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Terzo settore sempre più protagonista in Toscana. Ecco la proposta di legge

Promuovere e sostenere gli enti del terzo settore e le altre formazioni sociali, definendo le modalità del loro coinvolgimento attivo nell’esercizio delle funzioni regionali di programmazione, indirizzo e coordinamento e nella realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni della comunità regionale. Questo lo spirito della proposta di legge regionale sul Terzo settore denominata Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore toscano, approvata dalla Giunta regionale nella seduta del 9 settembre scorso.

La legge, che ha richiesto mesi di lavoro, è frutto di una concertazione tra i soggetti più rappresentativi del Terzo settore, a partire dal Forum, vari settori tecnici della Regione, l’Anci, ed esperti del mondo universitario (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), del Cesvot e delle rappresentanze di settore. La Pdl è stata presentata stamani, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente Enrico Rossi e dall’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, alla presenza di numerosi rappresentanti del Terzo settore e di Anci Toscana.
“Questa è una buona legge, motivo di soddisfazione – ha detto il presidente Rossi – È la prima legge regionale che riconosce al vasto mondo del volontariato il diritto di partecipare alla progettazione e alla programmazione. Le istituzioni soffrono una crisi di rappresentanza, noi preferiamo una democrazia partecipata, vogliamo aprire alla partecipazione, riconoscere l’apporto che il volontariato dà alla società toscana: che non sarebbe la stessa se non avesse quelle migliaia di volontari che anche io incontro sempre in tante occasioni. La Consulta che faremo diventa punto di riferimento per le proposte che il Terzo settore vorrà fare alla giunta, e momento di confronto per gli atti che la giunta vorrà fare”.
L’assessore Saccardi ha rivolto un ringraziamento a tutti quanti hanno lavorato alla stesura di questa legge che, ha ricordato, “è la seconda legge regionale straordinariamente innovativa, che si aggiunge alla legge già fatta sulla cooperazione sociale. È un impegno che ci eravamo presi a febbraio, alla Conferenza regionale del Terzo settore, e lo abbiamo mantenuto. Questa è una norma importante per quello che dice, ma anche perché può essere la cornice normativa alla quale le amminsitrazione locali possono fare riferimento per ancorare le loro scelte”.
In seguito alla riforma nazionale, Regione Toscana ha deciso di accompagnare questa fase di trasformazione del Terzo settore, costruendo percorsi e occasioni di scambio e condivisione con questi Enti, a partire dalla Conferenza regionale che si è svolta al Mandela Forum di Firenze nel febbraio scorso alla presenza di oltre 700 persone, durante la quale il presidente Rossi e l’assessore Saccardi si erano presi l’impegno formale di emanare una legge relativa agli Enti del Terzo settore toscano entro l’estate 2019. La legge toscana presentata ora dalla giunta risulta essere, analogamente alla Legge regionale 58/2018 sulla Cooperazione sociale, la prima legge regionale post Codice in ambito nazionale.
La norma riguarderà il Terzo settore formalizzato (volontariato, promozione sociale e cooperazione sociale), ovvero oltre 6.500 enti, tra volontariato, promozione sociale e cooperazione sociale, che operano nell’ambito delle responsabilità pubbliche di natura sussidiaria, sociale, sanitaria, civile, ambientale ed economica, rappresentando l’essenza stessa della trama e ordito dei caratteri della cittadinanza.
Va ricordato tuttavia che la Toscana conta oltre 26mila soggetti appartenenti al variegato mondo del non profit (di cui il Terzo settore formalizzato fa parte), con 430mila volontari e oltre 60mila addetti. Un mondo assolutamente protagonista in attività e iniziative d’interesse generale, che lavora a stretto contatto con l’ente pubblico, apportando competenze, progettualità e innovazione nella cura delle persone e dei contesti nei quali esse vivono.
In particolare, con questa legge, si vuole rendere sistematica, disciplinandone l’ambito di applicazione e le modalità operative, la collaborazione tra pubbliche amministrazioni e enti del terzo settore (Ets), prevedendone la regolamentazione, con specifico riferimento agli istituti della co-programmazione e della co-progettazione, già indicati dal Codice del Terzo settore come modalità da assicurare nel rapporto tra Enti pubblici e Terzo settore. L’obiettivo, è quello di sostenere le attività degli Ets, promuovendo lo sviluppo e il consolidamento della rappresentanza di settore e valorizzando il ruolo di questi soggetti come agenti attivi di sviluppo e coesione sociale delle comunità locali.
La legge consta di cinque Titoli: il primo dedicato a finalità e principi; il secondo al raccordo tra Regione ed enti del Terzo settore, tramite la Consulta regonale del Terzo settore; il terzo alle misure di sostegno e promozione del volontariato in ambito regionale, considerata l’importanza del ruolo svolto dal volontariato organizzato e dai volontari singoli nele comunità locali; il quarto disciplina i rapporti tra enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, con gli istituti della co-programmazione e della co-progettazione; il quinto definisce, tra l’altro, la tempistica relativa all’istituzione dell’Ufficio regionale del Registro unico nazionale del Terzo settore (previsto dal Codice nazionale del Terzo settore).

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