Esposti sulle Rsa, è scontro in commissione

L’esposto alla corte dei conti regionale presentato dalla sezione lucchese di Fratelli d’Italia sul rispetto del contratto economico tra il Comune di Lucca e Pro.ges, cooperativa che gestisce le Rsa della Pia Casa e di Monte San Quirico, è stato al centro oggi (14 dicembre) della seduta della commissione consiliare di controllo e garanzia presieduta da Remo Santini (Siamo Lucca). Presente, a per illustrare gli elementi di presunta difformità riscontrati, Massimo Paoli, responsabile territoriale di Fratelli d’Italia per Lucca.

“Abbiamo esaminato gli atti e sono emerse delle discrepanze. Il contratto – ha spiegato Paoli – di affidamento del servizio del Comune a Proges è dell’1 dicembre 2016 e si dice che la cooperativa deve corrispondere alla parte pubblica 124.600 euro annui, in due rate semestrali. Tuttavia, quando il consigliere di Fdi Nicola Buchignani, il 23 dicembre dello scorso anno, ha chiesto formalmente se era stata o meno contabilizzata la prima rata del 2017, il Comune ha risposto il 16 gennaio che quella fattura non era ancora stata pagata. Eppure nel contratto – ha continuato Paoli – era scritto che le rate dovevano essere tassativamente pagate al 30 giugno e al 31 dicembre per i tre anni di affidamento del servizio. Non comprendiamo quindi il perché non siano state applicate le penali previste dal contratto in caso di inadempienza da parte del concessionario, penali che il Comune ha la facoltà di quantificare in base alla gravità dei fatti contestati in una forbice che va da mille a 10mila euro”. Nel mirino di Fratelli d’Italia anche le spese di manutenzione dei locali rendicontate da Pro.ges e quindi decurtate dalla somma dovuta al Comune: “Si presume – ha detto Paoli – che che quando Pro.ges ha firmato il contratto, abbia anche accettato lo stato dei locali presi in concessione. Invece leggiamo spese per l’impianto termico, per quello elettrico, per la lavatrice, per il centro di cottura: un totale di 22.761 euro di interventi che il Comune ha autorizzato a farsi addebitare”. La disamina di Paoli, infine, si è concentrata sugli inventari: “Lo abbiamo scritto anche nell’esposto: le attrezzature di Monte San Quirico e della Pia Casa sono state inventariate, nel momento in cui il servizio è stato affidato, con pochissima precisione. Non è riportata la marca del costruttore degli oggetti in dotazione, né il numero di matricola nel registro. Circa gli oggetti necessari alla cura della persona, non è specificata la quantità né delle spazzole né dei bigodini. Questa approssimazione non tutela il Comune”. L’ospite di Fratelli d’Italia in commissione, al termine della sua illustrazione, ha richiesto che non prendesse parte allo svolgimento della seduta il consigliere Pilade Ciardetti (Sinistra con Tambellini) perché presidente della commissione sociale e, quindi, “in conflitto d’interesse”. “Vedo invece – ha replicato prontamente l’assessore Lucia Del Chiaro – un doppio interesse di pertinenza”.
L’amministrazione ha affidato i chiarimenti richiesti al dirigente al sociale Graziano Angeli: “Quando e se la procura della corte dei conti regionale valuterà che il Comune di Lucca debba rispondere del numero dei bigodini o delle spese per la cucina, gli uffici lo faranno. Tuttavia, se Fratelli d’Italia vuole consegnarci l’esposto cui ha fatto riferimento nella sua esposizione, saremo di supporto alla commissione per fare chiarezza punto punto. Vorrei però riportare l’attenzione – ha detto Angeli – sull’ordine del giorno di questa seduta, scelto dal presidente Santini dopo un preciso articolo uscito a firma di un ex assessore di questo Comune (Marco Chiari, ndr), in cui si insinua il dubbio di comportamenti omissivi, da parte nostra: un’affermazione che costituisce una grave offesa all’onorabilità dei dipendenti del Comune di Lucca, gli stessi che sono stati leali in passato e che lo saranno in futuro nei confronti di tutte le amministrazioni, indipendentemente dal loro colore politico. Si fa riferimento, infatti, sempre in quel comunicato e utilizzando ad arte il condizionale – ha continuato Angeli – a trascuratezze e imposizioni a danno degli ospiti delle Rsa che il Comune ha dato in gestione. La commissione indipendente della Asl, deputata a valutare le strutture, non ha tuttavia evidenziato alcuna criticità. Anzi, nel corso dell’ultima conferenza integrata dei sindaci, è stato evidenziato che, dagli ultimi controlli fatti, la qualità dei servizi nelle Rsa di Lucca è superiore alla media regionale”. Sulle mancate penali applicate, Angeli non si tira indietro e conferma: “Certo, la decisione sulle penali è a insidacabile giudizio del dirigente e io, nel pieno dell’esercizio delle mie responsabilità, ho ritenuto che non ci fossero motivi per procedere in quella direzione. Inoltre – ha proseguito Angeli – in quanto responsabile del contratto, ho ritenuto opportuno che le spese