Cosentino (SiAmo Lucca): “Presenza commercianti a Consiglio su suolo pubblico sarebbe stato un bel segnale”

Suolo pubblico, il consigliere comunale di SiAmo Lucca, Samuele Cosentino, a qualche giorno dall’assise che ha approvato il nuovo regolamento, interviene nuovamente nel dibattito a difesa della categoria: “Il quadro che – da più interventi bipartisan – è stato “dipinto” nella parte dibattimentale dell’ultimo consiglio comunale – dice Cosentino – ci offre un’immagine ingiuriosa della categoria dei commercianti. Paurosi, timorosi, un po’ bigotti, per alcuni anche evasori, ricchi, per altri divisi ed egoisti: inaccettabile valutazione di uno dei settori più produttivi della città, rei anche, di non essere presenti in aula o di non aver avuto il “coraggio” di fare una serrata nei giorni di Lucca Comics. Quella stessa categoria che, si sostiene, sugli eventi cittadini è l’unica a guadagnare e per questo è giusto spremere (come fosse una punizione per chi commette un reato). Possibile che non si prendano in considerazione i soldi dei parcheggi, delle multe, dei permessi rilasciati ai mezzi, degli allacci elettrici, dei ticket bus, della tassa di soggiorno, del suolo occupato dagli stessi eventi, soldi che entrano nelle casse comunali e che in forma di servizi, assistenza, e manutenzione vengono restituiti a tutti i cittadini?”.

“Una cosa, certo, è vera – prosegue Cosentino – l’assenza degli operatori si è notata, sarebbe stato un bel segnale la loro presenza. Farsi vedere preoccupati, attenti, interessati, coinvolti, sarebbe stato importante e forse si sarebbe usato maggior pudore nei giudizi forse un po’ superficiali dati su un’intera categoria. Guai però a dividersi adesso. E’ proprio questo il momento di fare massa critica, di sentirsi colleghi e non concorrenti, di riconoscere tutti un unico riferimento al quale dare forza e legittimità. Le accuse apparse sulle stampa nei giorni scorsi alle associazioni di categoria ritenute “mosce”, succubi, troppo remissive devono essere respinte al mittente con forza. I nostri sindacati, proprio a causa delle scellerate politiche di Bersani, Monti (ma anche di Renzi), si sono trovati da un lato a far fronte al fenomeno delle liberalizzazioni divenute, in Italia, deregolamentazioni devastanti per l’identità delle stesse attività commerciali e, di conseguenza, per I centri nei quali esse operano, ma dall’altro si sono anche trovate costrette a sostituire enti come l’Apt e la Camera di Commercio nell’organizzazione di eventi, promozioni, manifestazioni culturali ed enogastronomiche per le quali occorrono ingenti risorse economiche. Tutto ciò ha reso il sindacato sempre meno libero e più soggetto a continue collaborazioni con gli enti pubblici intrecciando attività ed interessi con il mondo della politica”.
“Tutti noi vogliamo un sindacato vero che difenda il nostro lavoro – dice ancora il commerciante – consigliere – ma tutti noi vogliamo anche una città viva, con eventi, musica, fiere, mercati. Il compromesso è spesso complicato, ed è affidato all’abilità di dialogo, alla capacità di contrattazione, al rapporto politico, ed anche, in molti casi, personale, tra le parti. C’è chi pensa che la linea dura sarebbe la più efficace, chi crede ancora nella possibilità che il confronto possa dare frutti, io sono convinto che l’unica arma che abbiamo sia quella di rinnovare la fiducia nelle nostre rappresentanze, dare loro tutta la forza di cui hanno bisogno, portare loro le idee, le istanze, delle quali però siano loro a far sintesi. Non credo assolutamente ad un’assenza dei commercianti dal consiglio comunale figlia della paura, non mi riconosco e non riconosco la stragrande maggioranza dei miei colleghi in nessuno degli aggettivi utilizzati per descriverli, credo purtroppo che l’assenza sia figlia della sfiducia, del senso di rassegnazione, di quell’amara sensazione che ci porta a pensare “tanto non cambia nulla” e se questa fosse la giusta lettura dei fatti sarebbe bene che la politica, invece di lanciarsi in giudizi affrettati, si concentrasse su un lungo e profondo esame di coscienza”.
“Infine – conclude rispondendo al consigliere Massagli di Lucca Civica – mi è stato fatto notare un mio conflitto di interessi all’interno del consiglio comunale. Ho sufficiente onestà intellettuale per prendere a cuore gli interessi di tutti i cittadini e non solo di una parte di essi e credo di averlo dimostrato in questi mesi. Da trent’anni però sono un commerciante orgoglioso di esserlo, perché proprio grazie alla mia professione ho imparato ad ascoltare le persone, a cercare di soddisfare le aspettative di ciascuno. Ho imparato a lavorare collaborando con i miei competitor, a promuovere la città al di fuori dei confini del territorio. Ho imparato a conoscere i nostri prodotti tipici, il valore del nostro territorio, l’importanza dell’accoglienza, ho imparato a pagare i miei errori, a subire ingiustizie, a confrontarmi con il mio staff, a valorizzare i giovani. Credevo che ciò non fosse in conflitto con il consiglio comunale e con la politica, anzi: credevo fosse un valore aggiunto. Sono pronto anche a lasciare se mi sarà impedito di lavorare liberamente, politico lo sono per conseguenza: commerciante lo sono per vocazione”.

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