Lettere false e attacchi, Barsanti denuncia

“Attentato contro i diritti politici del cittadino”. E’ questa l’ipotesi di reato con la quale il consigliere comunale di Casapound Fabio Barsanti ha depositato ieri (12 luglio) una querela nei confronti di ignoti per lettere anonime recapitate ai giornali (con data di spedizione antecedente al ballottaggio), dal contenuto falso. In quelle missive, ha spiegato lo stesso Barsanti, qualcuno, che si spacciava per Casapound, con tanto di simbolo e firma falsa, informava gli elettori di un accordo per il ballottaggio con il candidato del centrodestra Remo Santini, che è stato, però, subito smentito. “Una truffa elettorale”, non ha esitato a definirla Barsanti.
Nella querela, poi, il leader di Casapound Lucca ha stigmatizzato le critiche e gli attacchi ricevuti per la festa in piazza San Frediano dopo il risultato ottenuto al primo turno, che come è noto, ha portato il candidato ad ottenere l’8% dei voti.

Quelle immagini e quei video avevano portato all’accusa, nonostante i video circolati in rete (e pubblicati dalla nostra testata) a Barsanti e ai suoi di aver fatto “il saluto fascista”. Anche questa una falsità, ha spiegato nella querela Barsanti. Della denuncia Barsanti ha parlato al primo consiglio comunale, intervenendo dopo la presentazione della giunta da parte del sindaco.
Secondo Barsanti “la scelta della giunta dimostra palesemente gli accordi intervenuti in seno alla maggioranza”. Poi interviene sulla campagna elettorale: “Noi dopo il grande risultato elettorale del primo turno eravamo diventati l’ago della bilancia: il Pd lo ha capito, aveva paura di perdere e, per questo, ha messo in moto una sorta di macchina sovietica, quasi militare, di strategia del consenso. Lo hanno fatto paventando un accordo tra noi e Santini, evocando lo spettro del nazifascismo. Si sono inventati i saluti romani in piazza, hanno cantato Bella ciao in Comune, hanno diviso Lucca in buoni e cattivi. Hanno fatto realizzare a due consiglieri regionali un filmato diffamatorio e poi è stato diffuso a due giornali (Tirreno e Nazione, ndr) un volantino falso, con una firma falsa e il simbolo falsificato in cui si affermava che eravamo d’accordo col centrodestra e che i fascisti avrebbero preso possesso della città. Di fronte a tutto questo, a nostro avviso, si configura una palese violazione dell’articolo 294 del codice penale. Si tratta, cioè, di un vero attentato ai diritti politici dei cittadini, una truffa attuata per sviare il voto: per questo abbiamo presentato una formale denuncia in procura, ieri. Dal canto nostro, nei prossimi cinque anni continueremo a difendere il ‘sindacato’ dei lucchesi”.
“L’elezione del sindaco – ha poi rincarato la dose – si è giocata sul falso assunto di un accordo fra CasaPound e il centrodestra: un falso assunto finalizzato a determinare gli aventi diritto al voto ad esercitarlo in modo difforme dalla loro volontà. Una campagna che definisco terroristica ha paventato l’avvento di una specie di dittatura se non avesse vinto il candidato di centrosinistra – continua Barsanti – e questo per colpa di CasaPound, scelta al primo turno da circa l’8% dei votanti e che non partecipava al ballottaggio, né aveva fatto accordi o apparentamenti con nessuno”.
“La falsa affermazione di un accordo fra CasaPound e centrodestra non è stata propalata solo con dichiarazioni – dal sindaco agli assessori, dai consiglieri comunali a quelli regionali, coinvolgendo addirittura senatori, professori e giornalisti – ma anche attraverso un mezzo fraudolento: è giunta infatti ai giornali un falso ‘comunicato alla cittadinanza’”.

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