Sindaco: “Mura poco sicure? Noi non le stravolgeremo”

Aprire un confronto con cittadini, sindaci, soprintendenti e storici dell’arte sulle città dotate di Mura, come quelle di Lucca, per condividere le strategie di conservazione, valorizzazione ma anche per il mantenimento della loro fruibilità in sicurezza. Lo dice il sindaco Alessandro Tambellini e il tema è quello delle iniziative da assumere per evitare incidenti sulla cinta. Il Comune ha proposto un piano alla Soprintendenza, che però non intende stravolgere l’assetto del monumento né tanto meno limitare la possibilità di cittadini e turisti di viverlo. Tuttavia di fondo la questione resta aperta, suggerisce il sindaco che fa appello all’apporto di idee da parte dei cittadini.

“C’è un aforisma dell’antica Grecia, ripreso poi in età medievale, che dice più o meno così: l’aria delle città rende le persone libere – osserva Tambellini – . Se è vero che oggi molto è cambiato rispetto all’epoca di quelle parole, è altrettanto vero che l’accessibilità all’arte e alla storia che queste stesse città trattengono al loro interno indica il livello di libertà, di consapevolezza e anche di fruibilità che un territorio sa esprimere. E su questo credo che Lucca nel piccolo e l’Italia nel grande abbiano molto da insegnare agli altri.  Prendiamo il nostro esempio, Lucca: qui alcuni dei monumenti più belli della città sono parte integrante della vita della città stessa, luoghi liberi, aperti, accessibili. Luoghi di aggregazione, luoghi che trattengono ricordi, esperienze, emozioni. Punti di riferimento di una quotidianità, luoghi di ritrovo per tutte le età, bellezze storico-artistiche uniche che se ne stanno lì, in tutta la loro imponenza, ad accogliere cittadini, turisti, bambini, anziani, famiglie, giovani. Pensiamo alle chiese e alle piazze, al parco fluviale e, ovviamente, pensiamo alle nostre Mura urbane, il simbolo di Lucca.  Sono belle da togliere il fiato e uniche. Un’unicità – sottolinea il primo cittadino – che va ricercata in due elementi principali: la maestosità, unita alla perfetta conservazione, per la quale, proprio sotto il primo mandato della nostra amministrazione, abbiamo compiuto un’opera di cura, rinascita e restauro davvero importante; il valore identitario che rivestono nei confronti dei lucchesi, che ne usufruiscono tutti i giorni, e il forte rapporto che instaurano con chiunque le percorra. Un legame che possiamo definire libero e intimo allo stesso tempo, dato proprio dalla totale fruibilità del monumento, che è stato salvaguardato e tramandato nei secoli così com’è, passando da opera difensiva a grande giardino naturale, un parco tra i più antichi e suggestivi d’Europa, a disposizione di chiunque voglia conoscerlo con il rispetto e la consapevolezza che si deve a un monumento storico di questo tipo. Ed è qui che torna quel senso di libertà che le città, le città d’arte nello specifico, sanno ispirare e generare nei confronti di chi le abita.  Come è allora possibile conciliare la legittima esigenza di sicurezza di un singolo con l’altrettanto legittimo diritto di libertà di una collettività? Oggi questa riflessione è diventata ancora più attuale e attraversa il dibattito pubblico quasi ogni giorno da qualche mese a questa parte: la rimetto a voi, cittadini lucchesi, che delle Mura siete i primi proprietari.  Per quanto ci riguarda riteniamo che le Mura siano sicure o insicure (dipende da quale punto di vista le si voglia vedere) come un qualsiasi altro monumento storico e artistico visitabile che presenti un’altezza di affaccio: come i bastioni di un castello, le cupole, le torri, le fortezze. E, per estensione, potrebbero essere ritenuti insicuri anche i parchi fluviali, i pontili, i canali. Ecco perché la nostra amministrazione ha presentato un progetto per migliorare la sicurezza del monumento, senza però intaccarne minimamente gli aspetti storici, paesaggistici e sociali. Noi non potremmo mai accettare qualcosa che possa anche solo tentare di stravolgere le Mura, anche perché il monumento appartiene all’intera città e alla sua storia e qualcosa che ne modifichi irreversibilmente l’aspetto e la natura non solo risulterebbe intollerabile, ma finirebbe per cambiare per sempre le caratteristiche e la fruibilità degli spazi pubblici della nostra città e, allargando il campo, delle città d’arte del nostro Paese.  Questo scritto vuole essere solo l’inizio di una riflessione che come amministrazione comunale intendiamo portare avanti nei prossimi mesi, attivando anche un vero e proprio dibattito pubblico con i cittadini, i sindaci, i soprintendenti e gli storici dell’arte di altre città assimilabili a Lucca”.

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