Ps, Garzella non vota: “Da sindaco ricatto politico”

Piano strutturale, all’indomani del voto arriva la spiegazione dell’astensione del presidente del consiglio comunale Matteo Garzella. “Si sono concluse le votazioni per il piano strutturale – dice il numero uno di Palazzo Santini – Io dopo averci pensato molto ho deciso, per rispetto della mia carica istituzionale e quindi del consiglio comunale e per rispetto della mia coscienza, di non partecipare al voto. Molti consiglieri di maggioranza sono stati costretti a votarlo dal Pd lucchese telecomandato dalla Garfagnana e da Firenze, ma in realtà in molti eravamo convinti che fosse un piano in larga parte da rifare ancora prima di approvarlo. Per questo la coscienza mi avrebbe detto di votare contro. Tuttavia per rispetto della mia funzione istituzionale, una carica di garanzia per tutto il Consiglio, ho scelto di non votare”.

“In questo modo il mio dissenso è palese – spiega Garzella – ma non violo l’imparzialità della mia funzione e non approfitto (come invece fa il sindaco) della mia funzione per far pesare una scelta amministrativamente cosi dura contro un piano pieno di falle”. Garzella attacca sulle tempistiche del voto sul piano strutturale il Pd lucchese: “Ritengo da irresponsabili la scelta del Pd e della maggioranza (ovvero del sindaco uscente) di portare questa votazione a soli tre mesi dal voto per le amministrative. E’ infatti palese che la vicinanza alle elezioni serve a ricattare i consiglieri di maggioranza perché votino a favore di quello che non vorrebbero votare. Ci sono le liste da fare e il sindaco, la Garfagnana e Firenze hanno già detto nel lancio dell’inciucio che saranno loro e non i lucchesi a fare le liste. E chi avesse votato contro al piano strutturale avrebbe scelto di non essere inserito nel libro dei buoni ma in quello dei cattivi. Per questo hanno portato cosi vicino questa votazione. È lo stesso tipo di ricatto che hanno cercato di fare con me proponendomi da Firenze posti se mi ritiravo e impedendomi di fare la tessera del Pd perché al contrario ho accelerato e sono diventato sempre più popolare in citta”.
“Abbiamo insomma due idee di istituzioni opposte io e il sindaco uscente – conclude Garzella – Io rispettare l’equilibrio delle istituzioni. Lui usarle per prendere voti e ricattare i consiglieri. Del resto l’attacco degli uomini del sindaco oggi rispetto a inesistenti violazioni del regolamento del consiglio comunale equivalgono alle inesistenti violazioni dello statuto del Pd che hanno usato come scusa per non farmi più iscrivere al partito. Inesistenza di violazioni dimostrate dal rumoroso silenzio di tutto il gruppo dirigente del Pd dopo che ho risposto al triste e umiliante (per lui e tutti gli elettori del Pd) attacco del segretario provinciale Andreuccetti. Forse anche questa volta l’attacco che mi hanno sferrato vuole anticipare una nuova azione gestita dal sindaco e dal commissario fiorentino per eliminarmi dal consiglio comunale dopo averlo fatto senza alcuna motivazione dal Pd. La paura fa novanta e di paura il commissario fiorentino e i suoi obbedienti uomini (a cominciare dal sindaco) dimostrano ogni giorno di più di averne moltissima. Del resto basta girare in citta per toccare con mano la voglia di cambiamento e di dire basta a questo sindaco uscente che ha fatto peggiorare la citta e al gruppo di potere che grazie a lui vorrebbe controllarla da Firenze”.

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