Elezioni, il dibattito ritorni sui temi locali

Campagna elettorale, via al mese decisivo. Con la presentazione delle liste per le regionali e le amministrative entra nel vivo la marcia di avvicinamento all’appuntamento elettorale del 31 maggio, con l’eventuale coda dei ballottaggi del 14 giugno. Poco meno di un mese per la battaglia fra i candidati, a colpi di contenuti o, come è più probabile, di slogan. Già perché come tutti gli appuntamenti elettorali nel nostro paese per qualunque cosa si voti l’attenzione è sempre e solo per i temi nazionali. E allora nelle urne non si decide solo per il governatore o il sindaco. Ma si “indice” una sorta di referendum: sul governo Renzi, sulla legge elettorale, sul Jobs Act, sulle politiche della sicurezza e dell’accoglienza.

E ad affiorare sono mantra stanchi e irrealizzabili: sanità, più efficienza e meno spese; stop ai furti se non si accolgono i profughi; meno tasse uguale più lavoro. Un po’ come dire che l’Expo 2015 risolverà i problemi della fame nel mondo.
Ed ecco allora che a contare è la passerella dei politici di caratura nazionale, pronti a misurare con
Il bilancino del più e del meno avanzate e arretramenti per dettare, o condizionare, l’agenda politica nazionale.
E del territorio? Chi se ne ricorda? È vero, certo, che parlare di lavoro, tasse, sanità e sicurezza ha una valenza anche per ciascuna delle nostre città. Ma è vero anche che con queste elezioni siamo alla vigilia di un evento epocale per gli enti locali territoriali. Volenti o nolenti, cittadini e amministratori, all’indomani del voto del 31 maggio molte delle competenze finora proprie della “vecchia provincia” passeranno alla Regione e a Firenze. E non si tratta di una questione aperta e da dibattere, ma di una legge regionale da attuare. I candidati governatori allora, ma soprattutto chi volesse sedere in consiglio regionale dando un senso compiuto al mandato che gli arriva dal collegio (tutto e non solo dal proprio territorio di riferimento), dovrebbero allora spiegare, soprattutto a Lucca, ultimo baluardo ante-riforma, come si gestirà questo passaggio per evitare marginalizzazioni o, peggio, disorganizzazione e caos. E soprattutto con quali dei rappresentanti degli altri territori faranno fronte comune per far sentire una voce autorevole e che abbia i numeri per contare nell’agenda del governo regionale. I tre/quattro consiglieri che, se va bene, arriveranno dalla Lucchesia più l’assessore che dovrebbe “toccare” alle nostre zone, potrebbero non bastare per farlo. Potrebbe servire anche in Consiglio e, perché no?, anche in campagna elettorale provare intese di area vasta o quantomeno allargare il dibattito a chi ha già sperimentato l’esperienza delle “nuove” province e il loro fallimento. Un esempio su tutti: Lucca ha fatto l’en plein sui finanziamenti regionali dei progetti su mobilità e trasporti e non solo per la bravura dell’assessore Luigi Rovai, ma perché i nuovi enti di secondo livello si sono trovati impreparati ai tavoli in cui si discuteva dei fondi da assegnare.
In sostanza servirebbe non solo indicare la rotta, ma con quali strumenti e con chi raggiungere gli obiettivi. E lo stesso si puó dire anche per le elezioni comunali. Si veda Viareggio dove in molti sbandierano progetti e iniziative per la città. Dimenticando, in certi casi, che non solo nella cassa del Comune non c’è un euro, ma che prima di averne si dovranno coprire milioni di euro di debiti. Compresi quelli “rinnovati” dal commissario ad esempio sui servizi scolastici: un servizio essenziale, nessuno lo discute, ma la cui cambiale dovrà essere onorata dal prossimo sindaco del Comune in dissesto. E che per prima cosa dovrà pensare ai tagli, alle razionalizzazioni, alla lotta agli sprechi e poi agli investimenti, rigorosamente con soldi non suoi. E nessuno potrà storcere la boccacse ci sarà la necessità di aprire al privato con convenzioni e concessioni.
Partiti, candidati, movimenti, associazioni, potrebbero e dovrebbero concentrarsi di più per dare risposte ad argomenti di realtà e di concretezza, ed in base alle competenze che i singoli enti hanno, invece che avventurarsi in voli pindarici sulle “magnifiche sorti e progressive” dei prossimi governi e delle prossime amministrazioni. La realtà, quella con cui si confrontano i cittadini tutti i giorni, tutta un’altra cosa.

 

Enrico Pace

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