Bivaccavano a lavoro, 7 dipendenti comunali nei guai

Facevano gli “straordinari” chiusi dentro ad un archivio del Comune di Seravezza, mangiando dolciumi, sorseggiando bevande e chiacchierando per ore. Con queste accuse la procura ha iscritto nel registro degli indagati sette dipendenti, di cui 5 addetti agli uffici e due funzionari, questi ultimi accusati anche di non aver segnalato come avrebbero dovuto i “fannulloni” degli uffici. Ma anche loro, secondo le indagini dei carabinieri di Seravezza e quelli del nucleo investigativo del reparto operativo di Lucca, coordinati dal sostituto procuratore Piero Capizzoto, prendevano parte ai banchetti senza timbrare il badge, di modo che tutti risultavano al lavoro mentre invece, per l’accusa, stavano bivaccando indisturbati, chiusi dentro alla sala.

Le prove raccolte sarebbero schiaccianti: i militari hanno infatti piazzato nella stanza usata per i ritrovi “clandestini” delle telecamere che hanno ripreso e documentato tutto. Qualcuno ha “bucato” l’ufficio fino 11 ore e 6 minuti: il più ligio al dovere almeno 2 ore e 14, in meno di un mese, dal 12 gennaio al 10 febbraio scorso.
Nei giorni scorsi ai sette dipendenti è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini: ora potranno presentare le loro eventuali memorie difensiva ed entro 20 giorni il pm potrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i 7 dipendenti erano soliti ritrovarsi nell’archivio alle 10 del mattino, ma non timbravano il cartellino, quindi risultavano ancora al lavoro. Altre volte, ma più raramente si ritrovavano attorno alle 14,30 e qualcuno, sostiene l’accusa, ha maturato così anche degli straordinari.Tutti sono accusati di truffa aggravata ai danni dello stato e di interruzione di pubblico servizio o comunque di un servizio di pubblica utilità, anche in violazione del disciplinare in materia di presenza in servizio approvato con deliberazione della giunta del Comune di Seravezza il 14 dicembre del 2011.
Infine i 2 funzionari risultano coinvolti in quanto partecipando agli incontri hanno concorso nel reato commesso dal personale addetto al proprio settore per non aver segnalato la mancanza di richiesta di autorizzazione alla assenza dal servizio, e omettendo di far rispettare l’orario di servizio ai rispettivi dipendenti pur avendone l’obbligo giuridico.

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