Gestione dei beni comuni, scintille in commissione foto

Gestione dei beni comuni, scintille in commissione sul regolamento e la prima convenzione firmata, quella di Santa Maria a Colle.
A parlare dell’argomento, nella sala biblioteca di Palazzo Santini, si sono riunite questa sera (13 novembre) le commissione congiunte regolamento e partecipazione, guidata da Rita Nelli (Pd) e la commissione tempo libero e sport della presidente Maria Teresa Leone (Lucca Civica). Una commissione, quella di stasera, richiesta dagli esponenti dell’opposizione (Testaferrata per Forza Italia, Borselli per Lucca in Movimenti e Minniti per la Lega Nord) per chiarire i passaggi che hanno portato all’affidamento delle chiavi della ex scuola di Santa Maria a Colle all’ex consigliera comunale del Pd, Enrica Picchi e a Renza Borselli.

La richiesta, fatta davanti agli assessori Ilaria Vietina e Gabriele Bove, è illustrata dalla consigliera azzurra, Simona Testaferrata: “Abbiamo richiesto questa commissione, quando abbiamo appreso dai mass media, e sottolineo solo dai mass media, il 5 ottobre, che gli assessori Vietina e Bove avevano consegnato le chiavi della ex scuola elementare di Santa Maria a Colle ad Enrica Picchi e Renza Borselli, sulla base del patto di collaborazione per la cura, gestione condivisa dei beni comuni tra l’amministrazione di Lucca ed i cittadini. Leggendo questo articolo, ci siamo attivati sul territorio, per capire se ci fosse stata o meno, una pubblicizzazione adeguata di questa opportunità che il Comune concedeva alla cittadinanza. Andando sul territorio, ci siamo resi conto che la realtà rispecchiava il “modus operandi” di questa amministrazione: ovvero a parole lancia slogan di trasparenza e di partecipazione, ma nella realtà si è ripetuto quanto già accaduto in occasione dei tavoli dei lavori pubblici partecipati. Queste iniziative oggi come allora sembra che vengano promosse solo agli amici degli amici, del partito di maggioranza”.
“Noi vogliamo valutare in modo obbiettivo la situazione – dice ancora Testaferrata – Ovvero non saremo stasera qua a contestare il fatto che Enrica Picchi e Renza Borselli siano diventate referenti per l’immobile di Santa Maria a Colle se solo fosse stata fatta una pubblicizzazione capillare sul territorio e tutta la cittadinanza e le associazioni fossero state informate della possibilità di diventare referenti per questo immobile. Non solo mettendo il relativo avviso in una sezione nascosta del sito del Comune. Quindi voglio chiarire che il problema per noi non sono né Enrica Picchi né Renza Borselli. Noi solleviamo una questione di metodo utilizzata dall’amministrazione. Chiediamo formalmente all’amministrazione di ripartire da zero su questo primo patto. A quel punto (ripartendo quindi dall’inizio) se verrà fatta una giusta ed equa pubblicità su tutto il territorio di questa opportunità che il Comune offre ed arriveranno solo le richieste di Enrica Picchi e Renza Borselli, per noi non ci sarà alcun problema se le chiavi dell’immobile verranno consegnate a loro. Il problema esiste adesso, in quanto abbiamo avuto modo di riscontrare che i cittadini e le associazioni sul territorio ne sono completamente allo scuro”. “Sono sicura – conclude – che adesso mi risponderete che i cittadini e le associazioni possano accedere ai locali della ex scuola di Santa Maria a Colle, attraverso Enrica Picchi e Renza Borselli. E’ proprio questo il punto che non torna. Perché cittadini e le associazioni devono andare con il cappello in mano a chiedere una stanza alle due signore? Se altresì, aveste fatto un’adeguata pubblicizzazione, adesso quegli stessi cittadini ed associazioni che ora devono chiedere le chiavi ad Enrica Picchi e Renza Borselli, avrebbero potuto essere loro stessi i referenti per questo immobile comunale. E non voglio raccontarvi l’odissea che ho vissuto per un mese, al fine di raccogliere i documenti relativi a tutto l’iter di questa pratica. Numerosi sono stati gli accessi agli atti e i solleciti: in prima istanza mi è stato consegnato il documento “Patto di collaborazione tra l’amministrazione comunale e i cittadini attivi” relativo alla ex scuola di Santa Maria a Colle non sottoscritto dalle parti. Successivamente mi è stato consegnato il solito documento che improvvisamente è risultato sottoscritto in data 23 giugno 2017 ma senza numero di protocollo. Infine dopo ulteriore richiesta è apparso il documento sottoscritto dalle parti e con numero di protocollo. Alla luce di tutto questo, anche e soprattutto per una questione di trasparenza da parte dell’amministrazione chiediamo che sia annullato il Patto relativo alla ex scuola di Santa Maria a Colle. Chiediamo che sia fatta una promozione sul territorio in maniera capillare in modo che tutti abbiano la stessa possibilità di diventare referenti per l’immobile in questione. Solo allora riterremo valido il percorso”.
