Kme a Fiom: “Ottone, nessuna cessazione di attività”

Kme, dura risposta al sindacato sulla trattativa con i cinesi per la cessione del business delle barre di ottone: “Il comunicato del coordinatore nazionale Fiom Braccini – si legge nella nota dell’azienda – mostra o una plateale ignoranza delle più elementari normative sindacali o, piuttosto, il goffo tentativo di ricerca di visibilità anche a scapito della verità dei fatti. L’annuncio dell’azionista Intek Group relativo all’accordo raggiunto da Kme A.G. per la cessione del business delle barre di ottone al gruppo cinese Zhejiang Hailiang Co.Ltd. è infatti un passaggio coerente con il piano strategico annunciato dal gruppo per una focalizzazione del proprio portafoglio prodotti sui laminati di rame e leghe e sui prodotti speciali. Tale strategia è confermata anche dall’accordo dello scorso luglio per l’acquisizione di Mkm, produttore tedesco di laminati in rame e leghe di rame”.

“Comunque, facendo finta di credere alla buonafede delle affermazioni, così si smentiscono – prosegue la nota – Non esiste dunque alcuna cessazione di attività, nessuna modifica della attività, solo un cambio di azionariato per il rafforzamento della attività metallurgica. Per quanto riguarda poi la produzione di tubi nello stabilimento di Serravalle Scrivia, questi non fanno parte dell’operazione. Gli impegni sindacali saranno rispettati dall’azienda anche con il nuovo azionista, nel rapporto tra azienda e sindacato non cambia niente, gli impegni presi rimangono validi, perché l’azienda non cambia, cambia l’azionariato. Le strategie di rafforzamento comunicate in sede di relazioni industriali non saranno modificate ma eventualmente potenziate dalla presenza del nuovo azionista. Zhejiang Hailiang è uno dei gruppi industriali più grandi del settore in Cina ed estremo oriente; fortemente motivato a svilupparsi in Europa e soprattutto in Germania e Italia, primi consumatori al mondo di barre d’ottone”.
“Questi sono fatti evidenti – conclude Kme – che Braccini ignora o finge di ignorare per motivi inspiegabili se non con personali esigenze di visibilità o di tattiche interne. I lavoratori sanno benissimo come un cambio di configurazione dell’azionariato non può influire sugli accordi sindacali in essere o sui piani industriali presentati al Mise. Infatti questo tipo di reazione all’annuncio si è avuta solo da Braccini e solo in Italia, al resto degli interessati in Europa è apparso subito evidente che l’ingresso del nuovo azionista non può che essere finalizzato a uno sviluppo dell’attività caratteristica dei siti produttivi. Siamo quindi disponibili, per la prossima volta, a spiegare in modo comprensibile a tutti anche quello che è evidente”.

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