“70 anni di Libertà nel nostro Paese. Un bel regalo che la mia generazione ha ricevuto”. Il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, inizia così il suo commento nella giornata del 25 aprile, per i 70 dalla Liberazione. “Un grazie – dice – che dobbiamo a chi si è ribellato, spesso a costo della propria vita. Partigiani, alleati, quei militari che dopo l’armistizio non hanno rinunciato a combattere per il proprio popolo. Ma anche a quella straordinaria e diffusa resistenza civile portata avanti da uomini e donne, operai e contadini, laici e religiosi gente di città e gente di montagna. Quella resistenza che consisteva nell’aiutare gli ultimi: chi scappava, chi temeva per la propria vita, chi aveva fame. Che si trattasse di partigiani, ebrei, sfollati, renitenti alla leva non importava, occorreva aiutare chi era senza casa, senza cibo, o chi, per impegno politico o sociale, per la propria religione, era considerato un appestato da eliminare”.

“Intere comunità – ricorda Baccelli – sono state sterminate solo per questa loro resistenza civile: quella di Sant’Anna di Stazzema, i Certosini di Farneta, un vero cristiano come Don Aldo Mei: uccisi perché aiutavano gli ultimi. Ieri sera ero a Marignana, stamani a Lucca, oggi pomeriggio sarò a Sant’Anna. A fare memoria, a ricordare. Ma come saremo ricordati noi tra 70 anni se continuiamo a chiudere gli occhi di fronte alla quotidiana strage di altri appestati? Di quale abominio saremo considerati corresponsabili? Certo, i sepolti nella grande tomba del Mar Mediterraneo non fuggivano dalla furia nazifascista. Ma da quella dell’Isis, dell’esercito di Assad, della miriade di tribù armate della Libia. Cambia qualcosa? Non sono forse gli ultimi, i bisognosi di oggi? Non hanno fame, non sono senza casa, non rischiano forse di essere uccisi? Saremo indegni del dono ricevuto 70 anni fa se pensiamo di poter continuare a guardare altrove. Buona Festa della Liberazione a tutti. Buon impegno per la Liberazione di tutti”.