Soffass di Valfegana si ferma: cassaintegrazione per i lavoratori

Ma i sindacati attaccano: "Scelta unilaterale dopo un ultimatum sulla turnazione"

Parte dopo una travagliata trattativa la cassa integrazione per il coronavirus anche alla cartiera Soffass di Valfegana. Ma i sindacati vanno all’attacco per la gestione di questa fase da parte della dirigenza aziendale.

“Qualche settimana fa, a seguito di un numero piuttosto elevato di assenze, la
direzione della Cartiera Soffass di Valfegana – spiegano le sigle -, ha richiesto alla Rsu di poter attuare una temporanea modifica della turnazione, dall’attuale 2/1 (due giorni di lavoro ed uno di riposo) ad il 3/1 (tre di lavoro ed uno di riposo) in modo, a suo dire, da essere più pronta a rispondere alle mancanze di personale, in una situazione emergenziale dovuta al coronavirus“.

Una proposta che aveva suscitato il diniego dei rappresentanti dei lavoratori. “Fatta una consultazione con i propri colleghi, la Rsu ha manifestato all’azienda
l’indisponibilità a svolgere le giornate di lavoro aggiuntive che – si legge ancora in una nota – la nuova turnazione imporrebbe, anche considerata la situazione e la stringente necessità dettata dai decreti di restare a casa il più possibile”.

“Per tutta risposta – è la ricostruzione dei sindacati – ad una posizione legittima della rappresentanza sindacale, l’azienda ha dichiarato che, stante la situazione di carenza di organico, o si faceva 3/1 oppure si sarebbe proceduto con la richiesta di cassa integrazione per lo stabilimento di Valfegana. La conferma della Rsu di non voler accordare il passaggio dal 2/1 al 3/1 nemmeno momentaneamente, ha portato all’avvio, con comunicazione ufficiale recapitata alle organizzazioni sindacali territoriali, della richiesta di Cigo per covid-19“.

“Contestualmente – spiegano ancora le sigle – sono stati fermati gli impianti e messi da subito i lavoratori a casa in cassa integrazione. Passati alcuni giorni, nel quale i lavoratori che erano assenti sono rientrati, (nessuno per motivazioni di Covid-19, giova specificarlo), la rsu e le segreterie provinciali hanno chiesto alla direzione di riavviare la cartiera dal momento che il motivo per cui erano stati messi in cassa integrazione non era più presente. La risposta è stata ‘o si accetta il 3/1 oppure si rimane a casa in cassa integrazione’. Riteniamo che il comportamento di una delle più grandi multinazionali del nostro territorio, sia del tutto inaccettabile e incomprensibile, il personale per far funzionare la cartiera di Valfegana c’è, così come ci sono, per stessa ammissione dell’azienda, le richieste di mercato e le condizioni di sicurezza”.

“I lavoratori che si trovano senza alcun motivo valido a casa in cassa integrazione, stanno quindi perdendo salario – sottolineano le sigle -, unicamente per un puntiglio dell’azienda. Ciononostante, hanno confermato il mandato di proseguire con quella che è una corretta rivendicazione a non accettare quella che oggi è a tutti gli effetti una forzatura. Con forza, ribadiamo all’azienda la loro disponibilità a rientrare al lavoro, in piena sicurezza con le normali turnazioni previste dal contratto nazionale, così come avvenuto in tutto questo periodo in altre aziende del gruppo”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.