Marchetti (FI): rifiuti, senza impianti aziende al palo

“Senza impianti di smaltimento degli scarti di produzione o lavorazione le imprese non possono andare avanti. La situazione è insostenibile e l’immobilismo della sinistra che governa la Regione su questa materia sta mettendo in ginocchio intere filiere produttive, con aziende che affogano nei propri rifiuti, nelle burocrazie, nei costi di smaltimento. Così non si va da nessuna parte e bene fanno gli industriali ad alzare la voce rispetto a una situazione che è di vera emergenza”. L’affondo arriva dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti non certo nuovo alla battaglia sui rifiuti e in particolare sugli scarti di produzione di filiere come quella del tessile pratese o del cartario a Lucca o di settori come quello edile.

“Quello sulla sua finalizzazone degli scarti di produzione o lavorazione – ricorda il capogruppo azzurro – è stato uno dei primi impegni che mi sono assunto al momento del mio insediamento in Consiglio regionale. Come Forza Italia abbiamo avuto occasione di ribadire anche in aula la necessità che la catena del ciclo dei rifiuti comprenda l’anello dell’impiantistica. Il rischio, in caso di decisioni differenti da parte della giunta regionale, è quello di una paralisi del sistema fino al suo blocco, con conseguente emergenza. Beh, all’emergenza ci siamo. Il nuovo Piano rifiuti che la giunta regionale ha promesso per luglio, invece, ancora non lo si vede. Serve lo scatto, e i proclami ideologici anti-impianti arrivati da Rossi e dai suoi assessori non ci rassicurano per niente”.
Secondo Marchetti la retromarcia innescata di recente rispetto alla realizzazione nella piana fiorentina del termovalorizzatore di Case Passerini e il revival delle discariche a cui la Regione sta procedendo sono segnali preoccupanti: “Per decenni la sinistra ha deciso di non decidere, con un immobilismo che faceva da ‘inchino’ al consenso elettorale che poi alla fine, e lo si vede e lo si vedrà, ha perduto lo stesso. Oggi si fa filosofia sull’economia circolare senza voler vedere che la Toscana è già in emergenza, e che i buoni principi non bastano. Così – prosegue Marchetti – ci sono interi comparti produttivi che non hanno dove conferire i loro scarti, e il grido d’aiuto degli imprenditori rilanciato da Confindustria Toscana Nord lo ribadisce, mentre tonnellate e tonnellate di rifiuti vengono indirizzati per lo smaltimento fuori dalla Toscana, con un costo che ricade poi nelle bollette di quegli stessi cittadini che si è cercato di compiacere non prevedendo impiantistica di smaltimento sul territorio. Questo non è fare il bene dei toscani”.

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