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Regione Toscana, incentivato il lavoro da casa per i dipendenti

Una possibilità che Palazzo del Pegaso consentiva già prima dell'emergenza coronavirus

Più dipendenti in telelavoro, anche se per la Regione Toscana si tratta comunque di una prassi già consolidata. La novità, dettata dalle misure messe in atto per rallentare e frenare l’espansione del coronavirus, riguarda le procedure, che saranno ulteriormente semplificate. Le nuove disposizioni si applicano dal 2 fino al 31 marzo. Un caso a parte riguarda invece i genitori con figli fino a quattordici anni da accudire. Anche per loro, dopo che dal 5 marzo e fino adesso al 15 marzo sono state chiuse le scuole e interrotte le attività didattiche, sarà più facile lavorare da casa.

Ad annunciare la decisione della Regione Toscana è l’assessore al personale Vittorio Bugli. Nei giorni scorsi la possibilità di lavorare a distanza era stata offerta a dipendenti che vivono con parenti o sono essi stessi portatori di patologie che li possono rendere maggiormente esposti al contagio di Covid-19, come i malati di fegato, i diabetici scompensati, i pazienti in chemio o radioterapia o sottoposti a trattamenti immunodepressivi. Identica opportunità era stata offerta a chi avesse dimora abituale nelle cosiddette zone rosse o gialle, come ne sono state al momento create in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, tutte regioni richiamate dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 25 febbraio. La nuova casistica che si è aggiunta ieri è quella dei genitori con figli da accudire.

Il provvedimento riguarda i dipendenti regionali di tutte le sedi (anche quelle decentrate) e recepisce le linee guida nazionali assunte nelle settimane e nei giorni scorsi dal governo dopo i primi casi di Coronavirus.

Chi già fruisce del telelavoro per due o tre giorni da casa potrà estenderlo a cinque giorni la settimana. Le domande si danno per accolte passati due giorni senza espresso diniego dell’amministrazione o senza richiesta di integrazione della documentazione. Per accertare la patologia serve un certificato del medico. L’estensione del telelavoro sarà operativa dal terzo giorno.

Ma naturalmente anche chi finora non aveva richiesto il telelavoro e rientra in una delle condizioni richiamate – particolare patologia, domicilio in zone rosse o gialle, figli da accudire – potrà richiederlo. Trattandosi di misure straordinarie, ci sarà una deroga sulla sostenibilità organizzativa a cui, in tempi normali, è vincolato invece l’accoglimento della domanda. Chi non dispone di un pc portatile fornito dall’amministrazione ma si dichiara disponibile ad utilizzare il proprio computer e la propria connessione internet, potrà lavorare da casa entro tre giorni dall’accoglimento della domanda. Per i genitori che con figli fino a quattordici anni da accudire l’unico documento da presentare è un’autocertificazione.

La prima sperimentazione del telelavoro da casa in Regione Toscana risale al 2003, con venti progetti di un anno. Prima dell’emergenza coronavirus i dipendenti coinvolti erano negli uffici della giunta regionale già 380 (oltre il 12 per cento del personale), distribuiti su tutte le direzioni. Svolgono parte della loro attività lavorativa da casa, salvo rientri settimanali che variano a seconda del ruolo e le materie di di cui occupano. Con la nuova emergenza sanitaria il telelavoro potrà essere esteso, temporaneamente, a tutti i giorni della settimana senza alcun rientro.

Dal 2 marzo già ci sono state una sessantina di richieste: per metà si tratta di nuove attivazione, per le altre un’estensione dei giorni di lavoro a distanza.

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