Pronto soccorso, chiesta la conferenza dei sindaci Asl

I problemi del pronto soccorso dell’ospedale San Luca finiranno a breve sul tavolo dei sindaci. La sollecitazione è arrivata dopo la visita al pronto soccorso dell’ospedale San Luca compiuta ieri (10 gennaio) dal sindaco Luca Menesini che ha scritto al presidente della Conferenza dei sindaci e sindaco di Lucca Alessandro Tambellini perché “la politica affronti le questioni critiche di questi giorni, sia in chiave di soluzioni nell’immediato che in una di prospettiva a medio e lungo termine”. Per fare questo, Menesini chiede a Tambellini di convocare la conferenza dei sindaci già la prossima settimana, a cui far partecipare anche la direzione di area vasta e i sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Il sindaco Tambellini non ha perso tempo e proprio stamani ha inoltrato la richiesta di convocazione della conferenza:  “Vista l’importanza di affrontare insieme la situazione del pronto soccorso dell’ospedale San Luca – scrive Tambellini in risposta a Menesini -, proprio questa mattina ho chiesto agli uffici di predisporre la convocazione della conferenza zonale dei sindaci per il prossimo 26 gennaio alle 15. Confido che la stessa convocazione arriverà a breve”.

“Ti scrivo – si legge nella lettera di Menesini a Tambellini – a seguito della visita al pronto soccorso dell’ospedale San Luca, che ho sentito la necessità di fare per comprendere meglio, e in modo più approfondito, la questione dell’alto afflusso di persone alla struttura, perché incide sulla qualità della vita dei nostri cittadini. Basti pensare che l’emergenza, con tutte le complicazioni, ha comportato quella carenza di posti letto di cui si legge da giorni, con persone che passano ore, se non giorni, su una barella sistemata negli spazi del pronto soccorso. Per il sottoscritto questo è inaccettabile. Come sindaci non possiamo quindi lasciare che questa situazione sia gestita esclusivamente dalla direzione di area vasta, e soprattutto dai medici e dal personale che ogni giorno, con passione e competenza, lavora al pronto soccorso; né possiamo che gli unici soggetti che si fanno carico di portare alla luce le difficoltà del personale medico e infermieristico, nonché dei cittadini, siano i sindacati. Se non facciamo la nostra parte, penso che il percorso finisca con esposti alla Procura, Corte dei Conti, e altre soluzioni che poi impediscono a noi, che sul territorio viviamo, di prendere decisioni nell’interesse delle nostre comunità e di chi lavora in pronto soccorso. E’ urgente, quindi – prosegue Menesini -, convocare già la prossima settimana una Conferenza dei Sindaci per affrontare questi temi insieme ai sindacati – Cgil, Cisl e Uil – e alla direzione di area vasta. Domani l’azienda mette in campo una mini riorganizzazione per fronteggiare l’emergenza; i sindacati pensano che sarà inefficace, io credo che sia una risposta contingente, da monitorare, e che non deve comportare un impoverimento dell’ospedale. Allo stesso tempo, ritengo che le richieste dei sindacati siano da prendere seriamente in considerazione, e che il confronto con loro non debba mai venire meno. Gli autori di un percorso di dialogo serie ed efficace dobbiamo essere noi, visto che la salute pubblica è una delle responsabilità più importanti che abbiamo. Sono certo che – conclude Menesini – se i sindaci interpreteranno il loro ruolo politico di contrattazione con la Regione e con l’Area Vasta sul ruolo dell’ospedale di Lucca e della sanità lucchese nel quadro complessivo, i cittadini troveranno un ospedale più a dimensione delle loro necessità, e i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario lavoreranno in un ambiente meno stressante e più adatto alle prestazioni di qualità che sono tenuto ad avere. C’è bisogno che la politica faccia la sua parte, senza esitazione, senza distinzione di appartenenza politica e partitica. Sono sicuro che condividendo un percorso con la direzione di area vasta e sindacati, e quindi fornendo indirizzi politici chiari su cosa vogliamo che diventi l’ospedale San Luca e l’intero sistema sanitario locale, compresa quindi la parte territoriale, imprescindibile da quella ospedaliera, riusciremo a creare un modello di sanità ospedaliera ed extra-ospedaliera ancora più appropriata alle necessità dei cittadini”.

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