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Ordine infermieri in Regione: “Manca personale”

Carenza di infermieri e molte incongruenze nell’applicazione della normativa che prevede l’ambulanza infermieristica. Sono questi i due problemi principali emersi stamani (12 settembre) durante l’audizione dei rappresentanti degli Ordini delle professioni infermieristiche (Opi) della Toscana, che sono stati ascoltati dalla Commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd).

Il coordinatore Opi Toscana, Giovanni Grasso e il presidente dell’Ordine di Firenze e Pistoia, Daniele Massai, intervenendo a nome di tutti, hanno delineato un quadro estremamente difficile: “In Toscana gli infermieri sono pochi e la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni. Si prevede – hanno spiegato – che circa mille e 300 infermieri andranno in pensione di qui a poco, grazie anche alle nuove disposizioni in materia pensionistica. Ciò porterà a 4mila il numero dei professionisti che mancano in Toscana. Con disagi e rischi non solo per chi è rimasto a lavoro e si deve sobbarcare carichi immensi, ma soprattutto per i cittadini toscani: numerose ricerche hanno evidenziato che quando si scende dai parametri ideali di numero di presenza di infermieri per paziente, il rischio di mortalità per mancanza o inadeguatezza di cure cresce in maniera esponenziale”.
Un altro problema è rappresentato dalla cosiddetta ‘ambulanza infermieristica’, che è stata prevista da una serie di normative nazionali, poi riprese dalla Regione, che prevedono che possa essere inviata in alcuni casi un’ambulanza con un infermiere qualificato a bordo (senza dunque il medico) che può comunque garantire interventi fondamentali di soccorso avanzato, come il sostegno alle funzioni vitali e altre manovre. “Ma – denunciano gli Ordini professionali degli infermieri – il servizio di questo tipo di ambulanza è applicato a macchia di leopardo nelle varie province. Chiediamo che sia effettuat un monitoraggio e un controllo sulle varie aziende, in modo da ristabilire un quadro legittimo e uniforme”.
Questa mattina la Commissione ha votato anche  la presa d’atto del testo definitivo del Piano sanitario e sociale integrato regionale 2018-2020, dopo l’inserimento degli ultimi emendamenti e alcuni ritocchi. Ora il nuovo piano è pronto per passare al vaglio e al voto definitivo dell’aula. Il nuovo piano, a valenza triennale, delinea le strategie sanitarie e sociali della Regione e vuole essere un agile strumento di programmazione socio-sanitaria, con una più marcata integrazione tra politiche sociali e politiche sanitarie. Grazie anche al lungo lavoro di rielaborazione in Commissione, sono stati fissati dieci obiettivi strategici che guidano le azioni del piano (i cosiddetti ‘driver’): prevenzione, disuguaglianze di salute e sociali, liste di attesa, vivere la cronicità, nuovi modelli di “care”, innovazione e informazione, welfare etico e partecipazione, competenze e lavoro tra sicurezza e modernità, sostenibilità, qualità del fine vita.
I destinatari delle azioni dedicate del piano (indicati come ‘target’), sono i genitori, i bambini, i giovani, le donne, gli anziani, gli stranieri, i lavoratori, le popolazioni residenti nelle aree interne, montane e insulari, le persone detenute negli istituti penitenziari. Infine il testo dedica attenzione, con tre specifici ‘focus’, ai pazienti oncologici, alle persone con disabilità, alla salute mentale.

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