Kme, trovato l’accordo: nessun licenziamento

I lavoratori sono salvi e il forno fusorio riprenderà la sua attività. Ma quel conta, soprattutto, nessuno verrà licenziato, almeno fino al 2018. È stata siglata, infatti, l’ipotesi di accordo per il gruppo Kme che mette almeno per ora al riparo l’occupazione e la produttività. I punti qualificanti sono innanzitutto la garanzia di nessun licenziamento fino a settembre 2018, il ritorno alla fusione del rame nel sito di Fornaci di Barga, con un investimento di 1 milione di euro per convertire al rame un forno prima utilizzato per lo zinco, con uno primo step produttivo di 25.000 tonnellate e un secondo fino a 45.000 tonnellate. Allo stesso tempo vengono confermate le missioni produttive di Serravalle Scrivia e del centro servizi di Firenze e di Em Moulds. A confermarlo, al termine di una trattativa protrattasi fino alla tarda serata di oggi (22 giugno) le sigle sindacali di Fiom, Uilm e Fim Cisl.

“L’azienda – spiegano le sigle – pur avendo quantificato in 355 gli esuberi del gruppo si è resa disponibile ad affrontare tale argomento ricorrendo ai contratti di solidarietà con l’impegno di una gestione condivisa dello strumento, e l’impegno a trovare soluzioni di ricollocazione interna/esterna di eventuali esuberi entro la fine della durata dell’accordo”.
L’accordo prevede l’impossibilità di spostare produzioni fuori dal confine nazionale se non con accordo sindacale e a fronte di contropartite produttive.
È stato, inoltre, istituito un nuovo premio di risultato fino ad un massimo di 1440 euro per Firenze e 2032 euro  su Fornaci di Barga e Serravalle Scrivia, basato sul valore di bilancio della Edibta che comincia a renunerare lo sforzo dei lavoratori anche in presenza di un risultato economico negativo a patto che l’andamento del bilancio non bruci cassa (cash flow).
“L’azienda – spiegano i sindacati – si impegna a non effettuare licenziamenti unilaterali fino alla durata dell’accordo. È previsto un sistema sanzionatorio in caso di non rispetto sul tema dei licenziamenti e su modifiche unilaterali del piano industriale che prevede la restituzione integrale a tutti i lavoratori della somma su base annua del totale del premio di risultato, se tale lesione dell’accordo avverrà con un valore di bilancio di Ebitda almeno di 18 milioni di euro alla restituzione di cui sopra sarà aggiunta una penale del 15%. Viene stabilizzata – aggiungono le sigle – la somma di 450 euro date, parzialmente in forma di liberalità, dal mancato arrivo di ulteriori tonnellate previste nell’accordo del 2013, alle quali si aggiungono a forma di una tantum lo somma di 200 euro così ripartita: 100 euro subito, 50 euro a gennaio 2017 e ulteriori 50 euro a gennaio 2018. Le cifre – proseguono ancora le sigle – saranno conglobate dentro un pacchetto di welfare aziendale che sarà oggetto di confronto a livello di sito entro luglio. Viene aperta una procedura di mobilità su base volontaria e incentivata presso tutti i siti del gruppo. Il coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm, nel dare un giudizio positivo dell’ipotesi di accordo sottoporrà al voto vincolante dei lavoratori e delle lavoratrici i contenuti che saranno portati a conoscenza con assemblee specifiche che si terranno nei vari siti dal 1 all’8 luglio”.

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