Fratelli d’Italia: “Sulla scuola il ministero dell’istruzione è contraddittorio”

Sanesi e Bardelli: "Classi più piccole ma meno insegnanti, Azzolina si decida"

Riapertura delle scuole, intervengono Michela Senesi, responsabile del dipartimento regionale toscano dell’istruzione con delega alla scuola di Fratelli d’Italia e di Elena Bardelli, viceresponsabile del dipartimento regionale toscano all’istruzione con delega alla scuola di Fratelli d’Italia.

“Il ministro Azzolina – dicono – si è sempre dichiarato contrario alle cosiddette classi-pollaio, anche quando era deputato. In quest’ultimo periodo, in piena emergenza epidemiologica, ha preannunciato più volte pubblicamente il dimezzamento delle classi come necessaria misura anti-contagio, ma il suo dicastero la contraddice, specificando con una nota del 10 aprile scorso, che per la scuola secondaria di secondo grado, le classi intermedie, dovranno essere costituite con un numero medio di alunni non inferiore a 22”.

“In ragione della pandemia in corso – prosegue la nota – Azzolina ha esternato l’intenzione di confermare per il 2020/21 l’organico di quest’anno, ma gli uffici scolastici regionali, come quello della Toscana, stanno già operando molti tagli delle cattedre, inducendo gli istituti scolastici all’accorpamento delle classi, che diventeranno quindi più numerose, in contrasto evidente con le norme governative di contenimento del contagio. Questa operazione, coinvolge per ora la provincia di Pistoia, che per l’anno prossimo vedrà la riduzione di 41 cattedre; di Massa Carrara, dove spariranno 34 posti; di Lucca, con ben 43 cattedre cancellate; di Firenze, che registra 35 tagli e ancora molti altri ancora, in tutte le province della Toscana”.

“Di fronte a questa enorme contraddizione, Fratelli d’Italia – conclude la nota – chiede immediate e inequivocabili spiegazioni. I professionisti della scuola e gli studenti non meritano e non sopportano più di essere bistrattati in questo modo. Al fine di garantire le norme igienico-sanitarie e del distanziamento sociale, occorrono classi meno numerose e un maggior numero di docenti”.

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