Decreto contro il femminicidio, le nuove norme per stalking e maltrattamenti

Lo scorso 8 agosto il Governo ha approvato quello che la stampa ha da subito definito come Decreto contro il Femminicidio, ovvero una serie di misure urgenti a tutela delle donne e dei soggetti deboli vittime di violenza domestica. Il duplice scopo di tali misure è quello di rendere più efficace la repressione dei reati di maltrattamento in famiglia, stalking e violenza sessuale da un lato, e quello di potenziare la tutela approntata per le vittime degli stessi dall’altro. L’approvazione delle misure è avvenuta, dopo circa un mese e mezzo, dalla ratifica da parte del Parlamento della Convenzione di Istanbul. Tale convenzione è stata approvata dal Comitato dei ministri dei paesi aderenti al Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e l’Italia è stata la quinta nazione a ratificarla. Si tratta, in sostanza, della prima convenzione internazionale con efficacia vincolante, volta a  creare un sistema giuridico completo per tutelare le donne da ogni forma di violenza. Pertanto, l’adozione da parte delle Istituzione dei due provvedimenti nell’arco di un così breve lasso di tempo, dimostra una certa sensibilità verso quella che, secondo alcuni, rappresenta nel nostro paese una vera e propria emergenza sociale.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le misure approvate dal Governo.
Innanzitutto, le pene previste per i reati suddetti verranno aggravate nel caso in cui le fattispecie vengano commesse alla presenza di figli minori, contro il coniuge (anche separato o divorziato) o il partner e quando la violenza sia perpetrata ai danni di una donna in stato interessante. Inoltre, riguardo al reato di stalking, la querela diverrà irrevocabile, ovvero la parte che l’ha depositata non potrà più ritirarla (come peraltro già avviene in materia di violenza sessuale) e l’arresto sarà obbligatorio. Parimenti, il fatto che la condotta venga posta in essere nei confronti del coniuge, oppure tramite strumenti informatici e telematici, costituirà una circostanza aggravante. Riguardo invece il reato di maltrattamenti in famiglia è stata prevista la possibilità che il Pubblico Ministero, in presenza di gravi indizi di colpevolezza, di violenza sulle persone e in ipotesi di minaccia e concreto pericolo di reiterazione delle condotte in danno dei familiari conviventi, possa richiedere al Giudice competente un provvedimento urgente, con cui venga impedito all’indagato di soggiornare e avvicinarsi alla casa coniugale ed agli altri luoghi frequentati dalla persona offesa.
Oltre a ciò, è prevista la facoltà di arresto in flagranza ed ampliata la possibilità di assumere in modalità protetta la testimonianza di persone offese minorenni o comunque maggiorenni, ma particolarmente sensibili. In ogni caso, la persona offesa, contrariamente a quanto avviene per ogni altra fattispecie penalmente rilevante, avrà diritto ad essere costantemente informata sullo stato del procedimento. I familiari e conviventi vittime dei reati di stalking e maltrattamenti in famiglia, avranno diritto a ricevere il gratuito patrocinio, anche se il loro reddito sarà superiore a quello previsto dalla legge e le donne migranti, vittime di violenza, avranno diritto a ricevere un permesso di soggiorno per motivi umanitari, così come già previsto per le vittime della tratta.  
E’ comunque importante che i richiamati interventi di contrasto alla violenza di genere siano affiancati da altrettanti interventi di formazione degli operatori del settore, di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di educazione nelle scuole, dato che, secondo alcuni, quello della violenza di genere può essere un fenomeno anche culturale.

 

Rubrica a cura dell’avvocato Elisa Salvoni

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