New Delhi, Zucconi (Fdi) interroga il ministro della salute

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New Delhi, il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi presenta un’interrogazione al ministro della salute sul caso esploso nel territorio dell’Asl Toscana Nord Ovest. Una interrogazione per conoscere le azioni che si intendono intraprendere dopo i recenti casi. “La prima identificazione del New Delhi – scrive Zucconi – è avvenuta nel 2008 quando questa proteina è stata riscontrata e isolata in un cittadino svedese, precedentemente ricoverato in India a New Delhi da cui deriva la scelta del nome. A seguito di questo primo episodio, più volte lo stesso batterio è stato riscontrato e registrato in diverse parti d’Europa, ma mai con le attuali concentrazioni. Il primo outbreak in Europa è stato registrato in Italia nel 2011 ed in particolar modo in 6 pazienti ricoverati presso 4 ospedali di Bologna; l’Ecdc – il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – in un rapporto del 4 giugno scorso ha parlato di un focolaio senza precedenti ‘la cui origine non è stata ancora determinata’”.

“La proliferazione di questo batterio sembra aver colpito in particolar modo in Italia la parte nord ovest della Regione Toscana. Attualmente i portatori del ceppo batterico ricoverati negli ospedali toscani sono 708. Essi sono individui sani che, però, se si dovessero trovare a contatto con persone fragili e facilmente contagiabili, rischierebbero di far circolare il virus e aggravare ulteriormente il fenomeno; Secondo un bollettino dell’Agenzia regionale di sanità della Regione Toscana del 25 settembre 2019 tra il novembre 2018 e il 22 settembre 2019 i batteri Nmd sono stati isolati nel sangue di 102 pazienti ricoverati in Toscana per patologie gravi. Di questi, sono risultati letali nel 37% dei pazienti con sepsi, ovvero quasi 40 persone. Il proliferare di questa emergenza sanitaria non trova adeguata divulgazione e informazione nei confronti dei cittadini italiani. Come ha ricordato il professor Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, i ceppi circolano a causa di carenze importanti nel rispetto di una corretta profilassi igienico – sanitaria all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie: ‘ad esempio il lavaggio mani quando si passa dall’assistenza di un paziente ad un altro; il contatto senza protezione fra un paziente colonizzato (portatore sano) e uno non colonizzato. Questi batteri girano negli ospedali: è lì che ci sono le condizioni perché si diffondano, colpendo i più fragili e coloro che hanno già patologie gravi’. Sembra – aggiunge Zucconi – che la carenza nell’attuazione della profilassi in alcuni ospedali della Versilia e della zona nord della regione Toscana sia aggravata dall’assenza di personale congruo per far sì che la suddetta profilassi sia rispettata. Ciò che si rivendica in molti ospedali, infatti, è un potenziamento delle risorse umane a disposizione. Ad oggi, l’organizzazione infermieristica e Oss dell’area medica (dove sono state attivate articolate e complesse misure di profilassi che complicano la routine lavorativa) è messa a dura prova”. Per questi motivi nell’interrogazione Zucconi chiede quali misure si “intenda adottare affinché venga bloccata la proliferazione del batterio Nmd, garantendo giuste ed efficaci attività di sorveglianza e monitoraggio, e se sono state individuate strutture sanitarie apposite sia a livello nazionale che regionale volte a contenere e a debellare l’epidemia in oggetto in particolar modo nella regione Toscana, un territorio che ha già subito per anni una epidemia di meningite arginata fra varie difficoltà”.

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