Angelini: “Lavoro per un’alternativa a Tambellini”

Di certo c’è che non parteciperà alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Piero Angelini, leader della lista civica Governare Lucca e candidato sindaco nel 2012, non si presenterà per la carica di consigliere comunale. Ma non si asterrà da partecipare da protagonista all’agone politico che accompagnerà partiti e liste di qui alla prossima primavera. L’obiettivo? Un’alternanza con l’attuale gestione del sindaco Alessandro Tambellini.
“Ritengo – dice il professor Angelini – un sindaco che non ha dato risposte alla città e che manifesta ogni giorno che passa sempre più arroganza, come dimostrano le vicende del piano strutturale e della riorganizzazione di Gesam, che si vorrebbe portare in Consiglio entro la metà di marzo”. “Per questo – spiega Angelini – io penso che tutti quelli che si muovono per un’alternativa vadano visti con una luce favorevole. Ovviamente il pensiero va all’assai probabile ballottaggio visto che non è pensabile che Tambellini possa passare al primo turno: il problema è se le forze di alternativa all’attuale sindaco, così disperse, riusciranno a dare vita a un programma comune. Io lavoro in questo senso, per contribuire che ciò avvenga”.

Governare Lucca non è detto che sia presente con il suo simbolo alle prossime elezioni comunali: “Non abbiamo ancora deciso se convergere su qualcuno in particolare – dice la lista civica – né se presenteremo una lista con il nostro sindaco. Io, personalmente, non ho nessuna intenzione di candidarmi a niente ma mi sento in dovere di dare un mio contributo all’alternativa. In questo senso parliamo con tutti ma non è ancora tempo di prendere delle decisioni. C’è l’impegno, questo sì, a suggerire temi per un programma comune: la difesa dei beni comuni, come l’acqua, il territorio, le aziende partecipate, che come ha fatto ieri con Clap, ora sta facendo con Gesam”.
E proprio la vicenda Gesam, per Piero Angelini, rischia di essere un altro vulnus dell’amministrazione targata Tambellini: “Nell’annunciare che la vicenda approderà in consiglio a marzo – dice il  professore – sindaco e giunta fanno riferimento ad una comunicazione dell’Anac dello scorso 11 novembre. Ma quello che vuole fare il Comune (la scissione asimmetrica, ndr) non è possibile farlo con l’attuale legislazione, mentre con il decreto Madia sarebbe il consiglio comunale a valutare il prezzo adeguato per la vendita delle quote. Non mi risulta che la fattispecie prevista dal Comune rientri fra quelle possibili. Eppure Tambellini e i suoi vanno avanti senza ascoltare nessuno, laddove sarebbe opportuno un confronto”.
Confronto richiesto e, a detta di Angelini, non ottenuto, anche sul piano strutturale: “L’unico appuntamento – dice il consigliere di Governare Lucca – è stato un incontro su Noi Tv, in cui c’eravamo io e Lenzi ma che sindaco e assessore Mammini hanno disertato”.
Tanti i difetti di questo piano, secondo il consigliere, che è anche componente della commissione urbanistica: “Con questo piano strutturale – dice – sarà possibile vendere la manifattura tabacchi al miglior offerente, così come Campo di Marte, svuotando la città di funzioni. La manifattura, ad esempio, è un’area che va riempita se c’è un progetto che funziona, venderla soltanto è un attacco al futuro della città. Nel frattempo andrebbe dedicata ad attrezzature urbane, verde e parcheggi, così come nel piano strutturale attualmente vigente”. “Il piano strutturale – prosegue Angelini – permette di fare cose che abbiamo combattuto a lungo in passato ed è anche contro la legge Marson, che prevedeva la limitazione del consumo di suolo, perché inserisce un milione di metri quadri di territorio nel perimetro del territorio urbanizzato”. Oltre alla perimetrazione le accuse riguardano la definizione delle Utoe (“Si è voluto estendere – dice Angelini – l’Utoe del centro storico fino a Borgo Giannotti e alla chiesa di Sant’Anna e si è fatto una scelta per l’Oltreserchio per favorire la frazione di Sant’Alessio) e il dimensionamento per cui, dice ancora “si possono permettere a tutti interventi di addizione che non saranno computati”.
Di qui spiegato lo scontro sulle date della discussione in consiglio comunale: “Di 411 osservazioni – spiega Angelini – ne abbiamo votate una settantina ed esaminate un centinaio. La prima osservazione ci è arrivata il 2 dicembre, entro fine anno ne sono arrivate dieci. Solo a metà gennaio ne sono arrivate 100 e il resto negli ultimi giorni. Forzare i tempi, impedendoci di esaminare le osservazioni è molto sgradevole soprattutto per i cittadini che le hanno presentate e che avrebbero diritto che qualcuno le esaminasse, al di là degli uffici, visto che in Consiglio molte di queste non si affronteranno neanche”.
“La cosa grave – conclude Angelini – è che giovedì scorso la capigruppo si è riunita per cercare di vedere se si poteva iniziare la discussione a fine febbraio e invece il sindaco, l’1 febbraio, aveva già chiesto a norma di legge, che di solito è a tutela delle minoranze in Consiglio, di discutere la pratica entro i 20 giorni successivi. Di questo atteggiamento mi dispiace per la città e per l’amministrazione, che non esiste che non conceda il tempo necessario per discutere una pratica così importante”.

Enrico Pace

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