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Sanità, dati in miglioramento ma è sos per cure oncologiche

“Il servizio sanitario nazionale è un bene comune che va tutelato”. Queste le parole del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, subito dopo aver appreso della mancanza di un farmaco, la molecola mitomicina (utilizzata per la prevenzione delle recidive nel tumore della vescica), necessaria per portare avanti le terapie di 25 pazienti oncologici a Careggi ed altri a Pisa.

“Bisogna che tutte le forze politiche affrontino questo tema – continua Rossi – Noi, come Toscana, siamo disposti a dare una mano, ma è necessario che la ministra Grillo si impegni in prima persona perché il sistema sanitario è, appunto, nazionale e l’impegno delle singole Regioni non basta. Non ci saremmo mai dovuti trovare in questa situazione: ospedali privi di farmaci per le cure oncologiche. Già il Piemonte ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica per verificare se ci sono aspetti di rilevanza penale e se la salute dei cittadini è stata messa a rischio per ragioni speculative. Adesso anche la Toscana darà mandato all’avvocatura di fare lo stesso. Nel frattempo ho dato mandato ad Estar, l’agenzia che si occupa delle forniture per tutte le strutture sanitarie pubbliche toscane, di dare il via ad una vera e propria ‘caccia al farmaco’ in tutta Europa per fronteggiare la situazione”.  
Le inadeguate forniture di questo e di altri farmaci erano state segnalate a livello nazionale dall’Aifa a gennaio ed in assenza di provvedimenti nazionali la Toscana si era mossa per chiedere all’Aifa stessa l’autorizzazione ad acquistare all’estero i prodotti, ma il via libera è arrivato soltanto il primo di luglio ed i tempi per reperire il farmaco sono ancora incerti, così i pazienti che a Careggi ed a Pisa stanno seguendo terapie che prevedono questa molecola rischiano di veder interrotte le cure e pregiudicato il percorso di guarigione. 
“Si provveda, si facciano leggi urgenti, si mandino i Nas se ci sono elementi che fanno pensare ad azioni speculative da parte dei grossisti del farmaco – ha detto Rossi – ma il Servizio sanitario nazionale, e sottolineo nazionale perché questo problema non riguarda solo la Toscana ma tutta Italia, è a corto di farmaci oncologici di vecchia generazione e questa è una situazione insostenibile. Questo significa mettere a rischio la salute dei cittadini, costringere pazienti oncologici ad interrompere le cure in atto con pregiudizio per il processo di guarigione. Dalle parole di tanti esperti del settore – prosegue Rossi – si evince che sono in atto delle speculazioni sul costo dei farmaci e lo Stato resta immobile. Vi pare possibile che grossisti e farmacie private italiane vendano all’estero la mitomicina ad un prezzo 10 volte superiore a quello concordato in Italia per il Ssn? E che nessuno faccia niente per frenare questo commercio parallelo sulla pelle dei pazienti e dei malati? Lo Stato agisca, il ministro agisca. Perché in questo settore il mercato non può regolarsi da solo, la libera circolazione delle merci collide con le cure essenziali che il Ssn deve garantire ai pazienti oncologici”. 
“Già a gennaio l’Aifa aveva comunicato una lista di farmaci a rischio, per i quali si registrava una inadeguata fornitura. Tra questi ci sono anche alcuni farmaci non sostituibili. Si cerchino i farmaci all’estero, dovunque. E se le multinazionali speculano e ritirano i farmaci più vecchi e meno costosi dal mercato per poterne inserire altri nuovi e più costosi, si facciano una legge e dei contratti che obbligano i fornitori, nel momento in cui introducano farmaci nuovi, a garantire anche la sopravvivenza di quelli vecchi per la continuità delle cure. Se ci sono grossisti che comprano i farmaci ma poi li rivendono all’estero perché lì non’è l’Aifa che regola i prezzi e le medicine costano di più, si trovi il modo per impedire che questo accada. Anche discutendo con l’Europa se c’è un problema di libera circolazione delle merci”. 
Il presidente ha poi concluso: “Prendo atto con dolore della deriva che sta prendendo il sistema sanitario nazionale, dova da un lato mancano gli specialisti, dall’altro mancano i farmaci. E nonostante questo il governo ancora non avvia provvedimenti per reperire questi medicinali, né programma in maniera efficace le specializzazioni: giusto ieri c’è stato il concorso per le selezioni degli specializzandi: hanno partecipato 18mila giovani medici per 8mila posti nelle specializzazioni. Solo 8mila, così avremo 10mila medici in giro, non specializzati, mentre negli ospedali mancano i professionisti”.Tanti anche i dati in miglioramento e che miglioreranno ulteriormente grazie al grande lavoro che la Regione sta portando avanti. L’assessore regionale al diritto alla salute, al sociale e allo sport Stefania Saccardi ha aperto stamattina al Teatro della Compagnia a Firenze, la giornata di lavoro sul Rapporto welfare e salute 2019. La ricerca è condotta da Regione Toscana, Ars (Agenzia regionale di sanità) e MeS (Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa). 
“I dati del rapporto – ha detto Stefania Saccardi – sono sostanzialmente positivi, ma non possiamo nascondere ci sia qualche criticità. Il rapporto, che ormai mette insieme da tre anni tanti indicatori interessanti su salute, sociale e sport, quest’anno contiene anche una valutazione sull’effetto delle riforme più recenti del sistema sanitario. Il quadro è certamente positivo per tanti aspetti, patologie tempo-dipendenti, aspettativa di vita delle persone con malattie oncologiche, prevenzione, per i quali la Toscana eccelle rispetto ad altre regioni. Sulle criticità stiamo lavorando”. 
“Quando – ha aggiunto Saccardi – leggo che cresce la sopravvivenza a 5 anni delle persone con patologia oncologica, vuol dire che si tratta di vite umane che riusciamo a salvare grazie all’organizzazione e alla capacità di risposta del sistema. Emergono anche alcuni limiti e aspetti sui quali dobbiamo lavorare; ad esempio non ci sono miglioramenti sensibili nella presa in carico della cronicità, oppure che va migliorata la rete di cure palliative attraverso interventi maggiori. Va sottolineato che gran parte dei dati si riferisce al 2017. Non vengono tenuti in conto gli interventi e le misure prese nel 2018 e in questi primi mesi 2019: sono convinta che alcuni di questi dati sono sicuramente migliorati. Dai dati che il MeS ha presentato a Bari, confrontando i vari sistemi sanitari, abbiamo rilevato un ulteriore miglioramento in tanti tipi di risposte. Tornando alle cure palliative, abbiamo approvato una delibera che ha costituito la rete delle cure palliative e stiamo lavorando sull’organizzazione con esiti positivi che potremo toccare con mano”.

 

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