Consiglio, bocciata mozione opposizione contro adesione a rete antidiscriminazione

Lungo e appassionato dibattito nel consiglio comunale di stasera (8 ottobre) sulla mozione presentata da Marco Martinelli, primo firmatario e Simona Testaferrata in cui si chiede di interrompere ogni relazione con la rete Ready, rete nazionale anti discriminazione per gli orientamenti sessuali.
Così introduce il tema la consigliera Testaferrata: “Vogliamo iniziare questo intervento, sottolineando che noi siamo contro ogni tipo di violenza che essa possa essere verbale, psicologica o fisica e condanniamo con forza ogni forma di discriminazione. Ogni tipo di violenza deve essere denunciata da chi la subisce ma anche chi ne è testimone lo deve fare. Il voltarsi dall’altra parte equivale a dire “fai pure” e il “fai pure” non va bene non ci va bene. Premesso tutto questo ,noi non riteniamo che la rete Ready possa convergere nel vero conseguimento delle pari opportunità”. “Ma avete letto con attenzione – dice – la Carta d’intenti che un’amministrazione deve sottoscrivere per aderire alla Rete? Praticamente il nulla: tavoli, relazioni, sempre parole e solo parole. Parole che poi sempre attraverso questa rete diventano finanziamenti per progetti a cascata sulle nostre scuole per indottrinare gli alunni verso la deriva gender”. “Riteniamo – commenta Testaferrata – che la scuola debba incoraggiare e strutturare assieme alle famiglie ,bambini e giovani rispettosi ed accoglienti.

