Amin e Inva, i giovani volontari dialogano con il presidente foto

“Lucca è la capitale di un mondo, quello del volontariato, che consente a ciascuno di esprimere il meglio di sé”: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene così al convegno La democrazia diffusa. Maria Eletta Martini ed il volontariato, tappa conclusiva di una giornata lucchese densa di impegni. Nel cuore del complesso monumentale di San Francesco, accolto da un centinaio di persone all’esterno e da una folla in ordine di posto all’interno della chiesa, pacificamente “invasa” dal mondo delle associazioni. Mattarella prende la parola per ultimo, alludendo ad un mondo fatto per unire e superare gli ostacoli insieme, ad un universo che deve continuare a crescere in quanto vero giacimento del Paese: “Il volontariato – prosegue – ci mostra come sia possibile sentirci autenticamente una comunità. Lucca è la capitale di un modello sociale che consente a ciascuno di esprimersi pienamente, per quello che rappresenta. Il volontariato ci consente di riconoscerci gli uni negli altri”. Poi il monito si fa più stingente quando il suo intervento si indirizza verso le formazioni intermedie: “Non si pensi – ricorda a tutti – che siano semplici accessori. Esse, piuttosto, restano decisive per la tenuta dell’intero sistema. Attraverso il tessuto associativo, così riccamente rappresentato oggi, ognuno ha la possibilità di realizzarsi completamente. Non dobbiamo dimenticare che la personalità non si sviluppa nell’isolamento, ma nella condivisione. Da questo genere di cultura nasce il senso comune di una civiltà. Le vostre associazioni rappresentano un vero atto di libertà per le persone”.

Mattarella-p6.jpg

Il capo dello Stato dedica la conclusione del suo intervento ai giovani: “Hanno bisogno di esempi concreti – la sua analisi – e di imparare e testimoniare i valori del vivere insieme. Il volontariato, sotto questo punto di vista, è apertura mentale, capacità di fare progetti e molto altro. Questa vivacità e libertà è un moltiplicatore di ricchezza, fondamentale nei momenti di crisi. Penso appunto ai bisogni dei più giovani, ma anche delle famiglie, dei malati e dei migranti”.
Il pomeriggio si era aperto con l’intervento di Alessandro Bianchini (Fondazione volontariato e partecipazione), che ha subito provocato un sussulto nella platea, ricordando l’impegno di Maria Eletta Martini: “Fu sua l’idea di di istituire questa fondazione – e fu lei la prima a ricordare a tutti come il volontariato fosse uno strumento utile a generare coesione sociale. La visita del presidente, sotto questo profilo, ci dona speranza”. Dopo di lui, il compito di fare gli ‘onori di casa’ spetta a Edoardo Patriarca (presidente Cnv): “Dopo 33 anni – afferma – animiamo ancora il dibattito culturale in Italia. Credo che tutti dovremmo ricordarci le parole di Maria Eletta, pronunciate nel 1991 in occasione dell’approvazione della legge 40 sul volontariato: lei testimoniava il senso autentico di questo mondo. Oggi 6 milioni di persone stanno lì a testimoniare il suo impegno”.
Poi è il turno delle testimonianze che provengono direttamente dal mondo giovanile: sul palco si alternano Amin Ktoub e Inva Kollobani, due giovani che hanno arricchito la propria vita prima con il volontariato e poi con il servizio civile. Entrambi poco più che ventenni, entrambi con famiglie originarie di altri Paesi: nuovi italiani con la passione di aiutare gli altri. Amin, nato in italia da genitori marocchini, ha iniziato alle superiori a fare volontariato insieme ai ragazzi con disabilità dell’Allegra Brigata di Lucca, aiutandoli a fare sport e attività fisica. Adesso sta svolgendo il suo anno di servizio civile alla Fasm di Lucca. Inva fa parte dei Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio con i quali si occupa di sostegno scolastico ai bambini con particolare attenzione ai bambini sinti oltre a partecipare alle numerose iniziative della Comunità di Sant’Egidio a servizio di anziani e senzatetto. Anche Inva sta svolgendo il servizio civile occupandosi di housing sociale alla Fondazione Casa di Lucca. “Mi auguro – ha detto Amin – che la società di oggi riesca a dare più spazio alle istanza dei giovani. Personalmente ho trovato l’esperienza nel volontariato fantastica ed altamente formativa. I giovani hanno bisogno di essere tutelati maggiormente, specialmente in relazione all’ingresso nel mondo del lavoro: chi ancora non è riuscito a trovarlo dovrebbe pensare al servizio civile, sarebbe prezioso per la crescita personale e per la società”. Inva, invece, ha riportato l’esperienza concreta di una famiglia in fuga dalla guerra, soffermandosi sulla procedura dei corridoi umanitari portati avanti dalla Comunità di Sant’Egidio: “Non tutti noi – ha affermato la giovane albanese – siamo ufficialmente cittadini italiani, ma ci sentiamo italiani, questo è il Paese dove stiamo mettendo le nostre radici, questo è il Paese che ci ha offerto un sogno che vogliamo trasformare in speranza per tanti, questo è il Paese dove vogliamo vivere contribuendo al suo benessere con la cultura della solidarietà. Il contributo di energie spese in questi mesi nell’accoglienza dei profughi siriani, giunti nella nostra città attraverso quella via di salvezza che sono i ‘corridoi umanitari’, ne sono forse l’esempio più visibile”.

Paolo Lazzari

Il presidente Mattarella incontra il volontariato (di D. Bertuccelli)

Il video ufficiale del Quirinale

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.