Ripresa economica, in parlamento le proposte di Cambiamo!

Il coordinatore provinciale Simone Simonini: "Aziende al punto di non ritorno"

Anche in parlamento le proposte di Cambiamo! per la ripresa.

“Le imprese – dice il coordinatore provinciale, Simone Simonini – non possono più aspettare. Serve un deciso cambio di passo dopo mesi di promesse e contro promesse, con date fissate, e poi nuovamente modificate, per non parlare dei crediti mai arrivati, creando cosi grossi malumori tra tutti i titolari di impresa. Anche se fortunatamente la situazione a livello sanitario sta nettamente migliorando, a livello imprenditoriale siamo arrivati al punto di non ritorno, con aziende che forse non ripartiranno. Il governo, con le sue task force, ha creato solo confusione, senza sburocratizzare di fatto niente”.

“Cambiamo! – ricorda Simonini – ha chiesto con urgenza la riapertura di tutte le realtà produttive pronte a garantire il rispetto delle normative in vigore. Poco importa se il sacrificio dovrà essere quello di portare la mascherina o mantenere un minimo distanziamento sociale, l’importante è mettere di nuovo in moto la macchina produttiva del paese. Cambiamo! chiede che tutte le attività, abbiano la stesse opportunità e la stesse metodologie di riapertura, prima che arrivino chiusure definitive. Siamo fortemente preoccupati, perché c’è il rischio, che le date fissate ad oggi per le riaperture, possano ancora slittare. Servono i dispositivi di protezione individuale e più coraggio, perché con il virus dovremo conviverci per un bel po’. Per evitare una crisi economica già in essere ed una rivolta sociale, i Comuni, le Regioni e il governo diano quella linea comune, che in molte circostanze non vista fino ad oggi. Ripartire non deve essere solo uno slogan, ma qualcosa di concreto”.

“Cambiamo! – prosegue Simonini – sta inserendo molte proposte all’attenzione del parlamento, l’esempio nazionale per la ripartenza della stagione turistica arriva dalla Liguria, dove si sta consentendo alle imprese balneari di svolgere le manutenzioni necessarie. Nessuna risposta dal governo invece per il comparto del turismo culturale legato soprattutto alle città d’arte. Vanno immediatamente stabilite le condizioni per le quali le imprese turistiche possano operare nel rispetto di tutte le norme di sicurezza senza trascurare le misure utili a far rifiatare le casse di chi lavora nel settore con contributi anche a tutela di tutto personale stagionale”.

“Altro tema trattato – prosegue la nota – è il comparto sportivo, ad esempio tra gli ordini del giorno di Cambiamo! c’è un impegno, rivolto al governo, a mettere in atto, nella redazione misure utili a un settore trascurato nel curaItalia. Ci sono poi le imprese di pulizie e servizi integrati, che ciò nostante svolgano un ruolo importantissimo, sono stati totalmente ignorati dal governo sia per quanto riguarda le misure di sostegno economico, sia dal punto di vista delle dotazioni di sicurezza per il personale e, cosa ancor più grave, dalla cabina di regia con le associazioni di categoria. Cambiamo! dopo vari confronti, ha intrapreso un’azione parlamentare”.

“C’è poi la situazione delicata legata al mondo dello spettacolo – si legge ancora nella nota – che risulta tra le più colpite da questo lockdown. Per questo Cambiamo! si è fatto portatore delle istanze degli operatori del settore, ottenendo dal governo l’impegno che già dal prossimo decreto possano essere inserite misure specifiche a sostegno del settore”.

“Per finire – conclude Simonini – dobbiamo sottolineare scuole, bambini e famiglia, purtroppo grandi assenti nell’ultimo intervento del presidente del Consiglio. La scelta di mantenere le scuole chiuse, in controtendenza rispetto ad altri membri Ue, anche se legittimata da motivazioni legate alla sicurezza e alla tutela della salute, aumenterà il divario formativo tra gli studenti italiani e quelli europei. L’home schooling ha permesso a molti ragazzi di familiarizzare con le nuove tecnologie ma ha anche evidenziato disparità sociali e territoriali legate al digital divide. Il ritorno al lavoro dei genitori, a scuole ancora chiuse rappresenterà un problema per tante famiglie, che non potranno nemmeno fare affidamento sui nonni, essendo fra le fasce sottoposte a maggior tutela.  Sulle famiglie da Palazzo Chigi silenzio assoluto, per questo stiamo lavorando per avanzare proposte alternative. Ci sono molte altre proposte, perché oltre alla protesta servono atti concreti”.

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