Maniglia (Lega Nord): “Per l’8 marzo diciamo no all’infibulazione”

“Nel giorno dedicato alle donne, vorrei ricordare che questa festa nasce in seguito ad una tragedia e che, oltre alle mimose e alle cene a tema, esistono situazioni drammatiche di cui difficilmente si parla e per le quali è stato fatto poco”. Così interviene Marcella Maniglia, segretario della Lega Nord di Lucca e membro della commissione regionale delle pari opportunità, che prosegue: “Nel mondo 44 milioni di bambine sotto i 14 anni sono vittime delle mutilazioni genitali. Le conseguenze fisiche e mentali che riportano le vittime sono terrificanti: dolori atroci, infezioni, incubi, difficoltà nella minzione, attacchi di panico, senso di inadeguatezza e di inferiorità totale rispetto all’uomo, morte della vittima o addirittura del nascituro in caso di parto. Sono questi i temi per cui le femministe dovrebbero combattere (senza tralasciare violenza fisica e morale, in casa e fuori dalle mura domestiche), invece spesso sento parlare di argomenti che mi lasciano basita, come ad esempio l’imposizione dell’utilizzo dei nomi al femminile, che, come nel caso della Boldrini, ha determinato la necessità di far ristampare la carta intestata della presidenza della Camera a spese dei contribuenti”.

“L’infibulazione per noi occidentali è spietata e disumana – prosegue Maniglia – ma per molti paesi dell’Africa fa ancora parte della tradizione e viene vissuta come un rito che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. In realtà serve solo a controllare la verginità della donna e ad utilizzarla come merce di scambio nel momento del matrimonio. Tre anni fa circa è stato proclamato lo stato dell’Isis, nato sulle macerie, sui corpi e sul sangue delle vittime e il suo leader ha deciso che tutte le donne dovevano essere sottoposte a tale tortura. Come se il problema non fosse già di proporzioni allarmanti, fa da eco il fatto che non è più circoscritto ad una realtà specifica, ma si sta diffondendo come conseguenza dell’immigrazione di massa. In Egitto è una pratica “legale” , che viene effettuata sia in casa con metodi rudimentali (lametta e forbici prima, ago e filo poi, senza anestesia) sia negli ospedali, ma in Italia molti medici si sono rifiutati di praticarla e alla notizia non è stato dato alcun seguito. Fino a quando saremo liberi di scegliere e di condannare questa pratica non lo so, ma Lega Nord sta ripetendo da anni che le nostre abitudini non devono essere modificate in nome di un’integrazione che non può essere totale perché milioni di chilometri e di anni di culture diverse ci separano da un mondo che noi riteniamo agli antipodi del nostro”.

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