Lucca Civica e Pd: “No di Casapound a esenzioni tassa di soggiorno è ideologico”

“Durante l’ultimo consiglio comunale modificando il regolamento della tassa di soggiorno sono state introdotte ulteriori esenzioni oltre quelle già previste: per i portatori di handicap non autosufficienti e i loro accompagnatori; coloro che soggiornano a Lucca per sottoporsi a terapie presso le strutture sanitarie eper i soggetti che alloggiano in strutture ricettive a seguito di provvedimenti adottati da autorità pubbliche, per fronteggiare situazioni di carattere sociale nonché di emergenza conseguenti ad eventi calamitosi o di natura straordinaria o per finalità di soccorso umanitario”. Lo ricorda il consigliere comunale di Lucca Civica, Jacopo Massagli, che critica l’atteggiamento di parte dell’opposizione e in particolare di Casapound.

“Tutte esenzioni di buonsenso – afferma – che non hanno trovato accoglimento in tutti i gruppi consiliari, Casapound ha proposto infatti l’abrogazione dell’intera ultima fattispecie, con l’intenzione, come dichiarato a mezzo stampa di colpire le strutture ospitanti richiedenti asilo. Peccato che Barsanti non sia a conoscenza del sistema tributario italiano e ignori completamente la normativa sulla tassa di soggiorno che ha come soggetto imponibile chi alloggia nelle strutture turistiche e non chi gestisce la struttura stessa. È necessario poi guardare ai fatti e non ai proclami da campagna elettorale, con la sua proposta avrebbe abrogato l’intera lettera ‘g’. Nella realtà quindi, non si sarebbe colpito chi gestisce quelle strutture (perché in contrasto con la legge), ma direttamente le persone che si trovano al loro interno. E si troverebbero a pagare non solo i richiedenti asilo, ma anche chi si trovasse in una struttura di recupero per la tossicodipendenza, o in caso di un terremoto fosse costretto ad alloggiare in un albergo. Risulta evidente che Caspapound offuscata dalla propria ideologia non è riuscita a comprendere che i richiedenti asilo, donne vittime di violenza, così come ex carcerati, che si trovano nella nostra città in strutture di accoglienza, non sono equiparabili a turisti in vacanza. Così come non sono turisti in crociera le oltre seicento persone bloccate dal Governo Italiano nel mediterraneo, per le quali abbiamo approvato un ordine del giorno quando oramai tutta l’opposizione, salvo Bindocci, aveva abbandonato il consiglio prima del suo termine, come oramai loro abitudine”.
Rincara la dose anche la consigliera comunale del Pd e presidente della commissione bilancio Chiara Martini: “Le modifiche faciliteranno la conclusione di un importante accordo fra il Comune e Airbnb, il più importante sito di intermediazione di affitto di case private, che consentirà il recupero di risorse economiche a vantaggio della comunità e senza impegno da parte dei proprietari della abitazioni poste in locazione. Bene, in questo contesto il consigliere Barsanti, capogruppo di Casapound, ha proposto un emendamento che al di là dei contenuti non condivisibili da parte nostra, non è accettabile sia per motivi normativi che per incoerenza con l’oggetto del regolamento. L’esenzione che l’emendamento richiedeva di abrogare è ‘sono esenti – cita Martini – dal pagamento dell’imposta di soggiorno i soggetti che alloggiano in strutture ricettive a seguito di provvedimenti adottati da autorità pubbliche, per fronteggiare situazioni di carattere sociale nonché di emergenza conseguenti ad eventi calamitosi o di natura straordinaria o per finalità di soccorso umanitario'”.
“In primo luogo – prosegue Martini – l’emendamento richiede  l’abrogazione di una delle esenzioni previste dalla normativa regionale, in secondo luogo l’introduzione di un presupposto d’imposta che allargherebbe di fatto la categoria dei paganti (che sono per legge i turisti) a chi offre servizio di prima accoglienza ai richiedenti asilo. Di fatto Barsanti non ha proprio colto l’oggetto ed i termini di riferimento del regolamento previsto all’ordine del giorno. In altre parole, con questa modifica Barsanti intendeva colpire le strutture alberghiere che fanno ‘business’ con i migranti, ma non si è reso conto che in realtà la tassa di soggiorno riguarda il turista e non il titolare di una struttura turistico ricettiva. Quindi secondo Barsanti una serie di categorie fragili temporaneamente ospiti di strutture di accoglienza avrebbero dovuto pagare la tassa di soggiorno come fossero turisti: non solo richiedenti asilo ma anche terremotati, sfollati a seguito di calamità naturali, donne e bambini a riparo da situazioni di violenza. Consapevoli che non fosse certo questo l’intendimento della proposta, ovviamente bocciata dal Consiglio, suggeriamo maggiore attenzione ai temi in discussione e di lasciar da parte ogni tanto l’ossessione per i migranti che rischia di togliere lucidità e portare solamente fuori strada”.

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