Una lunga e dura requisitoria che trova, però, la ferma risposta da parte degli assessori presenti. Gabriele Bove, assessore alla partecipazione, dopo un botta e risposta fra Testaferrata e Gianni Giannini del Pd, respinge le accuse e i toni utilizzata dalla rappresentante dell’opposizione: “Siamo qui – dice Bove – come occasione di confronto fra la maggioranza e l’opposizione. Dispiace che l’impostazione della richiesta di commissione sia questa e che ritorni l’idea che le cose vengano fatte con gli amici e gli amici degli amici che prendono le chiavi di un immobile”. “L’obiettivo – dice – è invece quello di avvicinare i cittadini all’amministrazione. La partecipazione è e resta un tema centrale. Si è iniziato con le assemblee dei lavori pubblici partecipati, c’è stato poi il regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazione, che ha avuto anche un iter consiliare. Su queste tematiche se un cittadino non è informato su tutta da una parte c’è sicuramente una responsabilità nostra, ma c’è anche quella di chi non si informa. Tanto è vero che, comunque, le proposte sono state tante, dall’apertura e chiusura el cancello di Villa Bottini, alle aiuole, alla gestione, appunto, di beni comuni. Lo scopo è promuovere in generale una cittadinanza attiva”. “Quello fatto – aggiunge Bove – è stato un percorso pubblico e dire che si dano le chiavi agli amici degli amici è proprio una affermazione che dà fastidio. Quanto alla signora Picchi è stata votata, ha una sua sensibilità, così come Renza Borselli. Le figure potevano anche essere altre, visto che il processo è stato promosso con giornali, sui media, con i volanti. Ovviamente tutto questo non basta a informare tutti e 90mila cittadini del Comune. E per questo abbiamo fatto incontri per spiegare il percorso, che hanno fatto venire voglia ad altre persone di mettersi in gioco”.
Tocca anche all’assessora Vietina rispondere alla domanda cruciale, quella su iter e procedura: “L’inizio di questi progetti – dice – risale a quattro anni fa e quello oggtto della commissione è da ricondurre a un progetto più ampio per la collaborazione dei cittadini in forma non associata. Non si tratta cioè di convenzioni fra due soggetti, come l’amministrazione e una associazione, ma un laboratorio di sussidiarietà per la gestione dei beni comuni già sperimentato in vari contesti italiani e che ha visto a Siena la prima sperimentazione in Toscana”. “Le persone che sono state citate – spiega l’ex vicesindaca – hanno partecipato a questo percorso fino dall’inizio ed è questa la chiave di volta di tuttqa la questione. Gli strumenti di partecipazione sono stati messi a disposizione di tutti, così come previsto dall’autorità regionale della partecipazione. Diverse sono state le forme di pubblicizzazione: conferenze stampa, comunicati stampa. A dicembre del 2016 abbiamo presentato il cronoprogramma e l’obiettivo generale: il rafforzamento della partecipazione dei cittadini. Ci sono poi state le successive fasi di lavoro: un incontro tecnico, i gruppi di lavoro in tre aree del territorio mentre in parallelo si svolgevano i lavori della commissione consiliare regolamenti e partecipazione. A marzo 2017 si è tenuta l’assemblea conclusiva e ad aprila il consiglio comunale ha approvato la delibera del regolamento dell’amministrazione condivisa”. “Gran parte di questi passaggi – prosegue Vietina – sono stati comunicati ad una mailing list realizzata nel tempo con coloro che hanno partecipato a questi procedimenti, con comunicati stampa e volantini sul territorio. Hanno partecipato circa 100 persone, sono state presentate 35 idee di patti, alcuni dei quali già prediposti, quindi c’è stata la firma del primo patto. Santa Maria a Colle, il primo patto firmato, è andato di pari passo con quello del Piaggione per cui però ci sono stati dei problemi sulla sistemazione delle aree esterne e sull’accesso. Ma va comunque ricordato che i patti di collaborazione non riguardano la gestione di edifici ma la realizzazione di progetti di comunità”.
