Colucci (Libera Lucca) attacca Tambellini e Santini: “Il primo ha fallito, l’altro ha i metodi della vecchia politica”

“Il grande successo del convegno Lucca, città d’arte per presenza di pubblico, per i personaggi intervenuti, per i conferenzieri autorevoli, ci fa riflettere sul bisogno che ha la città di confrontarsi con la triste realtà dell’oggi che vede, come denunciato da Marcello Pera con il suo appello, un declino profondo, dopo cinque anni di nullismo della giunta Tambellini, sulla cultura, il turismo, l’economia”. Lo sostiene all’indomani dell’iniziativa organizzata da Libera Lucca l’esponente Francesco Colucci, che sottolinea anche l’importanza del momento di confronto.

“Il tornare a porre al centro dell’attenzione della città i problemi veri – spiega -, sollecitare le persone a discuterne, ricercare le soluzioni migliori è il modo migliore per prepararsi alla rinnovo dell’amministrazione comunale. Torniamo dunque a discutere, a fare squadra, a portare avanti prima il progetto e poi a scegliere gli uomini convinti di esso ed adatti a realizzarlo. Giudico di cattivo gusto, che fra le centinaia di persone che seguivano con attenzione le interessantissime relazioni degli autorevoli conferenzieri, vedere il candidato di Berlusconi, Remo Santini, stare un po’ in sala per farsi vedere e poi fare l’elastico fra sala, esterno e scale, passeggiando avanti e indietro, preoccupato solo di salutare, stringere mani, conversare con chiunque gli capitasse a tiro per andarsene prima delle conclusioni. Un comportamento a mio parere poco dignitoso per un aspirante sindaco di una grande città come Lucca. Se uno voleva legittimamente ascoltare stava in sala e prestava attenzione fino in fondo alle interessanti proposte che i conferenzieri illustravano. Era un Convegno di ascolto per noi, ma anche per gli altri vista la indipendenza e la autorevolezza degli oratori. Cito questo solo per dire che mentre cerchiamo di far uscire Lucca da degrado e dal declino evidenziato, ricercando contenuti condivisi per un risorgimento della città – va avanti Colucci -, c’è chi continua con i vecchi metodi, a ricercare solo un indistinto consenso personale nella logica ormai sorpassata di questa declinante seconda repubblica: prima vincere e poi vedremo cosa fare. Non si può governare un Comune se non si è creata prima una valida piattaforma programmatica, su cui costruire poi una squadra di persone accomunate dalla condivisione del progetto e dalla volontà di attuarlo.
Se il consenso è solo personale e non progettuale si costruisce sull’argilla. E i Bruto si sprecheranno. Questo apre un secondo fronte: per costruire un progetto e una squadra che lo condivida occorre avere idee, proposte, innovazione e conoscenza, ma se un aspirante candidato non ha esperienza ne preparazione è inevitabile che ricerchi solo un consenso mediatico, sponsorizzazioni di casta o peggio ancora sia solo il terminale “pacioso” dei vecchi impresentabili partiti o peggio ancora di qualche potere più o meno occulto. Tutto questo non corrisponde all’interesse della nostra amata città”.

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