Piano strutturale, Alternativa Civica: “Dati vecchi”

Il piano strutturale varato dal Comune di Lucca? Già vecchio prima di essere approvato, oltre che estremamente contraddittorio. Inoltre la prospettiva del consumo zero del suolo sarebbe “una bufala” e le nuove abitazioni sarebbero destinate a famiglie straniere. Non ha mezzi termini la critica avanzata oggi (23 maggio) da Alternatica Civica Lucca con Nicola Buchignani e Marco Chiari.
La critica è al riferimento a dati fermi al 2010 per elaborare il piano. Non solo: si criticano le tempistiche adottate da palazzo Orsetti, “che ha concesso – dice Chiari – soltanto 25 giorni di tempo per leggere 1500 pagine e sollevare eventuali obiezioni”.

Il punto maggiormente controverso, inevitabilmente, ruota attorno al consumo di suolo, con Alternativa civica che accusa la giunta Tambellini: “L’assessore Mammini – spiega Buchignani – dice che quelle su un maggiore consumo di suolo sono soltanto illazioni. Noi ci chiediamo come faccia a sostenerlo, dal momento che nel nuovo piano, che fornisce i limiti dimensionali, si identifica in 130 metri quadri la grandezza di una abitazione media. Si tratta evidentemente di un’unità di misura falsata: ci piacerebbe sapere quanti cittadini lucchesi posseggono abitazioni di queste dimensioni, stante il fatto che la media si attesta intorno ai 70-80”. La conseguenza? Per Alternativa civica centrodestra è lampante: la cementificazione della città è destinata ad aumentare, considerato il parametro sfalsato. 
Ma non sarebbe questo l’unico dato allarmante: “In passato ci hanno dato dei cementificatori a più riprese – rammenta Chiari – anche se quelle stesse persone hanno collaborato con la giunta Fazzi prima e con quella Favilla poi. Noi adottammo un piano strutturale nel 2001, dopo che l’ultimo risaliva al 1958. Questa amministrazione, in campagna elettorale, disse che voleva tagliare i ponti con il vecchio ma ora, se possibile, fa ancora peggio”. Le osservazioni dell’ex assessore si basano su dati numerici, direttamente provenienti dal Piano e da uno studio commissionato dal Comune di Lucca ad Imt, proprio a questo proposito. “Studio che nessuno sembra avere letto – rincara la dose Chiari – perché quello che è stato elaborato, in relazione alla realtà, è davvero un piano delle contraddizioni”.
Anzitutto sul banco degli imputati sale il riferimento ad un quadro conoscitivo del territorio fermo al 2010/11: “Cinque anni scompaiono così – prosegue Chiari – come se nulla fosse. Eppure nel 2016 non dovrebbe essere difficile recuperare i dati più recenti e basarsi su quelli”. I dati, appunto. Quelli snocciolati parlano di un rapporto nascite/mortalità che fornisce saldo negativo (-360 lucchesi all’anno, sempre parlando del 2010/11) con un aumento medio di 548 residenti all’anno. Dal 2004 al 2011 sono stati 7700 gli arrivi di cittadini stranieri sul territorio: vale a dire il 10 per cento della popolazione lucchese. “Parlare è semplice – continua Chiari – quando non si leggono i numeri. Questi ci dicono che nel Piano sono previste 650 nuove abitazioni, per un totale di 84mila e 500 metri quadri, oltre a 1100 alloggi riconvertiti su fabbricati esistenti. La legge, tra l’altro, statuisce che se il privato riconverte il suo edificio destinandolo al pubblico può ottenere dal Comune un nuovo terreno di pari dimensioni sul quale edificare”.
E poi c’è il nodo relativo a coloro che dovrebbero abitare questi alloggi: “Il Piano si contraddice – spiega ancora l’ex assessore – perché per l’arco 2015/2030 prima parla di un incremento stimato pari a 2250 abitanti residenti, corrispondenti a 1010 famiglie; poi alla pagina successiva dice che la previsione al 2030 è di 3360 famiglie: 2mila famiglie in più”. E, stante anche il più recente studio Imt, essendo il saldo nascite/morti dei lucchesi in negativo, le nuove abitazioni non possono che essere destinate, sostiene Alternatica Civica, a coloro che invece vedono il segno più: le famiglie di immigrati.
Ma la questione non si esaurisce qui: “Poco si parla – afferma Buchignani – di tutti gli edifici non residenziali. Per quelli industriali è previsto un volume totale di 82mila metri quadri, che diventano 160 mila per le direzioni di servizio, circa 140 mila per il commercio al dettaglio e 40mila per il turistico (tra nuove costruzioni e recuperi, ndr)”. Il totale? 188mila metri quadri di edifici nuovi e 460mila metri quadri di edifici recuperati: “Eppure ci sono decine di edifici vuoti – spiega Buchignani – che ben potrebbero prestarsi ad accogliere le esigenze di tutti coloro i quali non hanno un tetto sopra la testa, senza necessità di gettare nuovo cemento”.
Quello che non si spiega, secondo Alternatica Civica, è la mancata lettura dei dati forniti da Imt: l’istituto di alti studi parla infatti di un mercato immobiliare lucchese in recessione (-10% nel 2015), sia per il residenziale che per il commerciale, di un aumento del tasso di disoccupazione e di un calo nel settore della costruzione turistica che, nel 2015, si attesta al meno 22 per cento.
“Salgono (+ 18%) le compravendite di monolocali – prosegue Chiari leggendo lo studio Imt – mentre diminuiscono (- 8,3%) quelle di immobili di grandi dimensioni, fino a 130 metri quadri: ed il piano dice che un immobile di 130 metri quadri è di medie dimensioni. Tutto questo è assurdo”. Le stime stilate da Imt parlano anche di uno stock di 3mila unità abitative destinate ad essere potenzialmente vuote al 2030, che ben si prestano a far fronte ad un aumento demografico che si colloca tra i 2600 ed i 3200 individui.
“Cosa faremmo noi? Semplice – argomenta Chiari – i piani di recupero sono barzellette, perché chiunque sa che costruire nuovo costa molto meno. Se davvero si intende recuperare il patrimonio storico sono necessari incentivi, che questo Comune non darà mai. Questa amministrazione porta avanti la politica della media distribuzione e degli spazi ai nuovi centri commerciali, che è quello di cui ci accusavano in passato”.
Anche la divisione delle Utoe, concludono i due rappresentanti dell’opposizione, è stata fatta senza spiegarne il criterio. “A Lucca ovest sono previsti 17mila e 900 metri quadri di nuovi edifici residenziali, che diventano 14 mila tra Sorbano e San Concordio e, per il centro storico, 5250 di residenziale e 1600 di commerciale. Ricordiamo che si tratta di scelte altamente vincolanti: per le prime varianti è necessario attendere 5 anni”.

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