Sarti Magi: “Scuola senza voti, progetto possibile”

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Michele Sarti Magi, presidente dell’Unione giovani liberi, torna a parlare del suo progetto per una scuola senza voti, già avanzato sui social. “Da parecchio tempo mi sto informando su un sistema scolastico senza voti, privo di valutazione e divisioni. Io – spiega Sarti Magi – da studente 19enne, riesco a vedere il mondo scolastico dall’interno, ogni giorno, da parecchi anni. Mi ha attratto veramente molto la questione della scuola senza voti, perché, secondo me, a differenza della ‘buona scuola’, che poi fa schifo, sarebbe un grande passo avanti per l’istruzione. Sono ignorante in materia, non sono professore, non insegno, però vivo ogni giorno la scuola, la classe”.

Da questo punto di partenza Sarti Magi trae le premesse per proporre il cambiamento: “Lasciando da parte il fatto che hanno distrutto la scuola pubblica perché l’istruzione fa schigo, come sarebbe una scuola senza numeri, senza voti e senza giudizi? Io mi immagino un nuovo modo di insegnare, dove si mette passione nel trasmettere all’altro ciò che si sa, senza numeri. Alle interrogazioni non penseremmo più al ‘quanto ho preso’, ma al ‘quanto ho imparato’, e le verifiche servirebbero solo a verificare e non a valutare. La scuola dovrebbe essere luogo di formazione, non di giudizio: per il giudizio e i verdetti esiste il tribunale. Non mi considero pazzo nel proporre questa cosa cito le parole della maestra Lucia Bulcato, che dice che l’assenza di voto non significa assenza di valutazione. La valutazione anzi è ancora più approfondita. Diciamo che a noi non interessa il profitto come risultato di una performance, diamo attenzione più alla persona che al risultato che essa produce. Bisogna essere protagonisti di un percorso privo di numeri e etichette, ma di passione e voglia di imparare. Senza voto, ma con un autovalutazione personale, nella vita saremo anche molto più bravi e capaci ad affrontare e valutare i giudizi che ogni giorno ci sbattono in faccia. La scuola – conclude – diventa una cosa piacevole, personale, dove ci si concentra sull’imparare ciò che ci appassiona, ciò che ci piace e ci servirà, prima di giudizi, numeri e voti che creano divisioni e paura”.

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