Fondazione Puccini, in ballo due milioni di diritti

39mila accessi nel 2018 e un utile di 80mila euro. Sono queste le cifre del museo casa natale di Giacomo Puccini che sono state presentate questa mattina (29 gennaio) dal sindaco di Lucca Alessandro Tambellini nelle vesti di presidente della Fondazione Giacomo Puccini e dal direttore Massimo Marsili di fronte alle commissioni comunali sulle politiche educative e partecipate, presiedute rispettivamente dal Teresa Leone e Claudio Cantini. La seduta è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulle varie attività della Fondazione Puccini. “La fondazione si auto sostiene – ha spiegato il primo cittadino – e i numeri realizzati dal museo ci hanno anche permesso di stabilizzare le sette persone che ci lavorano”.
A pesare sull’attività della Fondazione c’è un contenzioso aperto con la casa editrice Ricordi, detenuta dalla tedesca Universal, per quanto riguarda il versamento dei diritti d’autore. Si parla di 1 milione e 870 mila euro di diritti non versati. La sentenza è attesa in primavera.

I dati. Nel 2018 il museo casa natale Giacomo Puccini in piazza della Cittadella, gestito dalla Fondazione, ha riportato numeri di tutto rispetto con oltre 39mila visite. Un risultato molto significativo se si considera che i numeri del museo sono sempre cresciuti anno dopo anno, partendo dai 22mila accessi del 2014 fino ad arrivare alla cifra quasi raddoppiata dello scorso anno. “Un aumento importante – ha detto Tambellini – in un periodo in cui invece altri musei sono in crisi. Questi risultati ci hanno consentito di sostenere le spese del museo ed anche di raggiungere un piccolo utile (80mila euro, ndr). Grazie a questi risultati ci è stato anche possibile assumere direttamente le 7 persone che lavorano all’interno del museo che adesso possono guardare al futuro con più fiducia. Credo che questa struttura organizzativa possa essere replicata anche altrove ma solo se si segue il criterio dell’autosostenibilità, altrimenti si rischiano di aprire nuove realtà che dopo pochi anni saremmo costretti a rivedere o a chiudere. Errori fatti in passato che non vorremmo replicare”. 
“La Fondazione si sostiene grazie alle entrate derivanti dal ticketing del museo e dagli acquisti del book shop – ha aggiunto il direttore Massimo Marsili -. Questo ci consente di fare fronte a tutte le spese nonostante l’incertezza sui diritti d’autore. A questo si aggiungono le entrate derivanti dalle nostre collaborazioni per pubblicazioni o per il prestito di beni appartenuti a Puccini e alle sue opere. Ad esempio lo scorso anno abbiamo prestato un manto di Turandot realizzato da Brunelleschi ed usato per una messa in scena degli anni 20 a New York per un’esposizione a Singapore”. 
“L’esercizio si chiude intorno ai 540mila euro di entrate – ha aggiunto Marsili – con un utile di circa 82mila euro. Attualmente ci sono 7 persone che lavorano al museo e al book shop. Abbiamo scelto di tenere aperto il museo sempre e con un orario continuato. Questo ci ha consentito di aumentare in maniera significativa le visite, passate dalle 22mila del 2014 alle 39mila del 2018. Di questi il 70% sono stranieri”. 
Un accenno infine allo stato della villa di Puccini a Viareggio. “La villa di Viareggio – ha spiegato il direttore – è l’unico fabbricato che il maestro ha realizzato da zero e senza badare a spese. Purtroppo per molti anni è rimasta abbandonata: quando siamo riusciti ad entrare, al suo interno abbiamo trovato di tutto, incluse ben 5 tonnellate di spazzatura. Grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca siamo riusciti a sistemare la villa ma ci sarebbe bisogno di oltre 2 milioni per ristrutturarla. Proprio la cifra che ci spetterebbe dai diritti d’autore. Abbiamo molte idee e progetti per l’utilizzo della villa ma due milioni sono davvero tanti. Tutto dipenderà dalla vittoria o meno della causa”.

