Menesini e il Pd: “Votiamolo per poi cambiarlo”

Una lettera aperta ai cittadini della provincia di Lucca. Per invitare a votare per i candidati del centrosinistra e del Partito Democratico e poi iniziare un percorso per cambiare dall’interno il Pd. Un appello accorato, in vista del voto di domenica (4 marzo), per cui il sindaco di Capannori e presidente della Provincia Luca Menesini, si mette in prima linea.

“Mi metto al computer a scrivere questa lettera – scrive il primo cittadino – dopo aver ben riflettuto se era una mossa astuta o meno. Alla fine, ho scelto di fregarmene se può risultare o meno una scelta saggia, e ho fatto prevalere la voglia di condividere con voi un pensiero riguardo sì alle elezioni di domenica prossima, ma anche e soprattutto su cosa è il Pd oggi e su come vorremmo che fosse. Intanto diciamoci la verità: sono un sindaco del Pd che il Pd vede in parte di buon occhio (le cose che facciamo non possono essere negate), in parte invece no perché ‘non gestibile’ e con alcuni temi chiave (sociale, ambiente ed economia circolare, innovazione e scuole) che considero irrinunciabili. Detto questo, mai ho buttato fango sul Pd, mai l’ho considerato un mezzo su cui salire o scendere a seconda delle convenienze, mai ho pensato che l’Italia non avesse bisogno di un partito riformista, plurale, capace di unire. Il Pd è nato per fare questo, e questo deve tornare a fare, a prescindere dal voto di domenica 4 marzo”.
“Sul voto, domenica, non ho dubbi – prosegue – perché nonostante quello che non va, ho ben presente cosa invece è andato, cosa va e cosa deve andare: domenica voterò Partito Democratico e vi chiedo di fare altrettanto. Non lo voto per appartenenza bensì per convinzione sia rispetto al lavoro svolto dai governi Letta-Renzi-Gentiloni, sia rispetto alle candidature che abbiamo in campo alla Camera e al Senato, ovvero Stefano Baccelli e Andrea Marcucci. Per quanto riguarda il governo, questi cinque anni sono stati anni di crescita per il paese. E quindi anziché dibattere su quanto sia simpatico o meno Renzi o di quante aspettative abbia deluso (su questo sono d’accordo, ma il problema non è stato che ha fatto poco, il problema è stato che ha promesso troppo), valutiamo quanto è stato fatto, ma soprattutto chi ha un programma serio, concreto e realizzabile per i prossimi cinque anni affinché l’Italia esca definitivamente dalla crisi, che tutti noi abbiamo sentito abbattersi sulle nostre vite”.
“L’altro aspetto che vi chiedo di valutare sono le persone candidate nel nostro collegio – dice Menesini – Per la Camera abbiamo candidato Baccelli, le cui capacità di amministratore le abbiamo conosciute quando era presidente di Provincia, e che conosce perfettamente molte delle questioni che i Comuni possono risolvere soltanto con l’aiuto del Parlamento. Dare il voto a Stefano significa votare il miglioramento della qualità della vita nel proprio territorio. Stessa cosa vale per Marcucci candidato al Senato. Per i territori della provincia di Lucca votare Marcucci, al di là della stima nel Pd a livello nazionale, vuol dire votare per qualcuno che poi ogni tot di tempo torna sul territorio, ascolta i problemi e se ne occupa a un livello più alto. Mi auguro, quindi, che abbiate voglia di tapparvi un po’ il naso, di cambiare opinione all’ultimo minuto, di pensare ai nostri territori più che alla bagarre nazionale che ogni giorno va in onda fra i partiti a livello nazionale e che, sinceramente, ha abbondantemente stancato”.
“Per quanto riguarda il Partito Democratico, almeno a livello provinciale e regionale, vi prometto che sarò in prima linea per cambiarlo – conclude – sia perché allarghi il fronte dei suoi interlocutori fra i cittadini e gli stakeholders, in modo che si faccia carico di molte più sensibilità presenti nella società, sia perché torni a dialogare quasi quotidianamente con le fasce più deboli della popolazione, che oggi si sentono abbandonate (faccio il sindaco, ne sento tante di storie ogni giorno), sia perché comprenda che il mondo è una cosa diversa da quindici anni fa e che da anni ci sono nuovi lavori che nessuno mai ha tutelato, come le libere professioni, le partite Iva, i lavoratori autonomi e tante tante altre sfaccettature, per non parlare delle imprese innovative e che puntano sull’economia circolare e la sostenibilità ambientale. Il Pd deve ritrovare se stesso, che paradossalmente oggi vuol dire che deve uscire da se stesso, lo so bene, lo sappiamo bene. Con tanti di voi ne parlo spesso, sapete come la penso. L’Italia ha bisogno del Pd, ha bisogno di un partito centrale intorno a cui far ruotare tutte le sensibilità del centrosinistra. Quindi non buttiamo via il Pd, scegliamolo. E poi al lavoro per cambiarlo. Un Pd migliore è possibile, c’è bisogno di tutti voi”.

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