Affinché tutto questo avvenga i ragazzi devono essere consapevoli che le discriminazioni vanno combattute nell’interesse della persona e non attraverso l’esclusività di qualsiasi propaganda ideologica e soprattutto quella gender. Le scuole in questi anni hanno messo in atto strumenti per insegnare a trasmettere i valori del rispetto verso tutti. Non dobbiamo categorizzare ed etichettare il bullismo verso qualcuno in particolare: esso è da stigmatizzare in tutte le sue forme ed è un reato, sempre”. “Tornando sul tema rete Ready – prosegue Testaferrata – l’amministrazione ha evidenziato il fatto che l’adesione ad essa sia “a gratis”. Vogliamo ricordare al Pd che le cose date gratis non siano sempre buone e che anzi andare contro il bene comune ha sempre un costo molto alto . Un cittadino nel 2019 non si può sentire tutelato da una carta d’intenti fumosa ed inconsistente ma deve sapere che la legge è dalla sua parte attraverso strumenti di salvaguardia della sua persona. Se un’amministrazione volesse fare la sua parte dovrebbe attivarsi e farsi carico delle spese processuali di qualsiasi cittadino che ha subito forme di discriminazione, facendosi parte civile al processo. Anche se i dati nazionali danno questi reati con percentuali minime per noi una persona che può essere discriminata ha valore e deve essere realmente sostenuta. Ma la si deve aiutare concretamente e non facendo passare la Rete Ready come panacea ad ogni male anche perché le ingiustizie e le discriminazioni sono molte :gli anziani abbandonati a loro stessi come le persone psicologicamente fragili prese di mira da gruppi di balordi (cronaca di questa estate ),le famiglie con bambini malati che devono affrontare viaggi spese mediche ,le famiglie che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, le persone obese che nella nostra società superficiale spesso soffrono , le famiglie con bimbi dsa che devono fare logopedia e psicomotricita privatamente perché le Asl sono piene …tutte queste persone a che rete si devono attaccare?”. “A fronte di quanto abbiamo elencato – conclude – e avendo anche offerto una visione diversa di come affrontare la questione, riteniamo che la vostra rete Ready sia alquanto e solo strumentale”.
A difendere l’adesione alla rete è il consigliere delegato per i temi relativi ai diritti, Daniele Bianucci (Sinistra con Tambellini): “Credo che la rete Ready – spiega – possa dare un contributo prezioso ad alcuni cittadini della nostra città. Nessuno pensa che la rete sia la panacea di ogni male né che risolva i problemi di tutte le persone della nostra città. La consigliera Testaferrata ha citato molte marginalità e a nessuno di noi passa per la testa di negare questa cosa. Ma credo che occorra anche essere altrettanto attenti a non alimentare una guerra degli uni contro gli altri. Nella rete partecipano decine di amministrazioni comunali che nei confronti di un determinato tema pongono in essere azioni concrete per il suo superamento. E questo è un principio importante, presente nel nostro programma elettorale che portiamo avanti. Nella mozione c’è un certo sapore ideologico e in un certo senso strumentale. Ogni idea diversa è da noi rispettata ma quando si usano parole come propaganda omosessualistica si va al limite dell’offensivo perché non esiste nessuna propaganda di questo tipo né nella rete Ready né nell’amministrazione comunale. Non so, poi, cosa sia l’ideologia gender. L’amministrazione si prende l’obiettivo solo di tenere insieme una città e deve avere attenzione anche sul tema della discriminazione. Questo è l’unico intento sia della rete Ready sia dell’amministrazione”.
Nel dibattito interviene anche la consigliera di Lei Lucca, Donatella Buonriposi: “I fenomeni di discriminazione certamente ci sono – dice – ma non si può neanche escludere che qualcuno nella formazione non possa creare disorientamento e le confusioni, soprattutto nei più piccoli, non vanno create. I bambini, va ricordato, hanno le potenzialità di capire, sicuramente più di noi adulti. Bisogna ribadire, quindi, che siamo contro ogni forma di discriminazione ma anche contro ogni forma di plagio e di condizionamento”.
D’accordo con le finalità della mozione il consigliere di SiAmo Lucca, Enrico Torrini: “Invito tutti i consiglieri – dice – a riflettere sulle parole della consigliere Buonriposi sulle conseguenze di parlare solo per tifoerie. Secondo me, in questi casi non parliamo di propaganda, ma si tratta di autodiscriminazione di alcuni gruppi che si autodefiniscono differenti”.
Per il Movimento Cinque Stelle interviene il consigliere Massimiliano Bindocci: “Il problema della discriminazione di genere esiste – dice – e far sì che le varie differenze non rilevino è importante. Tutti hanno i soliti diritti perché siamo tutti uguali ed è quello l’insegnamento che andrebbe dato a scuola. Siccome così non è tutto quello che cerca di riportare all’uguaglianza sostanziale credo che vada aiutata. Dividersi fa favorevoli e contrari è sbagliato, se ci sono problemi e storture affrontiamole ma togliamo dall’arena politica una divisione ideologica sulla questione”.
Il capogruppo del Pd, Renato Bonturi parla di “iniziative importanti all’interno della rete. on capisco perché si dovrebbe tornare indietro su una serie di questioni già avviate e che vanno nella direzione della tutela dei diritti”.
Voto favorevole alla mozione Martinell-Testaferrata anche dal consigliere Fabio Barsanti di Casapound: “Nessuno – dice, citando anche alcuni fatti di cronaca come le inchieste penali sul Forteto – credo contesti i principi della non discriminazione ma un’altra cosa è quella di condizionare il cervello dei bambini. Per questo voto a favore della mozione”.
Marco Martinelli, cofirmatario della questione, rincara la dose sulla relazione di apertura dlela collega Testaferrata: “Mi preme intervenire – die – per riportare chiarezza sul dibattito. Solo grazie a una mozione della minoranza si parla oggi dell’adesione alla rete Ready non solo a Palazzo Santini ma anche in città. La rete Ready è il principale strumento per ottenere finanziamenti per la propaganda dell’ideologia gender, che vuole insegnare ai bambini piccoli che non sono né maschi né femmine ma quello che decideranno di essere. Noi invece crediamo nella famiglia tradizionale e la difendiamo dai tentativi di messa in discussione”.
Ancora repliche arrivano dai banchi della maggioranza. Bianucci (Sinistra con Tambellini) ribadisce che “la rete non ha altra finalità che la lotta alla discriminazione. Il resto sono ricostuzioni che non condividiamo. Quanto alle affermazioni di Barsanti che unisce la questione ad alcuni fatti di cronaca voglio sottolineare che anche noi condanniamo ogni responsabilità penale, ma questo non c’entra nulla con le finalità di adesione alla rete Ready”. Lungo e documentato anche l’intervento dell’assessora Ilaria Vietina, che sottolinea i dati sulla discriminazione in Italia: “La discriminazione esiste – dice – e su questo intervengono le attività della rete Ready”.
Prima del voto le conclusioni della consigliera Simona Testaferrata: “Molto spesso – conclude – attraverso questo tipo di rete spesso vengono calati altri progetti che spesso riguardano la deriva gender”. Replica ancora l’assessora Vietina: “Le attività – dice – sono rivolte agli adulti, quindi le preoccupazioni per i bambini non rilevano in questa sede. Non ci sarà nessuna invasione, pericolo, propaganda per le famiglie a Lucca”.
Dopo un battibecco finale fra il consigliere Bindocci e l’assessora Vietina (“Dopo l’anestesia dell’interverto dell’assessore – ha detto il consigliere – volevo votare contrario ma mi asterrò”) si va al voto sulla mozione che viene bocciata con 19 voti della maggioranza, sei i voti favorevoli.

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