Il contenzioso. Il bilancio della Fondazione è dunque sostanzialmente positivo ma a pesare sulle sue attività c’è la spada di Damocle del contenzioso giudiziario che, in caso di esito positivo, potrebbe portare nelle casse della Fondazione, cifre significative: in ballo ci sono infatti 1,8 milioni di diritti non ricevuti negli anni passati (ma inseriti comunque nel bilancio) e 540mila euro all’anno per le stagioni future. Tambellini ha infatti spiegato come da 3 anni la Fondazione non riceva più i contributi derivanti dai diritti d’autore che sarebbero dovuti essere corrisposti dalla casa Editrice Ricordi a cui spettano, come da contratto stipulato dallo stesso Giacomo Puccini, il 50% dei diritti. Del restante 50%, oltre i due terzi dovrebbero essere versati dalla stessa casa editrice alla Fondazione. Così accadeva fino al 2015. In quell’anno però la Universal, casa tedesca proprietaria della Ricordi, ha bloccato i versamenti di gran parte delle somme che sarebbero spettate alla Fondazione. Secondo la casa madre infatti, la Fondazione non avrebbe diritto a quelle somme, iniziando a versare un contributo molto inferiore: circa 140mila euro all’anno. Da qui è partito il contenzioso giudiziario che dovrebbe vedere la sua chiusura in primavera, quando ci sarà l’atteso pronunciamento del tribunale di Milano, competente per materia. “Abbiamo un credito per i diritti non ricevuti pari a 1 milione e 870mila euro – ha detto Tambellini -. Si tratta di una cifra importante che, se arrivasse, ci consentirebbe di affrontare gli anni a venire con maggiore fiducia e ci permettere di implementare ulteriormente l’attività della Fondazione. Almeno fino al 2024, quando scadranno i diritti di autore”.
“I diritti d’autore mondiali riguardanti la rappresentazione delle opere di Giacomo Puccini ammontano a circa due milioni di euro, con una significativa impennata negli ultimi anni – ha spiegato più nel dettaglio Marsili -. Di questi, il 50% vanno a Ricordi. Il rimanente milione si divideva in un terzo a Simonetta Puccini, recentemente scomparsa, e 2/3 alla Fondazione Puccini. Fino al 2015 Ricordi ci ha versato regolarmente i diritti per una media di 240mila euro all’anno. Negli ultimi tre anni però, sono iniziati i problemi: ci sarebbero spettati mediamente 570mila euro all’anno ma ce ne sono stati riconosciuti solo 140mila. Il motivo del contenzioso è che Ricordi, improvvisamente ha cominciato a sostenere di non dover più pagare i diritti per Fanciulla del West e Turandot. Dopo un tentativo di accordo, siamo andati in causa. Loro sostengono inoltre che non può essere trasferito un diritto personale a un ente giuridico ma se fosse così quante fondazioni dovrebbero chiudere?”.

Gli altri interventi. Terminata l’ampia e circostanziata esposizione dei dati da parte di Tambellini e Marsili è stata la volta degli interventi dei consiglieri comunali. La prima a prendere la parola è stata la consigliera di Lei Lucca Donatella Buonriposi: “Puccini deve rappresentare la ricchezza massima della nostra città e per questo ognugno dovrà fare la sua parte per cercare di creare una rete di collaborazioni ed ottenere risultati significativi. Sono inoltre convinta che da parte di tutti serva un maggiore dialogo con gli operatori turistici perché sono loro che hanno il polso della situazione, dovendocisi confrontare tutti i giorni. Molti operatori ad esempio lamentano il fatto che a Lucca non ci sono molte opportunità per ascoltare Puccini. Ritengo invece che chi viene a Lucca debba sapere che qui si ascolta il meglio che c’è. È vero che per avere i grandi nomi ci sono dei costi da sostenere ma non rinunciamo a questa idea. Chi viene a Lucca deve sapere che può ascoltare musica di qualità”.
Dello stesso tenore anche l’intervento di Lucio Pagliaro del Partito Democratico che, pur elogiando l’attività della Fondazione, ha ribadito che “bisognerebbe fare di più per associare il nome di Lucca a quello di Puccini. E per far questo bisognerebbe pensare di realizzare un nuovo teatro più grande, dedicato alla lirica e alle opere del maestro”.
Infine, ha preso la parola il presidente della commissione Partecipate Claudio Cantini: “Serve avere una strategia di lungo termine per valorizzare al meglio il patrimonio pucciniano. Bisognerebbe arrivare ad un’idea complessiva della città e dei luoghi di Puccini pensando anche magari ad un biglietto unico per accedere al museo e alle rappresentazioni”.
A queste osservazioni ha replicato il primo cittadino: “Si è parlato di Lucca come della possibile Salisburgo d’Italia ma si tratta di due realtà assolutamente incomparabili. La stagione mozartiana di Salisburgo ha un budget di 30milioni, di cui due terzi forniti dallo stato. Noi abbiamo alcuni contributi dalla Fondazione Crl e dalla Regione Toscana di poche decine di migliaia di euro ma l’impegno maggiore arriva dal Comune che investe nella lirica circa un milione e mezzo. Queste cifre non ci consentono di mettere in campo operazioni di altissimo livello. La lirica è molto costosa ma abbiamo comunque raggiunto dei risultati significativi: il teatro quest’anno ha 1500 abbonati che è un ottimo risultato. Per questo abbiamo scelto di lavorare con giovani di talento a cui venga data l’opportunità di mettersi in mostra”.
“Non si può pensare di fare un cartolina pucciniana tutti i giorni – ha concluso Tambellini – perché non ce la facciamo, i costi diverrebbero proibitivi. Sicuramente però si può fare un programmazione e realizzare iniziative particolari di tanto in tanto, com’è stato il caso della mostra allestita nel foyer del Teatro del Giglio”.

Luca Dal Poggetto

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