Non soddisfatta la consigliera Testaferrata: “Il patto – dice – è sicuramente interessante da tutti i punti di vista. Il problema sorge dal fatto che sono sempre e solo gli addetti ai lavori ad essere coinvolti. Non ho ancora incontrato, infatti, una persona comune che conosce questi patti. Per questo chiediamo una pubblicizzazione capillare e attenta sul territorio, affinché non solo chi è o era in consiglio comunale ne conosca le procedure”.
“Miglioriamo la comunicazione – risponde l’assessore Bove – e troviamo insieme le modalità per arrivare a tutti i cittadini. Questo percorso ha visto aprire una opportunità, un importante percorso di cittadinanza attiva che non è concluso ma è solo all’inizio”.
Il dibattito fra i commissari presenti si infiamma dopo gli interventi istituzionali. Gabriele Olivati (Lucca Civica) definisce le accuse di mancanza di trasparenza un atto “irricevibile e intellettualmente disonesto”. Affermazione che ha sollevato le ire di Simona Testaferrata. “Mi piacerebbe – ha aggiunto Olivati – che ci fossero delle proposte per migliorare il percorso e non accuse generiche. Quanto all’accordo Picchi e Borselli non si sono appropriate di qualcosa, ma si sono prese la responsabilità di portare avanti un progetto”. Da Giannini (Pd) l’invito all’opposizione a coinvolgere in questi percorsi anche persone di altro colore politico “basta che non utilizzino questo patto per fare propaganda politica”. “Le chiavi – ha aggiungo Francesco Lucarini, di Sinistra con Tambellini – sono di chi porta le proposte per le attività. Per questo rinnovo l’invito a partecipare”.
Condivide le tesi dei colleghi dell’opposizione Enrico Torrini di SiAmo Lucca: “La dimostrazione che questo regolamento – dice Torrini – è stato comunicato male sta nel fatto che nessuno di noi ne sapeva nulla prima di entrare in consiglio comunale. E’ evidente che la comunicazione è stata poca”.
A chiudere il dibattito l’assessora Vietina: “Il percorso prosegue – afferma – fin dal prossimo 16 novembre. Ogni patto, peraltro, ha una durata limitata: è fatto per un anno, rinnovabile fino a 2-3 anni. Questo perché è prevista una alternanza e non si tratta di una scelta definitiva. Inoltre proprio perché il percorso è validato dall’autorità regionale della partecipazione si tratta di uno dei percorso più trasparenti in assoluto. Trasparente vuol dire che non vien escluso nessuno per principio, ma che possono essere potenzialmente presenti tutti i cittadini, nessuno escluso. Da qui si parte, poi è evidente clhe il lavoro da fare deve durare anni per riuscire a disseminare in tutto il territorio”. “Sono tante le persone che hanno partecipato – sottolinea Vietina – e l’unica possibilità per allargare la base di partecipazione è continuare a farlo”. “Non abbiamo – conclude respingendo le richieste in premessa dell’opposizione – nessun elemento per annullare questo patto. Niente inficia la volontà di fare un percorso che permetta una maggiore partecipazione e chi ha più idee è giusto che le proponga. Nel frattempo ci sono 35 idee da rendere operative, anche in Oltreserchio e non presentate da consiglieri comunali. Presto partirà il progetto del Piaggione. E comunque nessuno potrà tenere attaccato a sé un progetto per dieci anni in successione, perché sono progetti che scadono in tempi non lunghi”.

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