Tagli ai Toscani nel mondo, appello al governatore Rossi

Il taglio dei contributi della Regione Toscana ai Toscani nel Mondo sono al centro della protesta delle associazioni che vedono in forse le proprie attività socio culturali. A farsi interprete del disagio con una lettera aperta al presidente Enrico Rossi è Carlo Ilio Mannocci, esponente di spicco dell’associazione di cui è referente per l’America del Nord.

“Nel novembre 2015 – ricorda Mannocci – il presidente Enrico Rossi, tramite il Capo di Gabinetto Ledo Gori, informava tutte le associazioni toscane nel mondo che per motivi di bilancio venivano congelati i contributi della Regione Toscana per le attività socio-culturali destinate ai Toscani nel Mondo. Tutto ciò avveniva senza un minimo preavviso o consultazione di sorta con gli interessati. Come associazioni siamo senz’altro capaci di affrontare difficoltà di carattere economico, ma riteniamo utile e proficua una partecipazione ed una consultazione capace di proporre un quadro chiaro della situazione senza decidere unilateralmente sul futuro. Abbiamo anche chiesto di definire la posizione giuridica dei nostri incarichi senza ricevere una immediata risposta in merito solo alcune settimane or sono un laconico messaggio dove venivamo definiti decaduti”. Ma la situazione è precipitata e secondo Mannocci è finita nel dimenticatoio.
“L’amarezza e la tristezza che ci attanagliano ormai da molti mesi – osserva – e con noi centinaia di altri nostri corregionali, ha finito per corrodere anche l’ultimo filino che ci legava alla struttura burocratica ed amministrativa della Regione, creata molti anni fa grazie agli sforzi di tanti di noi. Abbiamo visto passare tanti presidenti di Regione, ma uno che abbia dimostrato come il presidente Enrico Rossi, un tal distacco e disinteresse viscerale dal nostro mondo e dalle nostre persone, francamente, non l’avevamo mai visto. Abbiamo fatto non sappiamo quante riunioni in Regione e mai una volta che il Presidente Enrico Rossi si sia degnato di salutarci o trascorrere qualche minuto con noi. Il suo vicario, Nicola Cecchi, ha fatto tutto quello che ha potuto per tenere la barca a galla: ma il presidente non l’abbiamo proprio mai visto. Finita la legislatura siamo poi arrivati all’epilogo più amaro, siamo entrati nel dimenticatoio più sconsolato senza neanche una parvenza di comunicazione che avesse un senso reale”.
“E’ stato comunicato al vice presidente vicario, Nicola Cecchi che era decaduto, a settembre dai giornali di Lucca abbiamo appreso che era stata dato un incarico al Consigliere Regionale Stefano Baccelli, che a sua volta, dal giorno dopo di quell’ipotetico incarico è scomparso dalle scene per riapparire giorni or sono con un messaggio che non diceva niente di nuovo, scritto in “burocratese” che e’ sembrato piu’ una presa in giro che una comunicazione seria. Si è parlato di revisione della legge concernente i Toscani nel Mondo – aggiunge Mannocci -, ma fino ad oggi senza consultazioni, senza risultati, solo vaghe promesse come sempre. A noi non è stato detto altro, nulla di nulla. Il bilancio è stato cancellato, poi ripristinato in minima parte (senza realizzare nel 2016 nemmeno un corso di lingua e cultura italiana velatamente promesso), ma anche di questo non abbiamo saputo più nulla, nessuno ci dice niente, nonostante molteplici e ripetute sollecitazioni da parte nostra e di tanti altri come noi depredati della nostra storia”.
Da qui la decisione di Mannocci di dimettersi: “Visto il silenzio assordante di questi mesi – spiega -, intendo dimettermi ufficialmente da qualunque carica da me ricoperta, sempre che tutto ciò abbia ancora un senso giuridico, continuerò comunque ad espletare le mansioni richieste ad interim. Posso assicurare che il dolore e la pena sono superiori a qualunque altra considerazione. Lasciatemi dire che è veramente doloroso per chi come noi ha speso una vita credendo in questi principi ed in questi legami, accorgersi che la nostra Regione ed in particolare il suo presidente, non hanno nessun interesse a mantenere vivo il rapporto con i toscani che sono emigrati all’estero ed in particolare con noi, che ci siamo da una vita. L’emigrazione è oggi uno dei temi più importanti per la realtà italiana, una scelta che noi abbiamo conosciuto in altri anni con le nostre storie di difficoltà di inserimento in nuovi Paesi, di speranza per una vita migliore, di duro sacrificio e di duro lavoro. Quante storie potremmo raccontare sui percorsi che oggi fanno gli stessi migranti che arrivano in Italia. Con quanto entusiasmo sollecitiamo le seconde e terze generazioni a guardare con amore e passione alla Toscana. Eppure il presidente Enrico Rossi ha scelto di disperdere questo grande patrimonio di umanità, di sacrifici e perché no, anche di nuove, felici vite. Un patrimonio creato dalla tenacia di Mario Olla e Valerio Cecchetti e ulteriormente potenziato dai predecessori di Enrico Rossi, Vannino Chiti e Claudio Martini. Le auguro, Presidente, ogni successo per le prossime sfide politiche che leggiamo dai giornali si accinge a fare; da emigrati toscani ci permettiamo tuttavia di dirle che senza il supporto della gente non si raggiunge alcun traguardo”.

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