sostenute da Pro.ges per la funzionalità dei locali fossero a carico del Comune perché il problema stava, semmai, a monte: il concessionario aveva diritto a ricevere una struttura consona al servizio. I problemi di bilancio del Comune sono noti e scontare al canone che Pro.ges ci deve da contratto la spesa sostenuta per la messa a norma dei locali è stata, per noi, la via d’uscita ottimale per risolvere una criticità e garantire un servizio in un ambiente sano. Oggetto della mia responsabilità di dirigente sono soprattutto le persone, i cittadini anziani ospiti delle Rsa, non ce lo dimentichiamo”. Il contesto normativo regionale, inoltre, dalla firma del contratto a oggi, è cambiato con l’introduzione, per il cittadino, del principio della libera scelta. In sostanza gli anziani che ne hanno diritto possono usufruire di un contributo del Comune (quota sociale) e della Asl (quota sanitaria) per ricevere i servizi di assistenza in qualsiasi struttura vogliano. Un nuovo modello, quindi, che ha permesso al Comune di Lucca di compartecipare alla spesa di un numero superiore di cittadini dimezzando la voce di bilancio, assorbita per gran parte dai costi vivi della Rsa Villa Santa Maria chiusa alla fine di giugno. Sulla questione ha preso la parola l’assessore Del Chiaro: “Su 28 ospiti dell’Rsa dell’Oltreserchio, 26 hanno scelto di essere trasferiti a Monte San Quirico o alla Pia Casa. Soltanto due hanno preferito Marlia, per essere più vicini alla loro famiglia. Verosimilmente – ha evidenziato Del Chiaro – la loro scelta è stata mossa dalla qualità del servizio ricevuto”.
La commissione si è chiusa con un botta e risposta tra Remo Santini e Pilade Ciardetti. “Denuncio pubblicamente – ha detto Santini – che ci sono stati tentativi di condizionamento da parte dei consiglieri di maggioranza sul tema di questa commissione. In quanto presidente, e lo conferma il parere ricevuto dal segretario generale del Comune, ho piena facoltà di scegliere su cosa convocare la commissione di controllo e garanzia. Ci sono voluti venti giorni, un tempo scandaloso, per ottenere il via libera perché la maggioranza voleva concordare l’oggetto della commissione. Non intendo certo abusare del mio ruolo, tanto che ho chiesto più volte proposte ai consiglieri della maggioranza, ma non ne ho mai ricevuta una”. Secca la replica del consigliere Ciardetti: “La commissione non è un organismo monocratico. Certo che il presidente ha diritto di trattare un argomento, ci mancherebbe, così come gli altri membri hanno il diritto di affermare che il tema scelto non è consono. Richiediamo soltanto una maggiore condivisione. La commissione di controllo e garanzia è un organo specifico dell’opposizione: prova ne è che a presiederla è Santini. Il metodo scelto dalla maggioranza per avere chiarimenti è il confronto diretto con l’amministrazione: metodo che potrebbe essere scelto da tutti i consiglieri, ovviamente. Si tratta, appunto, di una scelta. Il giorno che non otterremo risposte, proporremo anche noi un tema a questa commissione. Finora, però, non è accaduto”.
Il presidente di commissione Santini, a conclusione della seduta, ha così commentato: “Sono emerse contraddizioni e non sono stati forniti, dal Comune, tutti i chiarimenti che mi aspettavo in merito ai rapporti tra l’amministrazione e la cooperativa che gestisce le case di riposo Pia Casa e Monte San Quirico”. “Effettivamente – afferma – il dirigente Graziano Angeli non è riuscito, a mio parere, a giustificare quelle che sembrano probabili violazioni del dettato contrattuale legato ad un aspetto economico che avrebbe svantaggiato la parte pubblica – sostiene Santini -. Il Comune ad esempio ha ammesso di non aver fatto pagare penali alla cooperativa che gestisce le due case di riposo, nonostante il capitolato di appalto lo preveda nella circostanza, che si è puntualmente verificata, di ritardi nel pagamento del canone, ma non è stato rivelato il motivo. Vicenda dai contorni davvero non chiari, a cui si aggiungono spese per 46mila euro per manutenzione ordinaria e straordinaria che sarebbero spettate da contratto alla cooperativa, e che invece il Comune ha scomputato dall’affitto annuale, rinunciando di fatto a quei soldi. Per non parlare delle gravi lacune emerse nell’inventario delle attrezzature presenti nelle strutture e il non adeguamento del canone di affitto alla cooperativa visto l’incremento di 14 ospiti in più rispetto al previsto, per un ammontare di 143mila euro di maggiori introiti. La cifra annuale richiesta a chi gestisce le Rsa, infatti, viene calcolata in base alle presenze nella struttura. Per questo valuterò, insieme ai gruppi consiliari di opposizione, se richiedere una commissione d’indagine che valuti approfondidamente la situazione dei rapporti tra l’amministrazione e la cooperativa che gestisce le case di riposo Pia Casa e Monte San Quirico”.

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