuperato i dati di passivo azienda per azienda. Perché? Beh, perché quella è la delibera che ha per oggetto l’assegnazione di risorse per euro 37.696.675,98 alle Aziende sanitarie a titolo di reintegro del patrimonio netto. Un piccolo poggio, quei 37 milioni e mezzo, che non fa certo pari con la buca schematizzata nell’allegato 2 della delibera stessa. Del resto quello c’è, e la goccia nel mare del debito viene ripartita con 2.732.898,55 euro alla Asl Centro, 9.357.868,86 alla Nord Ovest e 12.960.248,84 alla Sud Est che era la più esposta. Ancora, 12.645.659,74 milioni vengono assegnati a Cisanello. Ne resta un passivo che dopo la copertura è mitigato per modo di dire: -114.377.552 di euro totali per le Asl e ancora -26.707.866 di euro per l’Aou di Pisa”.
Marchetti ha sempre sostenuto che “il paziente sanità toscana fosse grave”: “Il rosso di bilancio era già nascosto nelle pieghe di una delibera del novembre scorso, la 1281, su cui avevo presentato un’interrogazione a risposta scritta. Risposta di cui naturalmente – allarga le braccia il capogruppo azzurro – sono ancora in attesa. Come se non parlarne facesse tornare i conti della sanità in pareggio. Non è così, e gli atti del 25 marzo scorso lo dimostrano, pubblicati o no”.
E tra quelli messi in rete ce n’è un altro che attira l’attenzione di Forza Italia: “E’ la decisione 48, sempre del 25 marzo scorso, che per oggetto ha la definizione di un programma di reintegro del patrimonio netto delle aziende sanitarie toscane. Lì – ricapitola Marchetti – viene ricostruita in parte la genesi delle perdite d’esercizio, attribuite agli ‘ammortamenti non sterilizzati’ di annualità precedenti e in certa misura già ripianati nel tempo. Nella decisione la giunta afferma di calcolare ‘complessivamente in 129,814 milioni le perdite pregresso complessivamente rimaste ancora da ripianare, al netto delle coperture già definite’. E si pone il problema di ‘definire un programma di ripiano delle perdite pregresse, portate a nuovo ancora residuanti negli stati patrimoniali delle aziende sanitarie, riguardante gli esercizi che vanno dal 2019 al 2037 compresi’. Il 2037 è il fatti l’anno individuato già nel 2011 come dead line per completare le coperture dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza. Due gli obiettivi che si propone la decisione 48: procedere con la presentazione formale al tavolo degli adempimenti del sopracitato programma di ripiano delle perdite pregresse pari a complessivi 129,814 milioni di euro’ e ‘predisporre gli atti necessari per il reperimento di 6,833 milioni annui a valere sugli stanziamenti del bilancio di previsione 2019/2021 e successivi’. Che ora andranno trovati, possibilmente tagliando poltrone e non prosciugando ulteriormente i servizi alle persone che debbono rappresentare il core business di un sistema sanitario degno di chiamarsi tale. Quello toscano è davvero al limite”.

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