Alce, chiesto un piano per salvare i posti di lavoro

Tengono ancora banco le polemiche sull’Alce di Fornoli. Dopo il botta e risposta tra comitati, politici e sindacati, sono questi ultimi di nuovo a prendere la parola, annunciando di aver chiesto all’azienda un nuovo piano industriale a tutela dei posti di lavoro. “Riteniamo francamente poco opportuno – sottolinea Federico Fontanini, segretario Fistel Cisl di Lucca -, rallegrarsi o fregiarsi di qualche merito, per la mancata realizzazione di riconversione di un sito industriale”. “Circa 75 lavoratori di Alce con le loro famiglie senza un futuro lavorativo, la mancata realizzazione di un importante indotto boschivo, con ricadute benefiche di salvaguardia e sicurezza del territorio, un indotto logistico locale per il trasporto del legname e tutta una serie di opportunità che si creano intorno ad una attività industriale. Non mi hai mai appassionato fare cifre o ricette miracolose, ma questo purtroppo è quello che rimane oggi”.

“Giusto ricordare inoltre – aggiunge -, che il territorio di Bagni di Lucca, la Mediavalle, come la Garfagnana, è già stato devastato profondamente dalla crisi di questi anni e questa ulteriore perdita si va a sommare alle centinaia di posti di lavoro persi e che di fatto ha impoverito il territorio. Quindi un dramma all’interno di una situazione drammatica”.
Le Segreterie  Fistel Cisl e Slc Cgil di Lucca hanno chiesto nuovamente alla proprietà Alce un piano industriale alternativo, per provare a salvaguardare gli aspetti occupazionali, allo stesso tempo però invitano “tutti gli attori di questa vicenda – si segnala in una nota -, a non innescare micce pericolose, attraverso i media,  tirando in ballo i lavoratori, che ricordano, vivono dal 2010 con meno di 800 euro mensili”. Fontanini, poi, invita i Comuni di Bagni di Lucca e quelli limitrofi, ad impegnarsi attivamente “per mettere in campo – dice – tutti quegli strumenti di supporto economico, per i lavoratori e lavoratrici che vivono in situazioni di difficoltà”. 

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