Sindaci per la fusione: “Non siamo codardi, confronto di idee c’è stato”

Domenica e lunedì si vota per la fusione dei Comuni di Fosciandora, Pieve Fosciana e San Romano in Garfagnana. E arriva l’appello dei sindaci Lunardi, Angelini e Mariani, in vista dell’appuntamento elettorale, dopo le tante polemiche degli ultimi giorni, ultima delle quali quella del mancato confronto in tv.

“L’inarrivabile Eduardo sosteneva, a ragione – diconi i sindaci – che “gli esami non finiscono mai”. Tutti noi quotidianamente ne siamo testimoni. In particolare i sindaci sono chiamati costantemente a rendere conto del loro operato e a rispondere il più celermente possibile alle esigenze della comunità. Ogni giorno a disposizione in continuo dialogo e confronto. Quindi ad essere tacciati di codardia non ci stiamo. Alla richiesta di uno dei comitati del no (quello di estrema sinistra, l’altro è quello leghista-populista) abbiamo semplicemente risposto che eravamo impegnati nella campagna elettorale per incontrare i cittadini in tutte le frazioni e nel “porta a porta” e che quindi era molto complicato trovare il tempo per essere tutti presenti a altri incontri”.
“Ma il confronto delle idee c’è stato – dicono i primi cittadini – Quelle dei comitati del no molto diverse e contraddittorie tra loro. Le nostre che nascono da esperienze reali determinate da repentini mutamenti nella gestione delle amministrazioni pubbliche. Nuove disposizioni che tagliano costantemente i trasferimenti economici dello Stato, che impediscono la sostituzione di chi lascia il lavoro, che non fanno spendere quello che l’amministrazione virtuosa ha accantonato che riducono i servizi ai cittadini. Allo stesso tempo altre leggi creano l’opportunità di unire o fondere più comuni. Noi abbiamo scelto di fonderci dopo il fallimento del tentativo di unire i Comuni della Garfagnana (obbligo di legge del 2012). Opportunità questa che permetterà di essere esonerati dal rispetto degli obblighi e impedimenti attuali. Potremo assumere il personale che necessita, potremo spendere quello che avremo disponibile in bilancio potremo creare nuovi servizi e potenziare quelli che abbiamo e saremo incentivati economicamente per dieci anni. Noi abbiamo scelto l’opportunità migliore per la nostra comunità ma saranno i cittadini con il referendum di domenica e lunedì a dire con il loro voto se questa proposta sia valida”.
“Siamo sindaci che lasciano “la poltrona” per il bene della loro comunità ma che non fuggono – proseguono i tre – Vogliamo creare i presupposti per continuare a fornire una buona amministrazione ai nostri comuni attraverso tutta la serie di vantaggi create dalla fusione. Non fuggiamo e in primavera quando ci sarà la campagna elettorale per il nuovo comune probabilmente con le politiche saremo a disposizione per metterci nuovamente a servizio della nostra comunità. Votare sì significa cogliere tutte queste opportunità. Votare no costringerà noi a continuare ad amministrare con molti meno strumenti. Le ragioni del sì sono forti e prevarranno con larga maggioranza perché verrà confermata la fiducia che larghissima parte dei cittadini da molti anni ripone nel nostro operato. Concludiamo facendo una domanda: quale vantaggio avranno i nostri Comuni se prossimamente (forse anche nel prossimo anno) saranno obbligati a unirsi o fondersi per legge senza incentivazioni economiche?”.

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