Le salvano la madre con la loro diagnosi, la figlia: “Non riuscivamo a capire come aiutarla”

Il messaggio di Cinzia Gori dopo l'esperienza a lieto fine all'ospedale San Luca di Lucca

Un ringraziamento speciale a tutto il personale dell’ospedale San Luca, in particolare al dottor Carmignani e alla dottoressa Costa“. E’ questo il messaggio che Cinzia Gori ha voluto lasciare ai sanitari della struttura lucchese che sono riusciti a salvare la vita alla madre con una diagnosi tanto difficile quanto efficace.

“Dieci giorni prima avevo portato mia mamma dal medico perché lamentava dolori alle spalle e alle braccia – racconta Cinizia -. Il medico dopo averla visitata le ha prescritto l’ecografia alle spalle e una radiografia alla spina oltre che iniezioni al cortisone e muscoril. Quando gli ho chiesto di fare le analisi ha detto che era meglio prima togliere i dolori. Le punture non hanno fatto il loro effetto o meglio i dolori si calmavano per poche ore e poi riprendevano. Dall’eco è risultato che il tendine destro era rotto e il sinistro lacerato. Mia mamma ha passato dieci giorni tra iniezioni e calmanti fino a quando la scorsa domenica (22 novembre) alle sei ha chiamato la guardia medica che le ha aumentato inutilmente la dose di cortisone. Alle 18 l’abbiamo quindi convinta ad andare al pronto soccorso, dove l’ho lasciata con i medici rimanendo in attesa. Fuori c’è un tendone trasparente dove mi hanno dato il numero dicendo di chiamare verso le 22 e dove ho lasciato il mio. Ho trovato un personale gentilissimo”.

“Alle 23 sospettavano che mia madre fosse positiva al Covid in quando c’era una macchia ai polmoni ma il tampone è risultato negativo – prosegue Cinzia -. Il suo problema era il cuore e la macchia ai polmoni era acqua, l’hanno trasferita in terapia intensiva cardiologica dove alle 2,45 mi hanno richiamata dicendomi che l’ avrebbero sottoposta a coronografia. Dopo un’ora il responso: coronarie chiuse quasi totalmente, infarto in corso, situazione grave. Si sarebbero confrontati sul da farsi e mi avrebbero richiamato. Alle 4,50 mi hanno detto che l’avrebbero trasportata a Pisa d’urgenza dove avrebbero tentato di fare l’angioplastica. Mi è stato dato in numero del medico di Pisa con cui avevano preso contatti. Mi hanno dato veramente poche speranze perché aveva un grosso infarto in corso e l’operazione sarebbe stata ad alto rischio, però non c’erano alternative. L’ho chiamato e mi ha detto di andare se volevamo vedere mamma. Ho chiamato i miei fratelli e alle 6,30 eravamo a Pisa abbiamo parlato col medico dove ci ha confermato che avrebbero tentato di fare l’angioplastica altrimenti l’avrebbero portata direttamente in sala operatoria. Alle 9,10 invece la buona notizia dopo tanta negatività: erano riusciti ad aprire parte delle coronarie e la situazione si stava stabilizzando”.

“I medici di Pisa hanno chiesto il nome del medico del pronto soccorso di Lucca che aveva preso in carico mia mamma perché è stato bravissimo a capire il problema – conclude Cinzia -. Era Gabriele Carmignani, che una volta rintracciato mi ha detto che la diagnosi è stata difficile perché sembrava che tutti i sintomi dipendessero dai dolori del collo e delle spalle. A nome della mia famiglia voglio quindi ringraziare il dottor Carmignani del pronto soccorso, la dottoressa Costa della terapia intensiva della cardiologia che sono stati eccellenti nel loro lavoro e soprattutto bravi a comunicare una situazione tanto grave. Un ringraziamento anche a infermieri e operatori telefonici dell’ospedale”.

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