Renzi show alla Versiliana: “Siamo diga a populismo” foto

E’ stato un vero e proprio show, come di consueto quando sul palco sale l’ex presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi. Alla Versiliana il pubblico delle grandi occasioni, fra i quali i fedelissimi del partito, dal senatore Marcucci, all’assessore regionale Marco Remaschi all’assessora comunale Valentina Mercanti e, a sorpresa, anche l’esponente di Forza Italia, Maurizio Marchetti, ha ascoltato per circa due ore l’ex premier dialogare sui temi di attualità con il direttore della stampa Maurizio Molinari.

Fra i temi caldi quello dell’approvazione della legge sullo ius soli, rinviata a dopo l’estate per il mancato accordo in maggioranza. “L’Africa – ha detto Renzi – è potenzialmente il continente più ricco ma se le migliori intelligenze se ne vanno lasciano i loro paesi in mano ad oligarchie e dittatori. Per questo dico che dobbiamo aiutarli davvero a casa loro. Il tema dell”immigrazione ce lo portiamo per almeno 20 anni ma bisogna investire in cultura. In mare noi si va e si cerca di salvarli tutti ma non possiamo accoglierli tutti in Italia. Per questo l’idea del principio di cittadinanza è sacrosanta. Il tema dello ius solus non deve far paura”. “Il centrosinistra deve dirlo – ha concluso Renzi – non si perde per l’immigrazione”.
Non sono mancati gli attacchi agli avversari politici e agli ex alleati. “Il Pd è oggettivamente la diga contro il populismo – ha affermato – Abbiamo visto cosa accade nelle città governate dai 5 Stelle. Sfido a trovare dirigente di Eni, Enel, Rai o altre che io ho mai alzato il telefono per dire qualcosa sulla gestione di un’azienda. Ho scelto quello che ritenevo migliore e gli ho detto vai. Da qui a immaginare un governo a guida populista…”. “Leggo sui giornali – ha proseguito – che consiglieri comunali segnalano aziende fornitrice all’Atac. E voi pensate che chi non riesce a organizzare un concerto, un morto e 1500 feriti, possa governare il Paese?”. “Il politico onesto non è solo quello che non ruba – ha concluso sul tema il segretario del Pd a Marina di Pietrasanta – M5s non è solo eterodiretto, non solo confonde il Cile con il Venezuela ma propone il Venezuela che oggi è una dittatura come garante della Libia. E io sono orgoglioso della battaglia di civiltà fatta sui vaccini perché sulla salute dei nostri figli non si può scherzare”. Poi su Mdp e Sinistra Italiana: “Noi dobbiamo occuparci di noi, auguri a chi se ne è andato. L’unica vera arma per ritornare tra le persone è discutere di questioni concrete. In Italia in tanti fanno polemiche dentro il centrosinistrae noi fiorentini ci mettiamo il carico da 90. Ma il Pd è l’unica vera grande occasione della sinistra in Europa di vincere. A tutti quelli che si lamentano dentro il Pd, lo dico a tutti, fuori non c’è la rivoluzione socialista, o c’è Grillo o un centro destra che Berlusconi deve decidere se sarà una destra europea o populista tipo Lega. Va bene discutere ma abbiamo fatto le primarie 4 mesi fa, abbiamo rovinato anche il ponte, una volta partiti discutiamo dei problemi degli italiani e non litigare sul nulla”.
Spazio anche alla politica estera e alla questione Macron: “Abbiamo sempre detto – ha detto Renzi –  che dopo il referendum avremmo attraversato un periodo più debole. Ciò che sta facendo Macron era previsto e prevedibile: sta facendo l”interesse del suo paese, io non ho nulla contro di lui. Fa una battaglia su Fincantieri, bene, le regole europee lo consentono, consentiranno anche a noi di avere la possibilità di fare battaglie su altre partite. Da me una parola contro Macron non l’avrete mai”.
Renzi è stato anche sollecitato a un commento sulla vicenda Consip, che ha visto coinvolto anche il padre Tiziano: “Non so se tra qualche mese lui – ha detto il segretario Pd – sarà archiviato per la seconda volta inv ita sua. Mio padre non ha mai visto un giudice eppure è stato pedinato come un camorrista da una orocura che pare mettere microspie negli ulivi di casa mia. Verrebbe quasi da dire che c’è da augurarsi che abbiano trovato qualcosa perché non so cosa accadrà quando dovesse essere archiviato. In tutte le intercettazioni pubblicate, sempre dallo stesso giornale, di penale non c’è nulla. Non ho dubbi che tutto sia legittimo e regolare ma noi non abbiamo paura di nulla”.” Abbiamo passato momenti non facili – dichiara ricordando le conversazioni con il padre sulla possibilità di un pranzo in unab ettola a Roma – mi sono vergognato di dubitare di mio padre. Ma per quale motivo l’Italia deve sapere di questa conversazione? Quanta violenza c’è in questa storia che per me non finisce qui. Questa storia non può oscurare la vera storia: non sono le intercettazioni né il concorso esterno in traffico d’influenza. Se mio padre è colpevole è giusto che paghi, non ci sono distinzioni. Ma la storia non è questa”.
Infine un bilancio della sua attività da premier: “Quello che mi resta – ha detto – è la qualità delle persone e delle relazioni umane perché l’Italia non è un paese finito, ci lamentiamo ma siamo capaci di fare cose che agli altri non riescono”. Chiudendo il suo intervento al Caffè della Versiliana, ha ribadito che “fare l’italiano in tutti i settori è un elemento d’orgoglio. Per questo non mi piacciono quelli che vanno via con il broncio. Io non credo al mugugno, al piagnisteo continuo. Sono invece preoccupato perché ci sono tante cose da fare e tanti non ce la fanno. Compito della politica è rimediare a queste diseguaglianze. Io chiedo di credere nell’Italia non in me”.
Gran finale con la firma delle copie dell’ultimo libro Avanti!. E uno sguardo ai prossimo appuntamenti politici e non solo.

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