Gesam Energia, azione responsabilità contro Magnani

Gesam Energia, via all’azione di responsabilità nei confronti dell’ex presidente della società, l’ingegner Giovanni Magnani. E’ quanto ha disposto l’assemblea della partecipata del Comune di Lucca lo scorso 23 giugno, contestualmente al rinvio dell’approvazione di bilancio di esercizio in attesa dei nuovi accordi tra la società e il Comune di Lucca riguardo alla partita crediti/debiti sul contratto Sinergo.
L’azione di responsabilità riguarda la sottoscrizione, quando Magnani era presidente, della sottoscrizione di un contratto per la progettazione e realizzazione di un impianto di cogenerazione, di valore superiore al milione mezzo di euro “senza alcun rispetto – si legge nella relazione al bilancio dell’amministratore di Lucca Holding – per le procedure previste dalle legge e senza aver mai ricevuto la specifica autorizzazione del consiglio di amministrazione da lui presieduto”.

Della questione complessa su passato, presente e futuro di Gesam Energia si è discusso nella commissione partecipate presieduta da Virginia Lucchesi. Durissime, in questo senso (come anche nella relazione al bilancio) le parole dell’amministratore di Lucca Holding, Andrea Bortoli, che ha risposto alle questioni sollevate dal capogruppo di Governare Lucca, Piero Angelini. Bortoli ricostruisce la vicenda che ha portato alla revoca dell’incarico di presidente a Magnani: “Quando, come ha fatto Magnani – dice Bortoli – si firma un bilancio e poi si fa una conferenza stampa per mettere in discussione quanto si è firmato, non si capisce che si è amministratori e si è responsabili nei confronti della società, degli amministratori e di terzi”.
Secondo Bortoli anche la vicenda delle eventuali pendenze da parte del Comune per 4,5 milioni di euro per servizi non fatturati non aveva e non ha ragione di esistere: “Vorrei che qualcuno dei consiglieri – dice ancora l’amministratore – facesse l’accesso agli atti per vedere cosa effettivamente dice il contratto Sinergo. All’interno c’è una clausola autoregolatoria per cui se si impennano i consumi di energia si interviene automaticamente ad abbassare il canone per mantenere il valore netto del contratto. Si capirà così che Magnani non era un Savonarola che ha scoperchiato chissà quali situazioni. Le cifre che ha tirato fuori, semplicemente, non avrebbero mai avuto modo di concretizzarsi come spese a carico del Comune”.
Quanto alla società, invece, Bortoli ricorda come l’affidamento, come ha sottolineato Anac, è illegittimo fin dal principio, ovvero dal 2010: “Per questo – dice – se revocassimo l’affidamento in autotutela andremmo contro alla norma che dice che questo si può fare entro i 36 mesi dall’affidamento stesso. Questa, dunque, è una situazione che potrebbe dirimere solo il tribunale amministrativo”.
Un ultimo cenno sull’azione di responsabilità nei confronti dell’ex presidente Magnani: “La costruzione del pirogassificatore – dice Bortoli – non solo non era autorizzata dal consiglio di amministrazione, ma riguardava interventi non previsti neanche dalla convenzione del Comune di Lucca. In più non esisteva nessun atto amministrativo per costruire l’impianto. Peraltro Magnani aveva ricevuto anche dai dirigenti comunali, formale diffida a non procedere con l’acquisto del macchinario, mentre è andato comunque avanti. Questo, giuridicamente, significa che da colpa si passa a colpa grave. E se non attivassimo l’azione di responsabilità il corollario sarebbe che, davanti alla magistratura contabile, la responsabilità tornerebbe in capo al Comune, tramite la Lucca Holding”.

Angelini: “Non è andata così”
Commentando la relazione di Bortoli il professor Piero Angelini, con riguardo al contratto per un impianto di rigenerazione a Fornaci di Barga afferma: “E’ falso che l’ingegner Magnani non sia stato autorizzato dal consiglio di amministrazione a portare in fondo l’operazione (è avvenuto nel Cda del 5 luglio 2015); falso che dovesse procedere con una procedura ad evidenza pubblica, dal momento che l’acquisto è stato fatto in un settore, quello della produzione dell’energia da mettere nella rete dell’Enel, che è considerato un “settore speciale”, sottratto al codice degli appalti; l’ingegner Magnani aveva infatti acquistato un impianto dalla società austriaca Hurbas, titolare di una tecnologia giudicata da Gesam Energia spa, solo perché ritenuta l’unica in grado di produrre energia elettrica e termica, nel più assoluto rispetto dell’ambiente; una tecnologia che nessun’altra azienda era in grado di fornire e che, proprio per questo, non poteva essere oggetto di una gara ad evidenza pubblica”.
“Quanto al costo dell’intervento – precisa Angelini – era di un milione e mezzo, dal momento che il resto, due milioni circa, sarebbe stato versato da un privato interessato, già individuato. Infine quanto ai crediti vantati da Gesam Energia, di circa 4 milioni di euro nei confronti del Comune, derivavano in modo prevalente, secondo il Magnani, dal fatto che l’amministrazione comunale non aveva pagato a suo tempo i costi di straordinaria manutenzione per gli impianti di illuminazione pubblica, stabiliti in 900 mila euro per i 3 anni dal 2011 al 2014. Queste somme che, secondo Magnani, il Comune doveva a Gesam Energia non avrebbero costituito un utile, ma sarebbero stati destinati ad investimenti nel campo delle energie alternative. Una tesi, quella del Magnani, che meritava di essere chiarita da parte di un autorità terza, che invece è stato affidato al giudizio della società Pkf, revisore legale dei conti del gruppo, che avendo certificato i bilanci di Gesam Energia nel periodo 2011-2014, non poteva che confermare il giudizio di regolarità in precedenza espresso, pena la sua responsabilità amministrativa nella vicenda”.
Una nota, poi, dal professor Angelini arriva sulla questione della “sconfessione” dell’ex presidente di Gesam Energia: “Va sottolineato che l’ingegner Magnani, nominato da Tambellini – conclude Angelini – da tutti stimato, Fava e Bortoli in primis, per le sue competenze e la sua passione imprenditoriale, è divenuto oggetto di contestazione solo quando ha osato criticare la demenziale operazione di “scissione asimmetrica” di Gesam Spa”.

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